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Chi è Giuseppe Iannozzi? intervista
a cura di Chiara Demma
1) Chi è Giuseppe Iannozzi? Difficile dire chi sono: nella più parte dei casi, un amico. Ma non nego che so essere anche nemico di me stesso, e per gli altri. Un tempo parlavo di me, maggiormente: oggi mi vengo a noia, da solo. Trovo che non sia né intelligente né interessante parlare di me. Sono uno dei tanti, ma animato da un forte narcisismo, dallarroganza anche; però non ne ho mai fatto mistero. 2) Cosa hanno rappresentato per te gli anni della scuola? Probabilmente niente, ma con il senno di poi. In verità ricordo poco di quegli anni, se non che ero perennemente con la testa fra le nuvole. Ma per finta. 3) Ti sei mai sentito diverso rispetto ai tuoi compagni? No. Semmai ho guardato ai miei compagni con sospetto, spesse volte pensandoli da me diversi, inferiori. E quello che si può dire un errore di gioventù, ma che ripeterei. 4) Credi al male di vivere degli artisti? Sì, credo che gli artisti spesse volte amano farsi del male. Ma lo stesso brutto vizio ce lha pure chi artista non è. Il male di vivere temo sia radicato in molti, senza che ci sia bisogno di andare incontro allarte e alle sue velleità. Lartista soffre perché non viene riconosciuta la sua arte, o perché viene interpretata male; ma più spesso perché creando toglie qualcosa a sé stesso. Creare significa privarsi di un po di sé stessi per darlo in pasto al pubblico, o alle ortiche. Creare significa perdere molto della propria vita, significa accorciarla la vita nel tentativo spesse volte fallimentare di eternare sé stessi nelle opere create.
No,
non credo in un dio. 6) Eros e letteratura coppia vincente? Tutta la letteratura è piena di eros. Quella contemporanea in una misura esagerata, inutile. Molti libri che oggi si stampano sono puro onanismo. Se fossero volgari, perlomeno sarebbero un minimo interessanti; ed invece così riescono a far scalpore solo per il tempo di una moda, poi vengono dimenticati. Troppi malfatti epigoni di Henry Miller e Charles Bukowski, troppi che pensano che scrivere figa e cazzo equivalga a far letteratura. 7) Il lavoro che maggiormente ti ha gratificato? E la vincita? Non
cè un lavoro che mi ha gratificato
maggiormente.
Ma i lavori che mi hanno dato anche di che mangiare mi hanno gratificato
di più rispetto a quelli che sono stati presi dassalto
da vuote ammirazioni. 8) La collaborazione o lintervista che ti ha lasciato dentro qualcosa? Ho
intervistato molti personaggi. Intervistare è sempre unesperienza
eccitante, per me; lo è un po meno per chi subisce i ferri
delle mie domande. 9) Chi può definirsi scrittore? Chiunque brandisca una penna o una matita. I più poveri, i meno liberi, ancor oggi sono costretti a scrivere le loro proprie memorie con il sangue. Ma conoscere la grammatica non fa delluomo uno scrittore. Il più delle volte luomo che ha dalla sua solo la grammatica è sterile, inadatto a creare: di onanisti che si piangono addosso il mondo ne è pieno. 10) Quando hai scoperto desser un artista? Io non mi sono mai detto né artista né poeta né altro: è sempre stato qualcun altro a dir di me, in vari modi. Sinceramente avrei preferito essere un pastore e vivere tra pecore e capre, in montagna, lontano dalle ripetute e durevoli scoregge degli uomini. Mi sono solo e sempre detto arrogante, narcisista, democratico tiranno in alcuni casi. Sì, sono dellopinione che sarebbe stato meglio esser detto pastore o pecoraio. 11) Quando hai cominciato a scrivere il tuo primo pezzo? Ero giovane e con molte fisime che mi ronzavano in testa: parliamo di tanti e tanti anni fa. Il mio primo pezzo non è più tra le mie mani perso chissà dove. Non è un gran danno, tranne per lo sfortunato che un domani dovesse trovarselo fra le mani. 12) Torino, è la città che ti ha cullato e che continua a scorrere nel tuo sangue: quanto ha influito sul tuo talento, sui tuoi romanzi? Torino
ha influito molto su me, sulla mia scrittura. Scrittori quali Cesare
Pavese, Beppe Fenoglio, Primo Levi, Nico Orengo, Mario Soldati, Guido
Ceronetti, e molti altri ancora, hanno sicuramente contribuito a formare
