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Brano
tratto da
"Michelangelo il giostraio (e
le donne)":
Preludio
Ci sono
amori che somigliano a canzoni.
Il ritmo tinvade. Apre il cuore, la mente,
ogni poro della pelle.
Ci vestono alla perfezione.
Cancellano la maschera. Macerano lanima.
Momenti che ci respirano
e ci ributtano fuori strappati. Feriti. Persi.
Ci sono
amori che somigliano a canzoni,
che dovremmo uccidere dentro di noi
per poter sopravvivere.
Oppure ai quali semplicemente arrenderci.
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I
Un profondo
buco nero, non vedo altro.
In questo
preciso momento, nel mondo nascono duecentosessantadue bambini che non
hanno ancora un nome. Un terremoto uccide settantatré persone.
Avvengono ben quindicimilaseicentoquattro abbracci. Diecimilacentosei
infarti. Marco, Rachele e Laura si suicidano. Caterina fa lamore
per la prima volta e non le piace. Giuseppe scopre che suo padre lo ama.
Maddalena, nove anni, è appena stata violentata. Trentacinque milioni
di persone ridono. Sessantotto milioni di persone piangono. Il resto ha
unespressione vuota, come la propria vita.
Poi la bobina
si riavvia. Io sul letto. Muscolo cardiaco che rallenta. Un culo a pochi
centimetri dal naso. Il sapore di una donna sulle labbra e le note della
sonata Quasi una fantasia di Beethoven.
- È tardi - picchietto con le dita sulla sua coscia.
- Che ore sono?
- Le tre e mezza, più o meno.
- Cazzo, mi esce la bambina tra mezzora.
- Appunto, vestiti.
- Non mi sembra che ti spiaccia.
Il vestito è accartocciato ai piedi del letto. Allunga una mano
per afferrarlo e si ritrova a quattro zampe. Il culo è il suo pezzo
forte. Nonostante la cellulite sui fianchi, continua ad avere un suo perché,
soprattutto in questa posizione. Le tette non sono male, ma la gravidanza
certo non le ha migliorate. Si muove come una gatta in mezzo a castelli
di carta.
È questo che mi ha attirato in lei.
- Sbagli, ma sto ascoltando - indico con le mani la musica attorno a noi.
- Non mi è mai piaciuta la musica classica.
Non avevo dubbi.
- Forza, che devo aprire la giostra.
Mi si avvicina.
- Come te la sei fatta? - accarezza la cicatrice.
Non rispondo.
- Ti dona quel qualcosa in più, non so come spiegarlo. Ci stai
bene.
Indossa i collant, che accarezzano le gambe, scurendole come la notte,
poi il vestito. È grigio e corto, stretto sui fianchi e a sbuffo
sopra la vita. Si siede sulla sponda e sinfila gli stivali di pelle.
Non è vicina, ma percepisco il suo odore pungente, sa di zenzero.
- Ci vediamo lì, allora? - chiede.
- Io ci sono di sicuro.
Punta gli occhi scuri su di me.
- Guarda che non vado a letto con tutti. È che sto trascorrendo
un periodo difficile e
Insomma, volevo prendermi una pausa.
- Non cè problema - sorrido - sono settimane oramai che ci
vediamo e non mi sembra di averti mai chiesto nulla.
- Che ti prende?
Lascia stare, non le dico.
- Tu non puoi capire, vivi solo. Non hai una famiglia, dei figli. È
complicato - insiste.
Mi alzo, nudo, infilo i pantaloni e raggiungo la macchina del caffè.
- Perché dovete sempre giustificarvi?
Inserisco la cialda.
- Dovete? Con quante vai a letto?
Mi chiedo dove sia finita Cassiopea.
- Senti, non facciamola complicata - afferro la tazzina - tuo marito non
lo saprà mai, non sei un mostro, non è morto nessuno e Dio
ha di meglio da fare che guardare da chi ti fai scopare.
Laroma del caffè, forte e amaro, trafigge laria.
È immobile. Il tempo ha preso una lunga pausa da se stesso. I capelli
spettinati scendono sul viso, lasciando libero alla vista solo un occhio,
le braccia lungo i fianchi e le mani strette a pugno. Le labbra sono carnose
e lucide, appena un accenno di matita sotto gli occhi.
Alcune immagini rimangono impresse nella retina per sempre, come frammenti
di tela nei ricordi.
- Sei uno stronzo.
- Può essere, ma uno stronzo onesto.
- Fottiti Michelangelo!
Quanto è facile far diventare volgari le donne.
La borsa di pelle, che cade a pochi centimetri dalla sponda del letto,
è dello stesso colore degli stivali: amaranto. Un suo gesto improvviso
e la vedo inforcare la porta, sbattendola con decisione dietro la schiena.
- La vita è molto più semplice. Avevamo voglia di fare sesso
e... - ma è già fuori.
Mi guardo attorno: un solo stanzone, non mi serve altro. Un frigorifero,
un piccolo tavolo di legno, uno schermo di cinquanta pollici a led, divano
azzurro proprio di fronte, una libreria a vista e un letto matrimoniale.
