Michelangelo
il giostraio
(e le donne)
Lucio Figini
e le vite parallele!
di Iannozzi
Giuseppe
Lucio Figini torna in libreria con un nuovo romanzo, "Michelangelo
il giostraio (e le donne)", un romanzo che si lascia etichettare
con una certa difficoltà. Riduttivo sarebbe dire che Figini proietta
il lettore in un mondo parallelo: sulla carta due biografie romanzate,
si potrebbe dunque pensare che l'autore abbia fatto sua la lezione di
Plutarco mettendo nero su bianco caratteri, vizi e pregi dei suoi personaggi,
e di fatto è proprio così. Tuttavia Lucio Figini, a differenza
di Plutarco, non vuole denunciare una falsa moralità, tanto più
che sulla pagina abbiano l'uno di fronte all'altro un uomo di tutti
i giorni, un umile giostraio un po' donnaiolo e il grande Michelangelo
Buonarroti; e però Michelangelo l'autore lo abbozza soltanto
conferendogli una sorniona ambiguità.
Lucio Figini racconta una storia d'amore, o forse soltanto l'amore per
le donne, seguendo uno schema ben collaudato riconducibile ad autori
quali Guillaume Musso e Marc Levy. Figini, un po' giocando con il sosia
dostoevskiano, strizzando solo debolmente l'occhio ai simulacri dickiani,
conduce il lettore in una realtà perfettamente credibile dove
realtà e finzione si sposano per dar corpo all'amore, oltreché
a un segreto che Michelangelo, giostraio di professione, dovrà
suo malgrado risolvere. Ecco dunque che il giostraio, moderno dongiovanni,
dovrà non solo vedersela con una allucinazione (o uno spettro)
che, giorno dopo giorno, gli rinfaccia mancanze e vizi, ma anche con
dei misteriosi messaggi d'aiuto messi per iscritto da parte di una sconosciuta.
Per quanto il giostraio si sforzi di capire chi potrebbe essere a chiedere
il suo aiuto, interrogando pure lo spettro che gli sta alle costole,
alla fine non potrà fare a meno di entrare a contatto con una
verità tanto temuta quanto aspettata.
Con "Michelangelo il giostraio (e le donne)" l'autore Lucio
Figini si porta avanti rispetto ai suoi precedenti lavori pur non rinnegandoli;
con uno stile asciutto e ben calibrato, l'autore costringe il lettore
a impegnarsi all'interno della possibilità che la vita del singolo
possa correre su un doppio binario anziché su uno soltanto. Il
nuovo lavoro di Figini, fuor di dubbio, è una storia d'amore
e un thriller e un viaggio nella psiche, una riflessione sulle possibilità
che l'esistenza sia anche una sorta di spartito musicale dove gli arrangiamenti
cambiano in continuazione e dove l'unica certezza sono forse i sogni,
siano essi prodotti dal sonno, siano essi frutto di una qualche forma
di catatonia.