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La
nipote americana e
Sarmada.
1. "La nipote americana" di Inaam Kachachi, pubblicato in Italia per i tipi Cicorivolta, da te tradotto, Federica Pistono, è un romanzo che potrebbe sollevare dubbi e perplessità, perlomeno in certi lettori disattenti e poco informati. La protagonista, Zayna, di origini irachene ma oramai americana, dopo l11 settembre, è non poco combattuta: rispettare le idee (convinzioni) che le sono state inculcate da bambina quando viveva coi nonni in Iraq, oppure stare con le forze americane che in Iraq, a loro modo, stanno cercando di (ri)portare lordine. Come è stato accolto negli USA "La nipote americana"? La nipote americana di Inaam Kachachi, è stato tradotto dallarabo allinglese già nel 2009 e ha ottenuto un discreto successo negli Stati Uniti. Credo che il romanzo sia piaciuto soprattutto a quella larga parte dellopinione pubblica americana che non condivideva le scelte di Bush e dei neo-conservatori.
Non credo che il romanzo voglia essere un atto di accusa contro le forze americane, piuttosto un atto di accusa contro la guerra in generale. È noto come in guerra, luomo, indipendentemente dalla divisa che indossa, sia portato a commettere atti bestiali e disgustosi. Certo, una volta sul posto, Zayna capisce finalmente di essere una collaborazionista, allopera in un esercito di invasori. Il suo dramma è proprio questo: soffre per gli iracheni, ma soffre anche quando a morire ammazzati sono i commilitoni americani.
Zayna e la nonna sono condannate a non capirsi, pur amandosi sono separate da un baratro generazionale e soprattutto culturale: Rahma è nata e sempre vissuta in Iraq, Zayna è cresciuta in America, ha adottato le categorie di pensiero occidentali. La nonna fa di tutto per riportare la nipote sul suo lato del campo, le presenta i fratelli di latte forse proprio perché lei si innamori di uno di loro, come poi in effetti avviene, ma le loro strade sono divergenti. 4. Muhaymen, il Dominatore, un presunto fratello di latte di Zayna, è stato in carcere per quattro lunghi anni. Da comunista che era, dopo la prigionia nel suo animo è rimasto soltanto lodio per gli americani. Zayna non crede che sia suo fratello. Si prende una sbandata per questo uomo barbuto, per il Dominatore, per lestremista. Storia duna passione impossibile o piuttosto metafora per dire che impossibile è disconoscere le proprie radici anche quando queste sono di carattere estremistico?
5. Rahma, lottuagenaria nonna di Zayna, è disgustata dagli americani, dagli invasori. Non riesce ad accettare che la nipote vesta luniforme degli invasori. Vuole bene alla nipote, ma lei moglie di un colonnello iracheno andato in pensione a soli quaranta anni, ama di più la sua patria. Rahma farà di tutto per avere indietro la piccola Zayna, la nipote che amò visceralmente prima che partisse per lAmerica. Rahma non regge la vergogna. Ma cè davvero qualche cosa di vergognoso nellabbracciare, almeno in parte, lideale di libertà americano, che non è perfetto e che però è forse più libertario rispetto a quello di altri stati? Rahma, ce lo rivela la nipote, ha più di ottantanni, è vedova e sola: è naturale che voglia indietro la nipotina tanto amata e perduta. Ma la nipotina è ormai una donna di trentanni vestita della divisa dellinvasore, del nemico: è proprio questa delusione, questo strazio di non poter riavere indietro il passato, a uccidere la nonna. Sente tutta la vergogna di quello che considera un immotivato tradimento. E non si può proprio pretendere, credo, che unottuagenaria irachena capisca o apprezzi lideale di libertà americana, che per lei si traduce in proiettili vaganti, amici uccisi e carri armati sotto casa!
Hai detto bene: il tema centrale del romanzo è proprio la scissione dellanima della protagonista, il suo sentirsi un cane con due case: le ama ambedue, ma non si sente a suo agio in nessuna. Non se la sente più di accettare i valori del mondo iracheno, ma, dopo la guerra, non riesce più a condividere le scelte del governo americano. LIraq è la sua patria, ma ha torturato suo padre e gettato la famiglia nel panico, costringendola alla fuga. Anche lAmerica ormai è la sua patria, ma è unaltra madre-matrigna. Ecco perché alla fine a Zayna non rimane che la depressione, quella che lei chiama la sua angoscia magnifica. La lezione che forse possiamo trarre da questo romanzo è quella di non dare giudizi affrettati, di non appiccicare alle persone etichette gratuite: spia, collaborazionista, traditore Certe persone si portano dietro storie terribili che la gente comune, che ha sempre vissuto una vita tranquilla in una casa tiepida, non riesce neanche a immaginare.
