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Brano tratto da "Se
tu mi vuoi"
marzo
(2010)
Non posso dormire.
Non posso nemmeno respirare.
Prima era tutto semplice, fino a 5 minuti fa.
Abbiamo fatto sesso, abbiamo guardato un film e ora lui dorme di là.
Ma lui non è Marco.
Marco è morto in quellincidente, due anni e mezzo fa.
E perché, perché quello sta dormendo al suo posto? Perché
non cè Marco di là?
Me la ricordo lultima notte che siamo stati insieme. Abbracciati
a ridere fino alle 6 di mattina. Non riuscivo a dormire. Avevo il volo
alle 10.30 da Bologna per un viaggio di lavoro ad Auckland e ladrenalina
scorreva allimpazzata tra le mie vene. Lidea di staccarmi
da lui mi preoccupava, non eravamo mai stati un mese lontani, così
non riuscivo a fare a meno di avere un contatto fisico con lui.
Poi la mattina dopo.
Aspettavamo i miei che stavano venendo a prendermi. Mi sarei fermata in
Thailandia per 10 giorni prima di arrivare ad Auckland. Volevo passare
un po di tempo con loro. Poi arrivò quella macchina ai 160
allora che aveva fatto quella rotonda e si dirigeva a tutta velocità
su di noi che stavamo in piedi a lato dellauto di Marco. Mi sollevò
al volo e mi fece cadere insieme a lui nellaiuola dietro di noi.
Lurto tremendo delle lamiere che si schiacciavano preceduto dallo
stridio delle gomme sullasfalto mi fermò il cuore per qualche
lungo istante. Eravamo vivi e illesi. La macchina di Marco era completamente
distrutta. Cominciammo a litigare con il cretino che aveva fatto quel
testacoda da paura, ma i miei arrivarono, laereo ci attendeva e
non cera tempo né per aiutare Marco nella constatazione amichevole
(che tanto amichevole non era, io gli avrei tirato un pugno in faccia!)
né per aspettare la polizia, così lo salutai frettolosamente,
come se ci fossimo visti a casa per cena la sera stessa.
E invece era finita.
Quello era lultimo minuto insieme, lultimo abbraccio, lultimo
bacio.
Quanto è vuota questa casa ora, e silenziosa e grande.
E con quel ragazzo che dorme di là mi sembra ancora più
vuota.
Ci frequentiamo da poche settimane.
Mi piace, ci sto provando. Non voglio buttare via tutto subito. Voglio
darmi una possibilità. Voglio lasciare Marco nel passato. Devo
riuscirci, prima o poi.
Ma sto talmente male dentro che non riesco neanche a rivivere il passato
con la memoria. Il vuoto è una voragine che mi schiaccia.
È successo tutto perché prima stavamo guardando un film
e stavo bene, per un attimo gli ho voluto bene davvero.
Ma quando sono andata a dormire il ricordo di Marco mi ha schiacciato
con tutta la sua forza. Forse è troppo presto per dormire con unaltra
persona. Forse le altre due volte in cui ha dormito qui ero più
stanca o leggermente ubriaca, quanto basta per addormentarsi subito, prima
dellarrivo dei maledetti pensieri.
Ma ora
Mi chiedo se sarebbe diverso se lui non fosse di là. Forse sì.
Forse me ne starei da sola con il mio dolore e potrei piangere senza il
silenziatore e potrei non recitare un ruolo che non è il mio, smettere
di fare la ragazza spensierata e felice che ha superato tutto.
Vorrei che fosse una di quelle sere in cui litigavamo e io venivo di qua
a dipingere e aspettavo che lui venisse a prendermi. Me la tiravo perché
sapevo che non riusciva a dormire senza di me. Me la tiravo troppo, davvero!
Quanto esageravo! Quanto pagherei ora perché lui fosse ancora di
là!
Cè bisogno di questo per capire che la maggior parte delle
volte si litiga per delle stronzate? Cè davvero bisogno di
una punizione così grande? Forse sì
perché
ci si rovina la vita per delle piccolezze assurde, quando si potrebbe
stare bene con poco. Ma siamo solo stupidi umani e sappiamo solo complicarci
lesistenza con le nostre gelosie dovute alle nostre insicurezze,
e le nostre ansie per ogni cosa. Bisognerebbe imparare a goderci ogni
momento, ogni frammento di felicità , ogni magia che Dio ci regala.
Invece pensiamo che saremmo felici solo se vincessimo il supenalotto,
se potessimo andare a letto con Brad Pitt o Belen Rodriguez o se diventassimo
ricchissimi. Vogliamo di più, sempre di più e viviamo solo
per raggiungere i nostri scopi principali ma, una volta raggiunti, ne
abbiamo pronti altri e poi altri ancora. Siamo schifosamente ambiziosi,
ricercatori, calcolatori. Ed è giusto sì, perché
la vita è questo, la vita è avere obbiettivi. Io lo so bene:
sono un avvocato. Due viaggi a Auckland per diventare lunico consulente
della Fruit&Juice, multinazionale esportatrice di frutta della Nuova
Zelanda. Tante cause in tribunale. E ogni causa vinta è solo desiderio
di maggiore potere. Lo avete visto Lavvocato del diavolo
con Kenue Rives e Al Pacino? Ecco
la sensazione è quella.
