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"ELEONORA (vol. I°) - A ciascuno il suo destino"

"ELEONORA (vol. II°) - September Moon"

 

 

titolo "ELEONORA (vol. III°) - La barriera di fumo"
collana i quaderni di Cico
autore Engel Masatti
ISBN 978-88-95106-21-2
©
gennaio 2008 - € 13,50 - pp. 317
studio e illustrazione di copertina di Simone Pieralli, adattamento di Phab Postini


 

La guerra è finita, la ricostruzione è cominciata e con essa il tentativo di ognuno dei protagonisti di ricrearsi un presente e un avvenire. Ma ogni tregua rappresenta illusione ed è vano il ciclo dei desideri. Nella terza parte del romanzo ELEONORA, il tempo delle rivalità e delle passioni evolve nel tema della vanità delle vittorie, delle sconfitte e del potere degli uomini. La liberazione dal passato, l'affrancamento da ogni legame non possono essere conquistati che con un sacrificio totale, facendo di se stessi il principio e la fine di un disegno assoluto.

 

 


 

Brano tratto dal romanzo ELEONORA (vol.III°)- La barriera di fumo

(...)

Il Cessna Sky-1 era in volo da circa mezz’ora.
« Quanto impiegheremo per giungere a Madrid? » chiese Roberta.
« Dalle 4 alle 5 ore, a seconda del tempo e delle correnti. C’è una ragione specifica per questa domanda?»
« Sì. Una ragione c’è. Devo raccontarti una storia. Credo che il tempo a disposizione sia più che sufficiente. Ascoltami con attenzione e non interrompermi mai. Capito? Prometti.»
« Hai un’aria troppo grave, per contrariarti. Prometto che starò buono. Metto l’aereo in rotta; inserisco il pilota automatico e poi sarò tutto per te.»
Roberta, presa la sua decisione, cominciò il racconto.
« C’era una volta, come nelle favole, una famiglia di origine ebrea: i Mayer, per la precisione. Il vecchio Mayer riuscì a creare dal nulla una rinomata conceria nel comune di Arzignano. Quando rimase il figlio alla direzione dell’industria, perché i genitori preferirono trasferirsi in Israele a causa del fascismo, le cose andavano abbastanza bene. Poi nel 1940 scoppiò la guerra. Gli affari cominciarono a peggiorare e nel 1943 la conceria fu dichiarata fallita, perché il titolare non riusciva più a far fronte agli impegni di natura finanziaria. Il giovane Mayer non aveva avuto ancora la fortuna di diventare padre, sebbene sia lui che sua moglie fossero risultati del tutto idonei a procreare. Tuttavia, quando meno se lo aspettava, la signora Mayer rimase incinta e diede alla luce una bambina, alla quale fu imposto il nome di Rebecca. Il lieto evento si verificò proprio nel giorno in cui l’Italia chiese l’armistizio agli Alleati.»
« L’8 settembre 1943 » disse Mario con un filo di voce, ma sufficiente per farsi udire, nonostante il rumore dei motori del Cessna.
« Appunto, l’8 settembre 1943. Dopo l’armistizio, Mussolini formò la R.S.I., con sede a Salò. Alcuni fascisti di provata fede si ritrovarono in quella località, e presero a sperare in un capovolgimento delle sorti del conflitto, in quanto i Tedeschi stavano resistendo molto bene. I fascisti più convinti rimasti al Sud risalirono al Nord Italia, per realizzare il loro delirante sogno. Tra questi fascisti c’era il signor Gianni Aloisi. Costui cominciò a fare il doppio gioco, per cercare di non compromettersi né con i partigiani, né con i suoi camerati. Un giorno, l’Aloisi fu avvicinato da un certo signor Menchini, amministratore dei Mayer, che riuscì a convincere Gianni ad acquistare i beni del suo cliente durante l’asta indetta dal Tribunale, dopo che la conceria era andata fallita. Il Menchini non poteva agire di persona, perché era da tempo arruolato nelle formazioni partigiane, per cui viveva in clandestinità. Ma l’Aloisi non aveva denaro per fare l’operazione. Dietro suggerimento del Menchini e con la di lui presentazione, Gianni entrò nella fiducia del Mayer, al quale propose l’affare. Questi, convinto dalle raccomandazioni fattegli dal suo amico amministratore, stette al gioco e confidò che, in Svizzera, aveva un piccolo tesoro costituito da un album con una collezione di francobolli rarissimi, di valore inestimabile. L’Aloisi, come Brigatista Nero, poté muoversi per recarsi in Svizzera dove, con i dati in suo possesso, poté accedere ai forzieri della banca e prelevare il prezioso album, con la garanzia del quale riuscì a ottenere un prestito fiduciario di 500.000 lire, un’enormità per quei tempi. La sua azione fu facilitata anche da un ex ministro italiano, fuggito in Svizzera dopo l’8 settembre 1943, e dal signor Canevascini, deputato socialista del Canton Ticino, il quale mise l’Aloisi nella condizione di varcare clandestinamente la frontiera per rientrare in Italia con il prezioso gruzzolo.
Gianni, nel frattempo, convinse il giovane Mayer a fuggire in Palestina, dove già vivevano i suoi genitori, poiché i Tedeschi stavano rastrellando sistematicamente tutti gli Ebrei ancora in circolazione.
I coniugi Mayer, temendo di venire arrestati, affidarono per qualche giorno la loro figlioletta a una famiglia di Padova, loro ottima amica, con l’intesa che l’avrebbero ripresa all’atto della loro partenza.
I Mayer, dunque, partirono da Vicenza ma, prima di arrivare a Padova, furono intercettati dai Tedeschi e spediti in Germania, da dove non sono più ritornati.
Rebecca, per un caso fortuito, non fu presa e crebbe in seno alla famiglia cui era stata affidata.
Moltissimi furono coloro che sospettarono che la cattura dei Mayer fosse stata causata da una telefonata anonima.
Anche il Menchini cadde in trappola e fu ucciso da una pattuglia tedesca che, evidentemente, lo stava attendendo.»
« Sembra un romanzo » disse ad un tratto Mario, sempre più interessato.
« E’ un romanzo. Gianni rimase padrone assoluto di tutto. Non c’era più nessuno che potesse reclamare la restituzione dei beni da lui acquistati con il finanziamento ottenuto tramite la garanzia dell’album dei Mayer. La bambina crebbe e, quando compì 8 anni, fu messa nella condizione di raggiungere i nonni paterni, in Israele. Laggiù, lei visse, studiò e si arruolò nel controspionaggio.
Un bel giorno, la ex bambina ritornò in Italia, per vedere se ci fosse la possibilità di scoprire le cause che portarono alla cattura dei suoi genitori.
Prese contatto con l’Aloisi, ma non veniva a capo di nulla. Questi, a un tratto, si mise a fare il cascamorto con Rebecca. La portò in montagna, in quel di Ussita e lì raccontò una parte della storia e del come era riuscito a diventare proprietario della conceria e via dicendo. Parlò anche dell’album.»
Ora Mario stava impallidendo. Cominciava a intravedere qualche cosa che non gli piaceva.
« Fu in quell’occasione che Gianni e Rebecca ordirono un piano diabolico, per far credere al presidente della Lucy Lee che la donna di cui era stato pazzamente innamorato si fosse reincarnata. Ciò, per vendicarsi del fatto che l’attuale possessore non aveva nessuna intenzione di restituire l’album con la collezione.
Presso l’abitazione del Masatti, furono rubati gli appunti dove c’erano tutti i dati necessari, per consentire alla ragazza di recitare la parte di Nora, reincarnata.
Carlo Binetti, ingenuamente, fornì a Gianni notizie sui movimenti di Mario, sia a Bormio, che a Ussita. Una sera, Rebecca era ospite di Gianni, nella casa sul lago di Garda. Lui si ubriacò e voleva fare violenza alla ragazza, ma questa reagì. In un impeto di rabbia, l’uomo si lasciò sfuggire la notizia tanto attesa e cioè che era stato lui a far catturare i Mayer. Perfino il Menchini fu vittima di un agguato ordito dall’Aloisi, onde non rimanessero testimoni. Non sapeva, però, che la figlia dei Mayer era ancora in vita.
Ma il peggio doveva ancora venire, perché la giovane, che era venuta in Italia per avere notizie sulla morte dei suoi genitori, si innamorò perdutamente di colui che, nei piani di Rebecca e di Gianni, avrebbe dovuto essere la loro vittima. Per lei, allora, fu l’inferno.»
« Basta. Non andare più avanti.»
« Non c’è altro da dire. Io sono Rebecca Mayer.»

