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titolo:
"Come
se nulla fosse successo"
collana temalibero
autore Davide Corongiu
ISBN 978-88- 95106-63-2
€
12,00 - pp.181
- © 2011 in
copertina, "La sera dell'attimo prima"
by
Paolo West.
Estate
1990.
Mentre l'Italia intera, stregata davanti ai televisori, vede il sogno
mondiale svanire, Hanne Ljumberg, 4 anni, figlia di una coppia di tedeschi
in vacanza a Santa Margherita Ligure, scompare senza lasciare traccia.
In uno di quei giorni, l'ispettore Fabrizio Santamaria, impegnato nella
risoluzione del caso, viene destituito e torna a casa affranto, disperato.
Nella buca della posta trova tre lettere. Un paio d'ore più tardi
si decide ad aprirle. Dopo averle lette non ha esitazioni. Impugna la
pistola di ordinanza e si toglie la vita. Dietro di sé lascia
Garrincha, il suo cane, e un registratore con due musicassette sovraincise
recanti non solo i risultati delle indagini ma molto di più...

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alla scheda dedicata a Davide Corongiu su www.icaffeculturali.com
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Brano
tratto da
"Come
se nulla fosse successo"
(...)
L’uomo
percorreva silenziosamente la via pedonale in ciottolato. Dalle case ai
lati solo alcune luci degli amanti delle ore piccole. La cittadina si
stava preparando al sonno e per questo era necessario essere ancora più
silenziosi, pensò l’uomo tra sé. Rimanevano solo poche
centinaia di metri all’automobile e la bambina che teneva in braccio
sembrava dormire. L’uomo si sentì confortato. Poi d’improvviso
il sangue gli si raggelò. Un gruppo di persone era appena spuntato
da una stradina laterale e si approssimava a lui. Che fare? Ingoiò
la saliva, aggiustò il peso della bambina sul braccio destro e
continuò il cammino a viso basso. Cinquanta metri. Venti. Cinque.
Sono passati. Trattenne il respiro ancora per qualche secondo. Niente.
Perfetto, pensò tra sé e sé quando ormai l’automobile
si intravedeva già in fondo alla via.
La macchina, una FIAT Ritmo color blu scuro, avanzava con i soli fari
di posizione accesi. Era un’abitudine dell‘uomo che non aveva
mai compreso la ragione di dover azionare gli anabbaglianti in zone provviste
di illuminazione pubblica. Poche luci rischiaravano il percorso ma al
guidatore questo non importava. La strada era breve ed era importante
non essere notati. La bambina giaceva sdraiata sul sedile posteriore dell’automobile
e il sonno in cui sembrava avvolta poteva indurre in errore chiunque.
Chiunque meno l’uomo alla guida. Strozzò un pianto in gola
non appena distolse gli occhi dallo specchietto retrovisore, aggiustato
in modo tale da poter vedere il corpo esanime della piccola. L’uomo
allontanò lo sguardo verso il limitare della strada.
La luna piena illuminava le sagome delle case e sul fondo, in piena vista,
apparve il contorno inconfondibile della chiesa di San Siro. Il chiarore
della luna risaltava le strisce di marmo bianco che orizzontalmente si
intervallavano all’ardesia nera lungo la facciata. La decorazione
tipica delle chiese liguri. Davanti era semplice e tozza a esclusione
del piccolo rosone centrale, che offriva un boccata d’aria fresca
alla pesante struttura, e del bassorilievo, che campeggiava sulla cima
della solida entrata in ferro battuto.
L’uomo parcheggiò la Ritmo blu sul selciato antistante alla
chiesa. Prese per l’ultima volta in braccio la bambina e si portò
di fronte all’ingresso dell’edificio.
All’interno della sacrestia padre Paolo dormiva già da diverse
ore. Nonostante la stanchezza, il suo sonno era sempre stato leggero.
Per questo non ebbe difficoltà nel sentire i battiti che giungevano
amplificati dalla navata centrale. Pensò dapprima a uno scherzo
di cattivo gusto. I ragazzini, in festa da scuola, uscivano tutte le sere,
un po’ per combattere il caldo stagionale ma soprattutto per appagare
la sete di divertimento. Potevano solamente essere loro, disse tra sé
e sé, mentre in vestaglia copriva gli ultimi metri della navata
principale. Il suo stupore nel vedere l’uomo con la bambina al collo
fu totale. Gli fece cenno di entrare e sedersi al lato della navata.
L’uomo compì i pochi passi che lo separavano dal bancale di
legno con estrema lentezza e distese il corpo della piccola. Poi, risollevandosi
nuovamente, cercò con lo sguardo il parroco. Gli si approssimò
e chiese a stento di essere confessato. Padre Paolo si rese subito conto
che quella sarebbe stata la confessione più complicata della sua
vita. Ma non era tutto. Alla fine del racconto l’uomo invocò
il Sigillo Sacramentale al quale il sacerdote era costretto a obbedire.
Infine avanzò una richiesta.
L’uomo si alzò dal banco del confessionale, percorse il perimetro
della struttura e aprì la porticina che immetteva nella sezione
riservata ai preti. Mise la mano nella tasca interna del profondo giaccone
di cotone e ne estrasse un assegno. Allungò la mano verso il parroco,
questi titubò qualche istante ma l’uomo insistette. Paolo
lo prese. Dopo pochi secondi portò l’assegno più vicino
al volto in modo da poterlo vedere chiaramente, nonostante la fioca luce
presente nella chiesa. Donazione chiesa di San Siro era quanto vi era
scritto sopra. La cifra lo fulminò. L’uomo prese commiato
e lentamente si diresse all’uscita. Dietro di lui lasciava solo il
piccolo corpo esanime della bambina.
Padre Paolo rimase immobile di fronte alla grata che aveva separato il
suo viso da quello dell’uomo. Non avrebbe potuto raccontare nulla
di quella notte che, in cuor suo, già sapeva non avrebbe mai più
dimenticato.
(...)
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Davide
Corongiu è nato a Genova ma vive a Milano. Gli mancano
il mare e la focaccia con le cipolle e odia il clima del lombardoveneto.
Ha lavorato nella cooperazione internazionale con missioni in Africa australe
e sud-est asiatico prima di trasferirsi a Lisbona, dove ha vissuto 4 anni
frequentando anche corsi di scrittura creativa.
Dopo
Come se nulla fosse successo,
da Cicorivolta ha pubblicato La
malagrazia (2012).
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