Mi viene sempre fame dopo aver fatto sesso.
- Grazie, pa - sussurro, con lo sguardo verso il lampadario.
Mi ha lasciato una buona eredità: un lavoro vecchio come il mondo,
uninutile laurea in Lettere e Filosofia, raggiunta grazie al suo
fiato sul collo, più che alla voglia di studiare, un appartamento
e un centinaio di migliaia di euro sul conto corrente, per le piccole
voglie. Ma, in fondo, penso di meritarmelo. Non ho mai ucciso nessuno,
tratto bene i bambini e offro un po di piacere anche alle loro madri,
le aiuto a sentirsi in colpa e alla fine potrebbero guadagnarci qualcosa
anche i mariti.
La donna, che è appena uscita come un razzo da casa mia, si chiama
Laura. Trentanni, una figlia di nome Alessia, di cinque, e un marito
che non ho mai conosciuto. Alessia è bionda, quando sorride le
si gonfia una piccola pallina di pelle tra le sopracciglia. Indossa occhi
chiari, verdi, come fossero accessori senza importanza, e ha lo sguardo
di chi vorrà tutto dalla vita. Prende il codino come fosse la cosa
più importante del mondo. Di sua madre ricordo che tiene gli occhi
fissi, senza sbattere le palpebre, per una manciata di secondi, quando
viene.
Gli istanti nei quali una donna raggiunge lorgasmo sono impagabili:
cade ogni difesa, perde ogni armatura, è come se si spogliasse
della pelle stessa per rimanere davvero nuda.
Pane di segale, parmigiano reggiano, stagionatura trentasei mesi, il migliore,
due fette di pomodoro, un pizzico di paté di olive e uno sguardo
oltre il davanzale: il mio pasto. Poi osservo Milano dalla finestra. Dal
terzo piano è ancora più malinconica. Tetti, vicoli, vecchi
palazzi e chiese con superbi campanili che tentano di salutare il cielo,
sovrastati da pessimi condomini di cemento e vetro. Uomini formiche che
non alzano lo sguardo. Tutti hanno un segreto, tutti sognano qualcosa
di diverso da ciò che possiedono e nessuno che accetta le cose
per quel che sono. Forse è per questo che mi riesce così
facile trovare donne che hanno voglia di fare lamore.
Perché io, alla fine, difficilmente fingo.
Accendo la tv, faccio scorrere lacqua della doccia e creo il mio
personale bagno turco. Aspetto dieci minuti prima di entrare, godermi
la nebbia calda e liberarmi con piacere dellodore di lei dalla pelle.
Finché vengono loro, va bene, ma quando sono io a venire, poi tutto
cambia.
E Laura non fa differenza.
- E tu? - mi rivolgo a Cassiopea, che mi osserva, accucciata sul divano.
Aspettavo se ne andasse - mi risponde con lo sguardo. Il pelo sfuma tra
il marrone e il nero, con striature rosse. Due fessure con cristalli gialli
e uniride sempre più sottile, le orecchie tese e la bocca
che fa intravedere un accenno di denti.
È la prima volta che percepisco chiaramente le sue parole che fanno
eco nella mia testa, ma non sono sorpreso, mi sembra la cosa più
naturale del mondo. Sapevo che, prima o poi, sarebbe accaduto.
- Ti sei nascosta per goderti lo spettacolo?
Si stira, le unghie bianche escono dalla pelle rosa e i baffi sembrano
fili di neve. Si alza e si allunga, poi salta sulla cucina, col muso schiude
lanta e si serve da sola. Cornflakes biologici al cioccolato, i
nostri preferiti. Cadono sul piano cucina e dal sacchetto se ne rovescia
una manciata. Sentirla sgranocchiare mi fa scappare un sorriso.
È
lunica femmina che mi capisce senza parole.
(...)
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Lucio
Figini nasce l'8 febbraio del '71, laureato come Educatore professionale,
sposato con Claudia e padre della splendida Giada, lavora da diciassette
anni in ambito psichiatrico e come Formatore.
Ha pubblicato: "Essere sotto le parole", (poesie giovanili,
Montedit, 2001), "Autobiografia di uno sconosciuto", (romanzo,
Arduino Sacco Editore, 2009), "La fiaba della Buonanotte" (romanzo
breve, Giallomania, 2013 e Youcanprint, 2014).
Per Cicorivolta, ha pubblicato i romanzi: "La
discendenza dell'acqua" (2011), "Sopravvivere
a un angelo" (2012), "Ariel
(delitto a Sestri Levante)" (2013), "FolleMente"
(2014), "Michelangelo il giostraio (e le
donne)" (2015), "Il
rumore di una lacrima (Le inusuali indagini dell'educatore Leonida)"
(2016).
I suoi romanzi non seguono un genere specifico, ma in essi si raccolgono,
contaminandosi, generi quali noir, giallo psicologico, mistery, fantasy,
amore.
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