Angeli
caduti
di
Beppe Iannozzi
recensione
di Renzo
Brollo (uno che se ne intende)
per www.mangialibri.com
(la
più grande semplice e vera recensione ad Angeli Caduti dopo il
big bang...)
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Mille modi di raccontare ci sono in questo libro, mille maniere e mille
misure. Va bene, mille è un numero teorico, ma rappresenta il
molto e il quasi infinito, in un certo qual modo. Nel senso che gli
angeli hanno molte facce, non tutte ricordano i putti grassocci di molti
quadri affreschi, abbarbicati in nuvole che sembrano rigurgitarli sulla
terra. Siccome sono in tanti, alcuni cadono verso il basso, finendo
gambe allaria, destinati a vivere una vita fallata già
dalla nascita. Angioletti che nascono e si disfano in bocca alla vita
distrutta; che siano entità senza corpo, senza anima, che in
un amen ricordano tutto il passato, ma sanno anche del presente
e del futuro, che siano uomini incarogniti contro donne amareggiate,
appoggiati al bancone di un bar, chi da una parte a bere, chi dallaltra
a servire clienti e sorridere; che siano prototipi o esperimenti umani
di un futuro mal riuscito, vomitati da una fabbrica nera e fumosa dove
non cè più posto di lavoro, licantropi o zombie
di un tempo indeclinabile; che siano rocker ventisettenni di Seattle
la cui ombra è diventata la vera vita, il cui destino segnato
sta scritto in un fucile da caccia, in un colabrodo cerebrale di genio
e smisurata depressione. Angeli caduti cerano nel passato, ci
sono qui, ora e adesso, non cè ragione di dubitare che
anche in un futuro, ci saranno le loro piume a segnarle le tracce di
voli finiti male
Beppe Iannozzi, recensore molto attivo in Rete, raduna in un volume
una serie di racconti che per tematiche, stili e costruzione, sembrano
scritti in epoche diverse. Alcuni appaiono come prototipi di libri mai
nati, appunti affannati di trame embrionali che magari avrebbero potuto
avere una vera vita, ma che si sono rivelate a loro volta angeli caduti
in spazi costretti, altri invece spaziano tra prose brevi quasi recitate
e veloci fiammate che bruciano e poi spariscono in una nube dal gusto
acre. Non tutti i racconti hanno la stessa agilità e, come dire,
la stessa libertà di farsi leggere. Certi, indipendentemente
dalla lunghezza, affondano le grinfie in elucubrazioni criptiche, mentre
altri sorprendono per tematica, contesto, come Frate Tiresia il peccatore,
che spiazza e brucia per la crudezza dei personaggi, deboli e distrutti
già sin dalle prime righe.