Scomparire
di Claudio Marinaccio
Articolo
di Sara Colangeli per
Rivista!unaspecie
Il bugiardino avverte: questo è un libro di AUTODISTRUZIONE.
Nonostante le indicazioni precise che lautore stende nel suo foglietto
illustrativo iniziale, il lettore difficilmente sarà pronto allescalation
di annientamento che incontrerà nel libro.
Scomparire
è un romanzo breve che si divora in meno di unora e che
lascia in bocca un retrogusto amaro e nello stomaco una sensazione di
vuoto.
Si tratta del primo libro di Claudio Marinaccio, torinese, classe
1982,
che, dopo avere autoprodotto il racconto Odore di follia,
ora sceglie di affidare la sua nuova creatura a Cicorivolta edizioni.
Del narratore
protagonista nulla si sa a partire dal nome,
eccetto lunica caratteristica che importa: è sovrappeso.
I capitoli del romanzo si susseguono raccontando il percorso
di una perdita di peso che condurrà alla distruzione totale,
mettendo in luce, pagina dopo pagina, tutte le contraddizioni
e le alienazioni del mondo moderno. Il racconto è quello di un
distacco progressivo da un mondo in cui il protagonista non è
in realtà mai entrato veramente. Solitudine, consumismo, apparenza,
ossessione per il wellness.
La realtà descritta in Scomparire è allo stesso
tempo tremendamente sinistra e familiare. Per il protagonista si tratta
di una realtà senza via di uscita,
alle regole della quale deve obbedire nel tentativo di essere accettato,
e paradossalmente il riuscire nellobiettivo coinciderà
con la sconfitta totale.
Scomparire
è narrato in uno stile nudo e crudo, con frasi brevi
che perfettamente si prestano a descrivere il pensiero ossessivo-compulsivo
del protagonista. La narrazione delle scene più crude è
asettica e distaccata,
spesso scientifica in alcuni dettagli. Qua e là alcune punte
di unironia amara condiscono il tutto. Immediato è il confronto
con Chuck Palahniuk e Irvine Welsh.
Legoismo
è alla base di tutto, è la benzina che alimenta le nostre
vite;
al contrario, un gesto altruista non è altro che un piacere personale,
una cosa che si fa per poi ricevere in futuro la stessa cosa, ed è
per questo che legoista è neutrale, vive infatti la vita
cercando il bene personale, senza però compromettere le altre,
e sfrutta i doni della sapienza per raggiungere la sua felicità.
Io non sono diverso dagli altri, voglio non morire, voglio che il mio
nome sia eterno: il mio desiderio è che quando si pronunceranno
le semplici sillabe del mio nome tutti mi associno a qualcosa, anche
terribile se necessario.
Nel libro
di Marinaccio non cè spazio per il politically correct,
per il perbenismo,
per il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Il narratore protagonista
spinge anche il lettore più riluttante allinterno di una
spirale nichilista in cui ogni relativismo
è cancellato. La narrazione del protagonista si intreccia alle
brevi
ma pungenti storie delle persone che incrocia, intessendo prospettive
altrettanto vertiginose: il quadro di distruzione è completo.
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