i quaderni di Cico
 
 

 

 

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*La traduttrice, Federica Pistono
è laureata in Lingua e Letteratura araba presso l’Università degli Studi L’Orientale di Napoli, ha conseguito un diploma di master in Traduzione letteraria ed editoriale dall’Arabo presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Vicenza.
Ha inoltre conseguito il Diploma in Lingua araba presso l’Istituto di Lingua Araba dell’Università Statale di Damasco nonché il Diploma in Lingua araba presso lo Yemen Language Center di Sana'a.

Oltre a questo libro, per Cicorivolta Edizioni ha tradotto: "
Primavera nella cenere e altri racconti" di Zakaryya Tamer (2012); il romanzo “L’ALTRA COSA (Chi ha ucciso Layla al-Hayk?)” e i racconti “Uomini e fucili” di Ghassan Kanafani, pubblicati per la prima volta in Italia nel 2011.

 

titolo: IL TUONO (racconti)
collana i quaderni di Cico
autore Zakaryya Tamer
(traduzione dall'arabo di Federica Pistono*)
ISBN 978-88-97424-22-2
© 2012 - € 10,00 - pp. 114 -
in copertina, illustrazione originale di
Ilaria Grimaldi (www.ilariagrimaldi.it).


La quasi totalità delle storie del presente volume è tratta dalla raccolta di racconti brevi Il tuono. Accanto allo Zakaryya Tamer autore di racconti magici e incantati, lievi come fiabe, troviamo qui un altro aspetto di Tamer, sicuramente diverso e meno conosciuto.
Questa raccolta ha l’intento di portare alla luce, nella ricca produzione dell’Autore, una vena inquietante.
La magia e l’incanto, nei racconti di questa antologia, lasciano il posto al macabro e al surreale, presentandosi, talvolta, come vere e proprie storie dell’orrore e dell’incubo.


Ciò premesso, non mancherà di stupirci, anche se proposta in modo diverso, la sottile ironia di Tamer, a volerci mostrare una volta di più quanto sia labile, evanescente, il confine tra sogno e realtà, fra equilibrio e pazzia.

(Federica Pistono)

 


 


 

 
leggi l'intervista di Giuseppe Iannozzi a Federica Pistono
 

dalla Nota introduttiva di Federica Pistono

(...)

Un posto a parte, in questo lavoro, occupano certamente quei racconti che hanno per protagonisti i cittadini arrestati dalla polizia e condotti in commissariati, segrete e prigioni: il loro destino è terrificante, fatto di torture orripilanti e di esecuzioni crudeli.

Troviamo poi altri aneddoti che nulla hanno a che fare con poliziotti, carceri e giustizia, ma che comunque si caratterizzano per un’innegabile vena “nera”: i temi sono tanti e diversi, si va dalla storia della donna che si trasforma in un albero, a quella del mondo che, un brutto giorno, appare popolato di ratti giganti, a quella degli scolari di una classe che, pur di scoprire i segreti della mente umana, non esitano a decapitare un compagno.
Siamo ai limiti tra il racconto fantastico, in cui l’immaginazione spazia senza limiti, e quello dell’orrido e dell’angoscia, tanto più convincente quanto più legato al quotidiano, alla vita di tutti i giorni: d’un tratto, senza preavviso, la grigia e monotona vita ordinaria si spezza, con lo stridore di un vetro frantumato, per lasciare il posto a un’altra dimensione, in cui tutto, anche l’impensabile, diventa possibile.

(...)

 

 

 

Zakaryya Tamer, nato a Damasco, in Siria, nel 1931, è uno dei più noti autori arabi di racconti brevi. Trascorre la prima parte della vita nell’amatissima Damasco, i cui vicoli brulicanti di vita e i cui caffè sono vividamente descritti in tante delle sue storie.
All’età di tredici anni è costretto ad abbandonare gli studi per lavorare come apprendista fabbro. Dal 1957 comincia a scrivere per diversi giornali siriani. Nel 1960 pubblica a Beirut la sua prima raccolta di racconti brevi, Il nitrito del bianco destriero. Nel 1963 pubblica la sua seconda raccolta, Primavera nella cenere. Oltre a svolgere l’attività di giornalista e di scrittore, Tamer lavora, dal 1967, per il Ministero dell’informazione siriano e, più tardi, per la televisione di Stato. Nel 1970 pubblica la sua terza raccolta di racconti, Il tuono e, a partire dallo stesso anno, inizia a lavorare per diverse riviste letterarie.
Nel 1973 pubblica la quarta raccolta di racconti, Damasco degli incendi.
Dal 1978 comincia a lavorare per al-Ma’rifa, rivista dell’allora Ministero della Cultura siriano.
Nel 1980 si verifica l’evento che cambierà la sua vita e lo indurrà a una scelta, quella di abbandonare Damasco, che forse non avrebbe mai immaginato: pubblica su al-Ma’rifa l’estratto di un’opera del letterato siriano al-Kawakibi, morto nel 1902. Si tratta di una denuncia dell’ingiustizia, della disuguaglianza e della tirannia e, nel contempo, dell’ignavia del popolo arabo. La pubblicazione desta uno scalpore che induce Tamer a ritirarsi e a trasferirsi in Gran Bretagna, nella quiete di Oxford, dove tuttora vive.
Nel 1998 pubblica la sua quinta raccolta di racconti, Rideremo.
Nel 2001 gli viene conferito il premio letterario Sultan Bin ‘Ali al-’Uways, uno dei più alti riconoscimenti letterari del mondo arabo.
Nel 2002 riceve l’Ordine Siriano al merito.
Nel 2005 pubblica la sua ultima raccolta di racconti, Il porcospino.
Nel 2009 gli viene conferito il premio letterario internazionale Blue Metropolis di Montreal, in Canada.


Opere di Zakaryya Tamer tradotte in lingua italiana:

1979 Z. Tamer, Racconti, Roma, Istituto per l’Oriente (introduzione, traduzione e note di Eros Baldissera).

2002 Z. Tamer, L'appello di Noè. Racconti scelti, Lecce, Manni (a cura di Eros Baldissera).

2010 Z. Tamer, L’ironia del porcospino, Venti racconti di Z. Tamer, a cura di Angela Daiana Langone e Sergio Pizzati, Aracne Editrice.

2012 Z. Tamer, Primavera nella cenere e altri racconti, traduzione di Federica Pistono, Cicorivolta Edizioni.