La finestra sulla luna
 
 

 


SECONDO VOLUME
DELLA SPLENDIDA TRILOGIA:

"
CHAOS
(gli occhi, le mani l'infinito)"

"OLTRE (laddove han luogo le stelle)"

"INFINITO (laddove noi fummo in altre ere, laddove noi anche siamo)" di prossima pubblicazione.


ordinalo qui


 

 


titolo:
"
OLTRE! (laddove han luogo le stelle)"
autore: Anna Maria Poggi con Alfredo Ferrone
Nota critica introduttiva di Vittorio Sgarbi
collana: La finestra sulla luna
ISBN 978-88-32124-45-3
Volume illustrato, realizzato con tecnica artigianale, rilegato e confezionato a mano con carte di alta qualità e in cofanetto rigido.
€58,00 - pp.128 - © 2023.
In copertina, (RAGGI COME SPADE, part.) illustrazione originale di Anna Maria Poggi.


"Ha una radice profondamente romantica, non nell'accezione più comune e banale del termine, ma in quella storico-culturale, l'ispirazione più genuina di Anna Maria Poggi, sia che si esprima per iscritto o per disegni..."

(Dalla nota critica introduttiva di Vittorio Sgarbi)


 
 
   


Scrivere come se si disegnasse, disegnare come se si poetasse

di Vittorio Sgarbi*



Ha una radice profondamente romantica, non nell'accezione più comune e banale del termine, ma in quella storico-culturale, l'ispirazione più genuina di Anna Maria Poggi, sia che si esprima per iscritto o per disegni.

Un animo, il suo, alla costante ricerca del sentimento come strumento messo a disposizione dal cuore per stabilire un equilibrio interiore con gli altri esseri e con la natura, senza temere il rischio che ad assecondarlo fino in fondo si possa anche cadere nei gorghi della passione.
Un animo convinto che il segreto delle cose vada rintracciato nel loro travalicamento, nel modo in cui la psiche le metabolizza trascendendole, conferendo loro una vita nuova sotto i colpi rigeneratori dell'immaginazione, alata anche quando parrebbe inabissata, col paradiso mai troppo distinto dall'inferno, forse in grado di rivelare dietro le apparenze il segno di un'essenza più autentica.

Nulla è vero come ciò che esiste solo nella nostra mente, districandosi come un fiume carsico fra i meandri contorti dell'inconscio, nei quali trascina scorie di esperienza individuale e collettiva che diventano parte integrante della sua acqua, per poi rivelarsi come sorgente vergine con la fuoriuscita in superficie.

Il mito è allora la più vera delle storie, la continua reinvenzione delle origini del Tutto nella quale passato, presente e futuro finiscono per attraversarsi a vicenda e in continuazione, lasciandoci sempre sullo stesso punto di partenza davanti alle questioni capitali intorno a cosa siamo, cosa ci attornia e dove andiamo.

Non si può guardare solo con gli occhi, lo si deve fare anche con la mente, facendola correre liberamente nei sentieri dell'imprevedibile, dell'ancora non battuto. È la visione, quella della mente, arcana, profetica, l'orizzonte più pertinente dell'arte; non la vista, più propria della scienza, che potrebbe limitarsi solo all'aridità del dato oggettivo, con tutte le implicazioni penalizzanti che ciò comporterebbe, a partire dall'impossibilità di addentrarsi per davvero nel mistero delle cose.

Bisogna invece superare la barriera che ci vede solo nel ruolo di passivi osservatori, vivere ciò che si percepisce come se facesse parte di noi, della nostra interiorità più recondita, del nostro essere nel mondo e con il mondo, tentando di andare finalmente oltre i confini del comunemente definito.

Se è questo che va espresso, nessuna differenza radicale sarebbe concepibile fra la poesia e il disegno: si scrive come se si disegnasse, si disegna come se si poetasse, in entrambi i casi evocando quanto basta perché il complesso più o meno caotico riportato in verso o in tratto non risulti esaustivo, ma conceda il giusto spazio immaginativo al non detto, al non illustrato, a ciò che ancora rimane in nuce e che si potrebbe sviluppare all'infinito, se solo si volesse partecipare al gioco.

Non conta capire, giungere a una verità lampante, valevole universalmente per tutti i secoli dei secoli, sarebbe probabilmente compito vano, al di fuori della portata umana.
Conta il domandarsi e il modo in cui artisticamente lo si manifesta, avendo l'ingegno, davanti all'irrisolvibilità del Tutto, il compito di lasciare in sospeso il discorso per innestarne su di esso altri, ricorrendo, quindi, alla suggestione dell'indefinito, del flusso irrisolto così cara ai simbolisti.

