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Correndo a piedi nudi sopra i versi scarni e duri di Paolo Mansanti
si rischia linciampo dellincanto. Come se davvero al poeta
fosse data lultima voce, per svelare il niente su cui le nostre
inutili corse, gli affanni sciocchi dei giorni che ritornano sempre nel
loro uguale, siano destinati ad avvicendarsi, nella solitudine estrema
dei nostri percorsi. (
) Ed ecco allora che, nel terreno creativo
di Paolo Mansanti (come se persino le parole avessero perso da un tempo
indefinito la forza dellannuncio), ritroviamo, attraverso lo sforzo
di raggiungere la patria del vero linguaggio, limmediatezza pura
e insieme profondità lacerante della poesia.
(Dalla
Prefazione di Francesca
Boari)
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LETTERA*
Al di là
della fuggevolezza delle incomprensioni
e della leggerezza delle ritorsioni
dei mali degli equivoci
e delle lusinghe provvisorie dei rancori
al di là
delle parole rimosse
oltre il buio di mille
distaccate interpretazioni
oltrepassando
la malinconia di giorni di solitudine
e lirrequieta visione
di sogni oltre le sbarre
parlandosi senza avere, ormai, nulla a pretendere
sospesi e quieti nellattesa
di una cosa già accaduta
e mai apparsa
e che non riusciamo a ritrovare
e che hai perso tu
o che ho perso io
chi lo sa
al di là
dellimmagine cercata
dei miei occhi specchiati nei tuoi
dei tuoi occhi già entrati nei miei
oltre la ricerca
del buio oltre la siepe
di due momenti assieme, superando
limpalpabile presenza del nervoso, ricercando
il farmaco miracoloso
che superi lodioso, e rimanendo
stupito di come tutto è quasi sempre equivoco
e misterioso
chi lo sa
oltre questo mio rimanere qua
e voler essere là chissà dove, in quale verde
radura ]
oltre questo, la quotidiana amorevole cura
che di ogni male ristora e ci conduce
su zattera di comoda aurora e fra contorni di luce,
su strade
che abbiamo solo accarezzato due volte,
su mele
che abbiamo tangiuto nel cammino
e di cui non conosciamo il colore
e forse nemmeno lesistenza
su quieti tapirulant, su morbide
evoluzioni di canti duccelli la mattina,
su effervescenti bicchieri daspirina
torneremo a quel giorno in cui
abbiamo chiuso le tende del sipario,
a quellindefinito orario,
a quelle monadi schiuse
dentro la stanza vicina?
Tu cosa sai di me,
ed io di te?
Così
nelletere le nostre parole voleranno
come messaggi in bottiglia, come cicogne
attraverso i fili elettrici del messaggio,
passando per le strettoie delle strade
che trasvolano lumano villaggio,
infine reciprocamente raggiungendo
un luogo che non conoscono,
quasi fosse miraggio.
*Poesie tratte
da "In viaggio (volume uno) di Paolo Mansanti
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Paolo
Mansanti è nato a Parma nel 1990 e risiede a Ferrara.
Si è diplomato al Liceo classico Ludovico Ariosto della sua città
e ha frequentato la facoltà di Filosofia presso lUniversità
Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Autore
e interprete di canzoni, regista di cortometraggi, oltre a questa prima
raccolta di versi, ha pubblicato anche, per Cicorivolta Edizioni, nel
maggio 2016, con la Prefazione di Francesca Boari, il saggio filosofico-psichiatrico,
Un
commento al pensiero di Jacques Lacan
e nel dicembre 2016 "In
viaggio (volume due) - Il Canzoniere".
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