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titolo: "I
giorni del male"
collana: temalibero
autore: Rocco Papa - (con una
Prefazione di Paolo
D'Amato)
ISBN 978-88- 97424-14-7
€
12,00 - pp.206
- ©
2013- in
copertina, Mein guter Kamerad, by Sebastiano Bongi
Tomà - il ramingo - www.sbtphotographer.eu)
Roma
1960. In punto di morte, una donna confessa a Luca, un ragazzo di diciassette
anni suo vicino di casa, un orrendo delitto commesso poco prima che la
città fosse liberata dall'occupazione nazista.
Quella confessione e due foto, appartenute alla donna, cambieranno per
sempre il corso della vita di Luca. Sospinto dalle visioni, o meglio,
dalle spettrali apparizioni delle vittime di quel crimine, si ritroverà
coinvolto in un mondo di intrighi e segreti, incrociando il proprio cammino
con quello di ambigui e misteriosi personaggi.
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Brani
tratti da "I giorni del male":
(...)
Erano
tempi difficili, complicati, l'esigenza di doversi schierare da una parte
o dall'altra era impellente, soprattutto nei giovani. Lei era giovane
e aveva deciso di schierarsi dalla parte che credeva quella più
giusta, ma non mi disse quale, né riuscii a intuirlo da ciò
che disse in seguito.
Aveva combattuto e aveva anche ucciso, ma i morti fatti in battaglia
non contano, disse senza molta convinzione.
- Riesci a capire? Erano tempi brutti, erano i giorni del male
- sospirò.
(...)
Allincrocio
con via della Penitenza, mentre davanti a me scorgevo la sagoma di un
grande palazzo con finestre ad arco protette da sbarre di ferro, un uomo,
sbucato dal nulla, mi afferrò per un braccio e mi trascinò
con la schiena al muro.
Ebbi paura e nemmeno la forza di reagire quando mi puntò una pistola
dritto nello stomaco. Sentivo la pressione della canna contro la giacca.
Davanti a me cera il vice commissario di polizia che era stato al
negozio quando eravamo stati aggrediti da quei giovani.
La paura non diminuì. Nel suo sguardo cera qualcosa di sinistro
e cattivo. Mi fissava e sul volto aveva disegnato un ghigno.
Indossava lo stesso impermeabile e il cappello che aveva la prima volta
che lo avevo visto.
Pensai che fosse la sua divisa.
Voglio dirtelo una sola volta esordì, facendo ancora
più pressione con la pistola sul mio stomaco.
Fu in quel momento che lo riconobbi. Era uno di quelli della Brigata 61
ritratti nella foto. Avevo avuto la sensazione di riconoscerne un altro,
oltre Flora e quel Carlo, adesso ne avevo la conferma. Anche quel poliziotto
era implicato in quella strana storia.
So che stai facendo delle domande in giro sulla famiglia Bolognini,
perché? continuò.
Per nessun motivo risposi.
Non avevo intenzione di rivelare a quelluomo il perché mi
ritrovavo invischiato in quella vicenda, anche se avevo la sensazione
che lui lo sapesse già.
Allora non vedo nessun motivo perché tu debba andare avanti
in questa faccenda. E anche sulla storia della Brigata 61, non credo sia
il caso andare a rispolverare vecchie storie disse calmo, ma senza
allentare la spinta della pistola non vorrei che qualcuno si facesse
del male nel corso di queste, chiamiamole pure, ricerche storiche.
La sua faccia era a pochi centimetri dalla mia e quando rise fui colpito
dal suo alito che sapeva di caffè e tabacco.
Vedi, ci sono alcune persone alle quali queste tue ricerche danno
fastidio. Se scopro che stai ancora indagando o che vai in giro a chiedere,
ho paura che qualcuno si farà male.
Si fermò per un momento e con un gesto lento e studiato sollevò
la pistola portandola allaltezza della mia fronte.
Credo che non comincerò da te spiegò freddamente
magari inizierò con lebreo, non sarà una perdita
per la società. Oppure potrei cominciare con quel tuo amico, quel
ladruncolo napoletano fece una pausa, durante la quale continuò
a fissarmi negli occhi.
No, credo sia meglio partire da qualcuno che ti sta più
a cuore, tua nonna?
Sentivo la rabbia salire dentro di me, ma anche limpotenza. Non
potevo far nulla e lui sembrava conoscere tutta la mia vita.
Il poliziotto ripose la pistola nella fondina che teneva sotto limpermeabile
e fece un passo indietro. Accese una sigaretta, tirò una lunga
boccata e poi lasciò andare il fumo sulla mia faccia.
Oppure dalla signorina Angela Rossi, che ne dici? Con lei, però,
potrei prima divertirmi un po.
Non controllai più le mie reazioni e feci un passo avanti, pronto
a colpirlo con tutta la forza che avevo.
Con un semplice movimento il poliziotto evitò il mio assalto, forse
se laspettava, forse mi aveva provocato apposta e mi colpì
violentemente alla nuca facendomi stramazzare a terra.
Si chinò su di me e, prendendomi per i capelli, mi costrinse a
guardarlo in faccia.
Ho fatto centro, vero? disse soddisfatto. Smettila,
o queste persone soffriranno per colpa tua.
Vidi le sue scarpe allontanarsi e con uno sforzo provai a rimettermi in
piedi, ma senza riuscirci.
Lultima cosa che vidi, prima di svenire, fu la mano a tre dita dello
strano essere appoggiata al mio braccio, venivo sollevato da terra e poi
fu tutto buio.
(...)
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Rocco
Papa è nato nel 1970 a Salerno, dove vive e lavora come
giornalista.
Ha pubblicato Il Sangue dei Primi (Ennepilibri 2006, romanzo giallo).
Nel 2009, il racconto il Caffè di Emma, è stato inserito
nell'antologia Cose a parole (Giulio Perrone Editore).
Puoi
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dell'autore all'indirizzo http://www.facebook.com/roccopapa70
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