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Seconda Guerra Mondiale.
Fronte orientale.
Campagna italiana di Russia.
I tedeschi
e i loro alleati sono arrivati a Mosca senza quasi combattere, poi improvvisamente
i russi attaccano e si ribaltano le cose. Moltissimi italiani si ritrovano
circondati, caricati sui treni e spediti a est dopo marce estenuanti.
Gli italiani del romanzo finiscono in Kazakistan, ma prima di arrivare
al campo di lavoro e di morte di Spassk riescono ad evitare il peggio.
Sopravvivranno in qualche modo, ma la guerra finisce e gli italiani non
lo sanno, lo impareranno qualche anno dopo e cercheranno di scappare in
modo rocambolesco.
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La storia
Dopo che
la Germania e suoi alleati, compresa l'Italia, attaccarono la Russia il
22 giugno 1941, nei 22 campi di prigionia nella regione di Karagandà
(Kazakistan) cominciarono ad affluire i primi prigionieri di guerra, erano
soprattutto tedeschi e giapponesi.
La vita in questi campi era molto simile se non peggiore a quella dei
gulag siberiani, si differenziava dai lager tedeschi solo perché
questi ultimi erano concepiti per eliminare i prigionieri.
I reclusi in Russia venivano impiegati soprattutto nella estrazione del
carbone e della pietra. I prigionieri morivano per le temperature a meno
di 40 gradi, di incidenti nel lavoro, di tifo e polmonite, di fame e fatica.
Seicento prigionieri furono giustiziati perché accusati di aver
rubato cibo e vestiario, senza tener conto che stavano morendo di fame
e freddo.
Nei vari campi di lavoro e soprattutto in quello di Spassk, in Kazakistan,
furono internati circa 8.000 italiani, i 300 sopravvissuti furono liberati
soltanto nel 1956.
Andrea Bordino racconta che nel campo 99 ci si alzava alle sei, alle otto
ricevevano una specie di tè e qualche volta un pezzo di pane nero.
Alle dieci e mezza mangiavano una scodella di miglio, un'altra alle quattro
del pomeriggio quando era già buio, accompagnata ogni tanto da
un pizzico di farina oppure da una patata.
A vent'anni, nel 1942, Andrea Bordino era stato arruolato nel Reggimento
di Artiglieria Alpina ed era partito per il fronte russo come addetto
al vettovagliamento. Nei giorni della ritirata e mentre l'ARMIR era circondata
dalle truppe nemiche sul Don, cadde prigioniero insieme a suo fratello
Risbaldo.
Entrò nei lager siberiani e poi in quelli della Mongolia, pensò
sempre agli altri prima che a se stesso. Nel campo di Pactarol si prese
cura di infettivi e di moribondi. Quando tornò in Italia non riusciva
a dormire in un letto e si sdraiava in terra, poi bussò alla porta
del Cottolengo di Torino e si dedicò ai malati con il nome di fratel
Luigi.
E' stato beatificato il 2 Maggio 2015.
Pietro Ghione afferma di aver visto un soldato cibarsi delle carni di
un prigioniero morto, lui era distrofico e spesso non riusciva a reggersi
in piedi. In un certo periodo ha avuto dei foruncoli sulla schiena grossi
come uova che quando si aprivano lasciavano un buco profondo.
Queste testimonianze sono avvalorate da molte altre.
"Mentre
scrivevo questo romanzo correva l'anno 2018, guardando il telegiornale
ho ascoltato la notizia che la Russia ha consegnato 100 spoglie di soldati
italiani al nostro governo. Ancora adesso i russi stanno nascondendo le
atrocità commesse ai danni dei prigionieri? Perché non li
hanno consegnati prima? Le cento famiglie di quei soldati dovevano saperlo
che erano morti, che non potevano più tornare!
Forse ci sono ancora dei nostri soldati, dei figli o nipoti di nostri
soldati che lavorano come schiavi, che si sono nascosti per non essere
internati, che vivono come selvaggi pensando che la guerra non sia finita.Forse
ci sono ancora dei nostri soldati o loro discendenti, che hanno sposato
donne russe e che vivono in quelle terre lontane sognando l'Italia.
E' incredibile, è atroce, ma potrebbe essere vero." (Angelo
Vaccari)
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Angelo Vaccari è nato a Nonantola (MO) nel 1952. Dopo una brillante
carriera in banca, arrivato in pensione, ha cominciato a scrivere romanzi
storici. Ha
pubblicato La reliquia di Nonantola, Anselmo e l'Abbazia,
Dammi un segno, La charta, Sangue fraterno, Vendetta,
tutti premiati in svariati concorsi letterari. Da Cicorivolta ha pubblicato,
nel 2014, Santa
o prostituta? Matilde di Canossa e Nonantola (a.D. 1076-115),
nel 2015, Lajos
il barbaro (a.D 887-924),nel 2020,
Fratello
sole, sorella luna (San Francesco, 1200-1226 a.D.).
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