Di non accontentarsi mai, di pretendere di più . Volevo che Marco
mi dedicasse più attenzione, che smettesse di uscire ogni venerdì
con i suoi amici scapoli a caccia di qualche ragazzetta single da inchiodare.
Volevo che mi aiutasse di più nei lavori di casa, che portasse
giù la spazzatura e che trovasse un lavoro che gli potesse dare
più soddisfazione. Che stupidaggini
Che richieste ridicole
ora che è 3 metri sotto terra e non potrò mai più
litigare con lui perché non ha lavato i piatti!
Sono troppe le volte che ci dimentichiamo dei contorni, delle piccole
cose, di un tramonto sulla spiaggia, dellaffetto di un gelato con
tua mamma da Linus, di una colazione frettolosa prima del lavoro con la
persona che ami.
Ma che mi sta succedendo? Stavo bene e ora sono qui con questi pensieri
paranoici.
Sono qui a pensare ancora a Marco. Alle vacanze in Grecia, alle serate
ai quiz in cui eravamo campioni, alle trasferte con il Bologna calcio
nelle giornate di sole. Alle notti in cui dormivamo insieme e litigavamo
e io venivo a dormire di qua.
A volte mi sembra di vivere un incubo-sogno per i bei momenti.
Vivo pensando che prima o poi mi sveglierò nel mio letto IKEA montato
dal mio migliore amico Mik (Mister Ikea) e sarò abbracciata a Marco
e non ci saremo mai lasciati, e non avrà mai lasciato le chiavi
sulla tavola del salotto prima che io atterri al Marconi di ritorno dal
mio viaggio, non lo avrò mai visto con quella bionda dal naso lungo
in centro e tutto sarà stato solo una pausa-sogno per riprenderci
un attimo e accorgerci di quanto il nostro amore sia unico, grande, pazzesco.
Lo trovo buffo. Trovo tremendamente buffo il fatto che di là ci
sia un ragazzo che conosco a mala pena e non ci sia Marco. Che speranze
posso avere? Che futuro mi aspetta?
Soffro in silenzio ma almeno ho smesso di piangere. Però non ho
il coraggio di tornare di là. Rischio di scoppiare in singhiozzi.
Che fare?
Posso rimanere qui, ma Marco non verrà a prendermi per chiedermi
di tornare di là, a nanna. Non amerò mai nessun altro.
Forse lo abbiamo sempre saputo che non saremmo rimasti insieme. Forse
per questo abbiamo sempre litigato, perché sapevamo che prima o
poi sarebbe finita
Non saprò mai la verità su di lui.
Avrebbe lasciato Annalisa e sarebbe tornato con me? Lei cera già
prima che io partissi per quel viaggio? Le cose sarebbero state diverse
se non avessi accettato quellincarico di lavoro?
Se non avessimo litigato quellultima stupida volta. Non volevo che
andasse ad Ancona a trovare il migliore amico della sua ex di ritorno
dalla trasferta a Roma a vedere il Bologna. Che cazzo me ne fregava, poteva
anche vederlo quel coglione se avessi saputo che questo avrebbe cambiato
il nostro destino.
Le gelosie sono più care di un mutuo trentennale. Il dolore che
provocano necessita di un periodo ugualmente lungo per essere espiato.
Emma, che ci fai qua alzata?, mi chiede il ragazzo alto biondo
in piedi sulla porta del mio soggiorno. Vestito solo con i calzoncini
corti del pigiama ha un fisico statuario e laria assonnata.
Ritorno al mio presente come una persona che viene salvata prima di annegare
negli abissi del passato. Respiro a fondo e metaforicamente sputo fuori
lacqua che mi stava strozzando.
Ah, dipingo, scusa mi è presa lispirazione.
Vieni a nanna?
Sì, 5 minuti.
Qualcuno mi è venuto a prendere.
Qualcuno bellissimo ha appena varcato la soglia della porta del mio salotto
e mi ha chiesto di andare a nanna, gentilmente, sorridendo
Non è Marco.
Ma la devo smettere.
Ora è tempo di ricominciare a vivere
(...)
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Emanuela
Carli, nata a Faenza nel 1982, vive da 10 anni a Bologna.
Proprietaria insieme alla sua famiglia dello stabilimento balneare Le
Piramidi ( a Lido Di Spina, in provincia di Ferrara), e di Ma.Ma. catering
(organizzazione di eventi e matrimoni), da sempre ha coltivato la passione
per la lettura e la scrittura.
Laureata in lingue e appassionata viaggiatrice, ha già pubblicato,
nel 2009 con Cicorivolta, Un
amore lungo un'estate, le cui vicende vengono riprese in
questo secondo romanzo.
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