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(segue)
Dopo
essersi imbattuti, in città, nel corpo orrendamente mutilato di
un giovane svevo, i tre amici sono testimoni, sulla strada per Monreale,
dellaggressione, per mano di due sicari, a una nobile normanna,
Margot, e al suo futuro sposo, Guillaume, di madre normanna e padre siciliano.
Gravemente ferita, riescono a metterla in salvo, sottraendola ai sicari
che, dopo essersi impossessati del corpo senza vita del giovane, danno
inizio, per ordine del loro padrone mandante del crimine, a una caccia
senza quartiere per ritrovarla...
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Brano tratto da: "Una storia siciliana
(d'altri tempi)"
(...)
Mentre,
in silenzio, consumavano la loro colazione addentando, alternativamente,
il pane e la cipolla, si erano sensibilmente avvicinati alle mura della
Ziza. Prima di raggiungerle, Tore imboccò uno stretto sentiero
che si dipartiva da quello principale e si inoltrò fra i campi
di grano. Raggiunsero, dopo circa un miglio, una rustica costruzione che
aggirarono; giunti sul retro, si trovarono in presenza dellingresso
di una stalla. Tore fermò il somaro ed emise un fischio modulato.
Dalla stalla uscì un vecchio di bassa statura, con in testa un
piccolo berretto rotondo di colore nero; era il giudeo, proprietario del
somaro.
«Abbiamo con noi la persona di cui ti ho parlato, Isacco, dove possiamo
nasconderla?»
«In fondo, dietro quelle balle di paglia» rispose il giudeo
e si inoltrò nella stalla, seguito dal somaro e dai tre ragazzi.
Scaricarono il cesto che conteneva Margot, dal quale salì un debole
lamento. Lo liberarono dalle foglie poi, con precauzione, estrassero la
giovane, sotto gli occhi esterrefatti di Isacco, e la adagiarono al suolo,
su un sottile strato di paglia. Si trovava ancora nella stessa posizione
di quando lavevano infilata nel cesto. A fatica distese le gambe
e stirò le braccia, parzialmente anchilosate. Isacco guardò
i ragazzi e indicò la testa della giovane, avvolta dalla benda
con cui, un po maldestramente, Salah aveva protetto la ferita.
«è stata aggredita, ha bisogno di cure e di riposo. Acqua
in bocca, Isacco, la stanno cercando dappertutto.»
«Chi?»
«Guardie, e non solo. Ma non sappiamo per conto di chi» rispose
Rico che, non volendo entrare in particolari e senza fare alcun accenno
alla drammatica conclusione dellaggressione, aggiunse: «Sarai
ben ricompensato.»
Il giudeo, toccato in un punto sensibile dalla promessa del ragazzo, assentì,
soddisfatto, con un cenno del capo, poi si allontanò, tornando
poco dopo con una tazza di latte di capra appena munto, che offrì
a Margot. La giovane non si fece pregare e bevve avidamente il liquido
ancora tiepido poi, rinfrancata, si rivolse a Rico: «Dove siamo?»
«Ci troviamo in casa di un amico, Margot; qui sei al sicuro, non
devi temere nulla.» Poi, in tono più confidenziale, aggiunse:
«Resterai qui per alcuni giorni e quando avrai recuperato le forze
ti sposteremo in un luogo sicuro. è in atto nei tuoi confronti
una caccia senza quartiere. Ma perché ti stanno cercando?»
«Non lo so, Rico; so solo che volevano rapirmi. Questo lho
capito dalle parole dei miei aggressori.»
Rico rimandò ad altra occasione tutte le domande che avrebbe voluto
rivolgerle, poi concordò con gli amici un programma per i giorni
successivi. Nonostante la fiducia di Tore nel giudeo, si dissero che non
potevano lasciare sola la giovane, nelle condizioni in cui si trovava,
per cui decisero che, a turno, uno di loro sarebbe sempre rimasto accanto
a lei. E poiché lui godeva di una libertà assoluta e non
doveva giustificarsi con nessuno, si decise che a lui sarebbero toccate
le ore notturne, mentre Salah e Tore si sarebbero divisi quelle diurne.
Ma non solo. In attesa di sapere qualcosa di più da Margot, decisero
che avrebbero condotto, per conto loro, delle indagini per raccogliere
qualche informazione sulla vicenda. E cosa cera di più appropriato
che girovagare per i mercati della città e infilarsi in mezzo alla
folla, tenendo le orecchie ben aperte per captare qualche notizia. A Tore
toccò il mercato allesterno della Kalsha, frequentato prevalentemente
dalle comunità siciliana, sveva e normanna, mentre a Salah quello
di Bahirù, dove le comunità araba, greca e giudea facevano
le loro compere. Rico, invece, si riservò libertà di incursione
un po ovunque...
(...)
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