In "Sarmada" possiamo identificare con sicurezza la tematica portante, che è quella di raccontare quarantanni di storia di questo paesino sperduto sulle montagne siriane. Ripercorrendo le vicende degli abitanti, è inevitabile che si parli dei Drusi, visto che costituiscono la maggioranza della popolazione della cittadina. Una religione, quella drusa, poco conosciuta e minoritaria, con le sue tradizioni affascinanti e terribili, come quella di vietare il matrimonio di una ragazza drusa con un non-druso. È la storia di Hila, il cui matrimonio con un algerino è considerato dai fratelli di lei unonta da lavare con il sangue. Il sesso è parte della vita, e come tale viene raccontato, con dovizia di particolari. Non credo che sia vissuto come atto rivoluzionario, è Farida, una delle protagoniste, che, essendo una ninfomane, tende a fare sesso con gli adolescenti in modo sicuramente fuori dalle righe, specie in un paesino chiuso e arretrato come "Sarmada". In effetti, lattenzione al sesso è una peculiarità della narrativa siriana contemporanea, il sesso sembrerebbe un rituale liberatorio per allontanare altri pensieri, la dittatura, la mancanza di libertà, il pugno di ferro del regime La primavera araba, in realtà, si intravede soltanto in questo romanzo, la cui vicenda si conclude nel 2010. 8. E questa una domanda maliziosa, Federica Pistono. Non trovi che "Sarmada", alla fin dei conti, sia un romanzo riuscito a metà? E: come hai affrontato la traduzione di questo non facile lavoro di Fadi Azzam? Ti sei concessa delle licenze nel tradurre "Sarmada", o lhai portato al pubblico italiano nella sua integrità? Non mi sono concessa alcuna licenza nel tradurre Sarmada. Il compito del traduttore consiste nel dar voce a chi non ne ha, perché parla una lingua che non viene compresa. Chi stravolge il messaggio dellautore non è un traduttore, è un disgraziato. Se poi il romanzo sia riuscito solo a metà non sta a me dirlo, è qualcosa che riguarda lo scrittore, o coloro cui non è piaciuto il libro. 9. Nella nota introduttiva a "Sarmada", scrivi: Per quanto riguarda la lingua, ci troviamo di fronte a un caso di diglossia, tanto comune nella narrativa araba contemporanea: mentre la cornice del romanzo è in arabo classico, i dialoghi sono tutti in dialetto siriano, da me resi in un italiano colloquiale. Potresti approfondire? Come hai reso il dialetto siriano in un italiano colloquiale e quali difficoltà hai incontrato? E, ancora: cè differenza fra litaliano colloquiale e litalo slang? A mio avviso, litalo slang è più grezzo, diretto e fantasioso nelladottare neologismi. Non sarebbe stato forse meglio adottare un linguaggio più sporco per restituire al lettore italiano la sgarbatezza del dialetto siriano, dei contenuti espliciti in "Sarmada"? Sicuramente Sarmada è stato un romanzo difficile da tradurre, non per la presenza del dialetto nei dialoghi, ma per lo stile bizzarro e immaginoso dellautore. Alcuni traduttori scelgono di tradurre un dialetto arabo con un dialetto italiano: io non me la sento di far parlare degli arabi in romanesco, in sardo o in napoletano. Per italiano colloquiale intendo un registro linguistico non elevato, quotidiano, caratterizzato da un lessico semplice, a volte banale, come quello usato nella vita di tutti i giorni. Il dialetto siriano non è affatto sporco o sgarbato. Non credo che il turpiloquio possa arricchire un romanzo. 10. Federica Pistono, quali progetti hai in serbo per il futuro? Nuove traduzioni, e se sì, potresti anticipare quali autori e con quali opere? Leggeremo mai un romanzo tuo, scritto di tuo pugno? La letteratura araba è la mia passione: spero di tradurre tanti altri romanzi in futuro, in sha Allah! Scrivere un romanzo mio: ne ho già scritti, manca il tempo di rivederli e forse la voglia di rimettermi in discussione.
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