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cicorivoltaedizioni
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Stefano
Solventi La storia parte da un assunto simile a quello di 'Unbreakable', il film del 2000 di M. Night Shyamalan con Bruce Willis e Samuel L. Jackson, ma poi prende una piega assolutamente diversa e imprevedibile. La cosa più importante è che appassiona. Ma Solventi, esimio critico rock del Mucchio Selvaggio e di SentireAscoltare prestato alla narrativa, è interessato solo in parte al lato sovrannaturale della realtà. Sì, cè una misteriosa ombra nell'appartamento di Benni che non si capisce da che sia prodotta e che ha tutta laria di essere un angelo custode. Ok, cè anche un postino che nel dopolavoro ha messo su uno spettacolo fantasmagorico di ombre cinesi e si chiama Anassimandro, come il filosofo greco che affermava che tutti gli esseri tendono allinfinito, che per sua natura non può che restare indefinito. Mi spiega Solventi che cè una quota di irrazionalità che dobbiamo accettare come ingrediente della nostra esistenza, il che non significa essere superstiziosi ma che la razionalità ad ogni costo non deve farci prigionieri. Si può accettare cioè che nella vita ci sia posto per l'incomprensibile, per l'inspiegabile (l'atteggiamento di Benni nei confronti dell'ombra in camera sua simboleggia proprio questo) come misura dei nostri limiti ma anche delle smisurate possibilità che la vita può riservarci. Alla fine tutta la vicenda può essere spiegata razionalmente, certo, però qualche tassello sfugge sempre. La
storia evidenzia come tutti abbiano bisogno di credere. È un
bisogno della fede, carburato dalla frustrazione, dalla delusione,
dalla disperazione, mi precisa Solventi. Su questa
falsariga si muove tutta la storia, tutti i personaggi sia pure in modo
diverso cadono nel meccanismo della credulità, ognuno reagendo
a proprio modo. Ecco:
credere in qualcosa da realizzare e non smettere di farlo, ma provarci
e riprovarci con combinazioni diverse è forse lessenza
della gioventù. Capire la meccanica delle
ombre, che per natura sono indefinite e quindi evocatrici, significa
capire, come nel mito della caverna di Platone, che esse non sono che
la proiezione della realtà. Da esse si deve prendere la
forza che ci serve per vivere in questo mondo e, magari, cambiarlo,
sembra dirci Solventi. Bel romanzo. Merita. ___________________________________
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