(...)

 

 

Engel Masatti (alias Lino Fabiani) è nato e vive a Tolentino, in provincia di Macerata. Il lieto evento, trasformatosi in tragedia per la morte della mamma, avvenne in un mese grigio come il novembre. La condizione di semi-orfano, oltre alla nascita in un mese come dice lui “assurdo per venire al mondo”, influì forse negativamente, “ma non troppo”, sul suo modo di vivere. Incertezza e curiosità furono gli elementi che concorsero a formare il suo carattere: a volte estroso, a volte esuberante e, in altre occasioni, grigio come un cimitero sommerso dalla nebbia. Con il tempo, oltre alla curiosità, Engel Masatti si accorse di avere una fervida immaginazione; perché, dunque, non tentare di fare il Narratore? Come cominciare? A un tratto, si ricordò di essere in possesso di un vecchio manoscritto del 1942, nel quale si narrava di un fatto accaduto nel periodo più brutto della storia d'Italia, nell'ambiente studentesco. Aggiungendo elementi fantasiosi, pensò, poteva venirne fuori qualche cosa di interessante. Provò e, terminata la stesura della prima parte, dal titolo A ciascuno il suo destino, non soddisfatto della presunta fine ingloriosa del suo eroe, sotto l'irresistibile impulso creativo, completò l'opera con altri due volumi, September Moon e, quest'ultimo, La barriera di fumo, che andarono a costituire l'intero romanzo ELEONORA.

Fra le altre opere di Engel Masatti ricordiamo: 'Il mondo di Gaia. Un'estate da dimenticare', 'Il letto caldo di Vicka' e 'Il tutto di niente'.