Simbolismo che in disegno, più ancora che in poesia, appare abbastanza evidente pure nel rimandare a illustri precedenti, con le procelle dantesche sui cui fluttuano corpi che sono anime come in un'eterna danza ultraterrena, alla William Blake, per intenderci, su cui riescono a innestarsi piuttosto coerentemente contorni appuntiti alla Aubrey Beardsley e colori extra-naturali in spirito Art Noveau, anche se poi il fattore della sensibilità femminile finisce per acquisire un peso determinante nell'imagerie della Poggi, con archetipi personali e collettivi (il vortice, la maschera, le ali, la fiera, le colombe, le fiamme, l'arcosolio, la mandorla allo stesso modo vaginale e spirituale) che di tanto in tanto riemergono alla luce, ammorbidendo e addolcendo quel tanto che serve a farci capire che solo una donna potrebbe vederla in questa maniera, una donna che guarda al proprio sesso come a una condizione problematica, faticosa, ma privilegiata nell'intuire il significato inafferrabile del mondo, non assimilabile a quella maschile.

Il poeta deve essere un veggente, sosteneva Rimbaud, è suo compito inoltrarsi nell'ignoto per cercare di ritrovare al suo interno il bandolo di una matassa comunque inestricabile, poco importa se in modo stabile o effimero. Individuare una fiammella nelle tenebre del congenitamente disordinato che possa essere di conforto, anche solo per un attimo, alle nostre incertezze esistenziali. Una fiamma che possa dare un motivo al nostro affannoso peregrinare, al nostro essere figli, padri, madri di una famiglia umana in eterno cammino, al nostro essere natura nella natura, fosse pure per un solo istante. Prendere il volo comunque come dovere di vita, anche quando poi ci si accorgesse di non essersi alzati di un metro.

È questo, forse, lo scopo primo che Anna Maria Poggi riconosce all'arte, la sua innanzitutto.

 

 

 
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*L'immagine di Vittorio Sgarbi è stata realizzata in esclusiva per Cicorivolta Edizioni
da Ilaria Grimaldi, illustrator/visual designer - www.ilariagrimaldi.it


 
 
 


Anna Maria Poggi (qui accanto in un autoritratto) ha insegnato nella scuola pubblica.
Ha scritto di poesia e di prosa.
Vive a Forte dei Marmi, suo paese natale.

Da Cicorivolta Edizioni, ha pubblicato (tutte le edizioni con illustrazioni dell'Autrice):
Fato e Sibilla, Vespero e Aurora, Luci ed ombre, che costituiscono, ad oggi, in perfetta simbiosi con la tematica universale del panta rei,i primi tre volumi illustrati della sua poliedrica, intensa Collezione Poetica;a quattro mani con Alfredo Ferrone, la raccolta di liriche Sulle ali di Pegaso,
Parli alle Pleiadi o Cassiopea ti guida?, CHAOS (gli occhi, le mani, l'infinito) oltre a una splendida versione illustrata, con testo originale di Collodi, de Le Avventure di Pinocchio - Storia di un burattino.

Nel 2018 ha pubblicato la raccolta di racconti La bimba, l'arancia e altri talismani.
Sotto lo pseudonimo di Virginia Molina, ha inoltre pubblicato nel 2016, il fortunato romanzo autobiografico Il canto delle foglie, giunto nel 2018 alla Seconda Edizione.
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Con "CHAOS (gli occhi, le mani, l'infinito)", nel 2020 si è aggiudicata, con Alfredo Ferrone, il Premio speciale Poesia e Immagini del Concorso Internazionale Città di Pontremoli e il Premio della Giuria al Concorso letterario Milano International.

Con "Parli alle Pleiadi o Cassiopea ti guida?", nel 2021, insieme ad Alfredo Ferrone, il Premio Zurigo allo Switzerland Literary Prize.

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Alfredo Ferrone (qui ritratto da Anna Maria Poggi) è nato e vive a Forte dei Marmi.

Essere ed esistere tra i poli estremi del centro di se stesso e del centro dell'universo, tra cieli primordiali o futuribili e sentieri di nebbia che sale dal mare, nella sua opera ogni mistero è inverso e doppio. Carpire dal mondo, guardare intensamente, restare impressionati da ciò che vediamo fino all'impellenza di rivelarne l'aspetto illusorio, metafisico e senza tabù, rappresenta per Ferrone il valore inconfondibile della sua stessa esistenza. Uomo nel sogno e poeta del tempo, da sempre assiduo e profondo frequentatore dell'animo umano, fra ricerca espressiva e virtuosa contemplazione, ha pubblicato le raccolte poetiche: La memoria orbata (L'Autore Libri Firenze, 2002) e a quattro mani con Anna Maria Poggi, Sulle ali di Pegaso (Cicorivolta, 2018) , Parli alle Pleiadi o Cassiopea ti guida?, CHAOS (gli occhi, le mani, l'infinito), oltre a una versione liberamente interpretata e illustrata, sul testo originale di Collodi, de Le Avventure di Pinocchio - Storia di un burattino.
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Con "CHAOS (gli occhi, le mani, l'infinito)", nel 2020 si è aggiudicato, in sodalizio con Anna Maria Poggi, il Premio speciale Poesia e Immagini del Concorso Internazionale Città di Pontremoli e il Premio della Giuria al Concorso letterario Milano International.

Con "Parli alle Pleiadi o Cassiopea ti guida?", nel 2021, insieme ad Anna Maria Poggi, il Premio Zurigo allo Switzerland Literary Prize.