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i quaderni di Cico
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titolo: "E
così sia"
collana i
quaderni di Cico
autore: Francesca Boari
ISBN 978-88-99021-98-6
€
12,00 - pp.80 -
© 2018
Ciao
papà, sono Francesca.
E dove saresti?
Sono altrove con te addosso.
E non sarebbe forse ora che tu mi lasciassi andare?
Non ancora, non adesso. Certo ci sto provando.
Con te è più difficile. Chi resterà ad amarmi del
tuo stesso amore?

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“Cara Francesca,l'ho letto in un attimo e d'un fiato, perché
è talmente immediato e coinvolgente che non si può fare
a meno di andare avanti a ogni capitolo - e devo dirti che è
un capolavoro. E' un romanzo (perché in fondo c'è un sviluppo,
un inizio e una fine, anche se esile) e al contempo una profonda riflessione
filsofica, dove però il dubbio e la suggestione prevalgono sul
concetto e sulla risposta. E', come ti ho già detto, toccante,
poetico e commovente. Si nota il tuo stile inconfondibile, giunto a
pieno controllo e maturazione (la tua "parole" di saussuriana
memoria, cioè il marchio singolare delle lettera con cui tu imprimi
all'universale della lingua il tuo inconfondibile spirito), e la tua
consueta, disperata ricerca di senso attraverso la coscienza e l'interrogazione
del mondo, che però, in questo libro, ha di fronte a sé
il suo opposto, cioè l'eterno, il Tutto, la fatalità e
la necessità - in una parola, il Nulla come dimensione muta ma
ugualmente parlante (anche se parlante come puro significante e non
come significato…). La figura di tuo padre è la perfetta
incarnazione della metafora paterna lacaniana (con tutte le incrinature
del padre umano, cioè del padre reale, che la sua dimensione
viva e personale rappresenta) e dell'archetipo del Vecchio Saggio junghiano,
con tutte le sue Ombre e i suoi silenzi, che ne aumentano perfino la
sacralità. Lui ha accettato il Nulla, è evidente, lui
si è rassegnato. Quando lo farai tu? Lui ha raggiunto la Pace
prima della morte perché (e in questo consiste la sua saggezza)
ha saputo vedere in quel Tutto senza senso il parlare di un Senso superiore,
indefinibile dalla ragione, che si può afferrare solo con il
sentire. E dunque ha afferrato la pienezza dell'enigma, cioè
del non-senso. Ma è nell'enigma, diceva Lacan, che il senso raggiunge
il suo massimo vertice. E' quel puro significante, quel puro apparire
del mondo, che lui ha capito e veduto, e accettato come tale. In ogni
caso, tu preferisci, nietzscheanamente, gioire con i tuoi fantasmi,
in una festa surreale e grottesca (e anche un po' satanica) in cui i
tuoi demoni festeggiano l'assenza di senso, cioè il fallimento
stesso della tua ricerca. E gli danno senso ballando. E' pura volontà
di potenza, cioè capacità nietzschena (e forse leopardiana)
di sentire l'ebbrezza sull'abisso del nulla. Di un nulla, stavolta,
relativo, cioè da scrivere con la "n" minuscola. L'opposto
della serena rassegnazione di tuo padre, della calma placida e contemplativa
del Vecchio Saggio. Il Nulla contro il nulla, in pratica. Dove si vive
meglio? Nel primo non si crea e si guarda solo, nel secondo non c'è
nulla se non lo strepito festante degli animi liberi. E' lo stesso strepito
della tua coscienza, in fondo, che cerca disperatamente il senso. In
ogni caso, te l'ho già detto, è un capolavoro, pieno,
tra l'altro, di un sentire autentico e di un afflato poetico-letterario
notevole.
A
presto,Paolo”
di
Paolo Mansanti
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Con una intensa e dolce lettera al padre Giorgio, Francesca Boari si spoglia
nuda come l'onda che frange lo scoglio. In una scrittura vera
(e dunque poetica), densa di riferimenti alla letteratura classica, alla
religione, alla filosofia, trova strumento essenziale di riflessione e
dialogo aperto con chi non è più qui: per poter continuare
a vivere adesso, nella mancanza, il lunghissimo brivido di ciò
che chiamiamo Tempo e che chiamiamo Vita. Sia che le nuvole salgano e
discendano
dal sole o tremino le foglie. In attesa di meglio capire. Forse. Un giorno.
Paolo
Brunelli
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(Brano
tratto da "E così sia"
“La terra, poi, è in eterno priva di
senso, e poiché racchiude i significati di innumerevoli cose,
molti in mille modi ne effonde alla luce del sole. Qui, se qualcuno
vorrà chiamare Nettuno il mare e Cerere le messi, e preferisce
usare impropriamente il nome di Bacco che pronunciare il vero nome del
mosto, concediamogli di nominare la terra Madre degli dèi, purché
di fatto si astenga dal contaminare il suo animo con turpe superstizione.”
(Lucrezio, De rerum natura)
Avevo
da tempo deciso di scriverti perché non volevo che rimanessero
tra noi dei sospesi, delle parole non dette, cose non capite, non digerite,
insomma quelle cose che si pensano ogni giorno e non sai mai quando
è il momento giusto per incominciare a dire.
Poi, inesorabile, come sempre è, l’ora si è stropicciata
sui nostri orologi. Tempo scaduto. Troppo tardi? Chissà se mi
senti ancora. Sei sordo da un po’, ma poi non lo so per davvero
se sei sordo o se hai sempre finto per non rispondere subito o piuttosto,
come è sempre piaciuto a te, per usare il silenzio come strumento
per portare me alla riflessione, alla decisione più o meno giusta,
a fare quei conti che non ho mai saputo e voluto fare. Non lo so nemmeno
oggi. Il canto dei grilli, in questa strana estate, che di nuovo brucia
la mia pelle, è assordante. Più che un canto, un grido
ossessivo e spaventoso. In questi giorni mi fanno una compagnia strana
le tue mani. Dopo poco erano già viola. Gli è scoppiato
il cuore. Come può essere che il cuore scoppi? Quando arriva
a scoppiare? Lo so che esiste una spiegazione scientifica a queste parole.
Non mi interessa. Anche il mio, papà, scoppierà? Sai dirmi,
puoi rispondere, ovunque tu sia? Mando giù queste patate lesse
e cerco di aggrapparmi di nuovo all’incanto delle stelle. Voglio
resistere, devo ancora dirti addio. Te lo devo.
(...)
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Francesca
Boari è nata a Ferrara nel 1966.
Educatrice, scrittrice, insegnante di storia e filosofia, ha pubblicato
“Il
prezzo del riscatto”
(romanzi brevi, Cicorivolta 2008), “Aldro” (romanzo ispirato
alla vicenda giudiziaria e di cronaca sul caso Aldrovandi, Corbo 2009),
“Piovono
sassi dal cielo” (romanzo,
prima e seconda edizione, Cicorivolta 2013 e 2014), “Ragazzi
cari vi odio, vi amo”
(diario epistolare per una nuova grammatica dell’agire, scritto a
quattro mani con Andrea Bonvicin, Cicorivolta 2014),“Un
dentro tanto grande”
(romanzo, Cicorivolta 2016). Ha organizzato eventi e convegni a Ferrara
sul tema dell’adolescenza, in collaborazione con la Clinica di psichiatria
e l’Università.
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