quelle che sono oggi le mie idee intorno alla Letteratura e alla scrittura. 13) Il lavoro più complesso e più lungo che hai composto? Complesso non lo è, lungo sicuramente: un romanzo fantasy che scrissi parecchi anni or sono, e che non ho mai fatto leggere ad alcuno. E un lavoro che spero rimanga nel cassetto, per sempre: quando lo scrissi ero eccitato, molto. Oggi mi fa solo un po pena Però, con tutte le sue imperfezioni, quel fantasy scritto in età giovanile mi è caro, forse proprio perché mi induce a provar della pena. 14) La donna ti ispira? Se avessi poteri soprannaturali, quale delle dee passate ameresti? Sì,
sicuramente. Anche per le mie storie è importante la donna. Il
fascino muliebre serve alla trama della vita e della morte in egual
misura. 15) Cosa ti aspetti dal pubblico? E Dai tuoi ammiratori? Niente né dal pubblico, né dagli ammiratori che ti assicuro sono assai pochi. E spero che il poco pubblico che mi segue non si aspetti grandi cose da me. 16) Oltre alla letteratura, quale arte abbracci? Mi
piace dipingere, disegnare: quando non scrivo, disegno. Ma sono una
schiappa quando si tratta di fare dellarte digitale. Sono vecchio,
inutile negarlo: amo troppo i carboncini, gli acquerelli, i colori a
olio. 17) Ammiri gli artisti interamente autodidatti? O li rimproveri? Perché mai dovrei rimproverarli? Semmai li ammiro, per la forza, per il coraggio di non appoggiarsi a scuole, a idee spartane vecchie di secoli, che solo mortificano linventiva dellartista. 18) Sei un autodidatta? Sono un meticcio: per metà autodidatta, per metà formato da In verità, non è importante chi ha contribuito a formare quella parte dellEgo che è mio. 19) Ti consideri Narciso e Drella (un po dracula e cenerentola)? Non è che mi consideri: sono un narcisista dichiarato. Drella era uno dei nickname di Andy Warhol. Io lho adottato per molto tempo, perché so anche essere dracula e ingenuo in tempi diversi. Il problema è soltanto quando sono dracula e cenerentola allo stesso tempo. 20) Il mondo della letteratura attraversa un periodo oscuro, negativo: è vero? Se sì, come mai? e cosa, eventualmente, dovrebbe cambiare? Le
arti, il mondo delle arti è in crisi da parecchio tempo. Praticamente
da quando luomo ha iniziato a pensare allarte e a farla
a crearla dal nulla, spesse volte a solo favore del più
totale e assoluto Niente, quasi con la presunzione di dar concretezza
al Niente, che è per sua natura impalpabile. 21) In quali valori credi? Non ho una scala di valori dove un valore è più importante di un altro. Non ho una scala. Mi piace pensare a me stesso come a unanima salva, così tanto da escludere anche lanarchia. Credo solo in ciò che vedo e che può essere dimostrato attraverso il raziocinio. 22) Riesci a vivere della tua sola arte? Nellimmediato
non ho intenzione di ridurmi a essere un pezzente. Pochi riescono oggi
a vivere grazie alla loro arte. 23) Il tema preferito nei tuoi scritti? Mi
piace affrontare tanti temi nei miei scritti, spesse volte adottando
stili diversi. 24) Lamore esiste? Sì, è fumo duna sigaretta. In questa forma volatile esiste. 25) Hai sogni? Finché
vivo avrò dei sogni, come tutti. E inevitabile che sogni.
E inevitabile che puntualmente non si realizzino: così
è (quasi) per tutti, quindi non vedo perché dovrebbe essere
diversamente per me. 26) Cosa ti fa arrabbiare e cosa commuovere? Ultimamente
tutto mi fa incazzare, come una iena. La morte provocata per mano umana
mi fa incazzare; ma non sarà con la mia incazzatura che luomo
smetterà dessere stupidamente uomo. 27) Esiste ancora il divario tra nord e sud? Come consideri il sud Italia credi anche tu alle leggende dei veli neri, delle lupare e compagnia bella? Scriveresti mai un romanzo ambientato interamente in Sicilia? Un
divario tra Nord e Sud? Ieri forse sì, ma per ragioni economiche,
di risorse terrigene. Oggi lItalia è tutta nella merda:
i più poveri sempre più poveri. 28) Se tu non fossi un artista, cosa ti piacerebbe essere? Che lavoro vorresti fare? Me la godrei un mondo a non fare niente, tra i monti canadesi, o al sole su unisoletta cubana. 29) Per riuscire nella tua arte, nel tuo talento che hai portato avanti davvero con lode, quali sacrifici hai compiuto? Ho speso soldi, molti soldi per comprarmelo il poco di talento che ho. Se ne è valsa la pena? Probabilmente no: avrei fatto bene a tenermi i soldi in tasca a questora potrei forse già essere vicino al mio sogno. 30) Hai gli anni di Cristo, e come mai già, ti senti vecchio, vissuto? Oddio!
Non amo parlare della mia età.
leggi anche: Giuseppe Iannozzi. Intervista collettiva (AA.VV.) allautore di "Angeli caduti"
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