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Brani
tratti da "Yvette La Fleur"
Maledetto
Gervaso!
Estate
2011
Isola di Mauritius
«I
vari capi di stato in tutto il mondo occidentale si criticano a vicenda
e annaspano in una crisi economica cronica e di dimensioni tali ormai
da non lasciare speranze in un futuro prossimo.
Forse i figli dei nostri figli, se noi tutti ci impegneremo, potranno
intravedere un barlume in fondo a questo tunnel.
Ma la classe politica continua senza pudore ad arricchirsi a spese dei
cittadini e ogni giorno, ai telegiornali e nei rotocalchi, abbondano gli
scandali per le ruberie, gli sprechi e gli assurdi privilegi dei politici,
che stridono a fianco dei servizi sulla fatica dei cittadini per arrivare
a fine mese dignitosamente, sulla disoccupazione, la povertà e
la delinquenza in crescita esponenziale, per non parlare dei servizi sui
pensionati, che cercano tra i rifiuti perché non ce la fanno coi
soldi della pensione ridotta allosso, e poi ancora i suicidi di
brava gente, lavoratori rovinati dalle tasse e dai rincari, e lindignazione
dei giovani senza lavoro né prospettive
Cè aria
di rivolta.
Ci sono disperazione e paura negli sguardi della gente comune.
Si parla di noi e di loro, il che generalmente
è pericoloso.
È soprattutto liniquità a sconvolgere gli animi, la
mancanza di comunione negli intenti, la sensazione concreta di venire
stramunti e sfruttati senza ritegno né vergogna, con larroganza
del signorotto, colui che può e quindi pretende, e
fa e disfa.
Cè aria di guerra e nessuno la vuole
ma quando non
si ha più nulla da perdere, quando si è costretti a reagire
o morire
è questione di tempo
».
Presa
da queste riflessioni faceva zapping in TV, aggiornando di tanto in tanto
la pagina di facebook sul suo iPhone, e controllando la posta elettronica
più volte al giorno.
Costretta a un lungo periodo di riposo forzato, si lasciava vivere mollemente
per intere giornate, annebbiata dai farmaci, inchiodata dal dolore, dalla
stanchezza, sopraffatta dalla frustrazione di non essere più padrona
della propria vita e del proprio corpo.
Un corpo funzionale, che amava, su cui aveva potuto fare affidamento e
che in un recente passato le aveva dato tante opportunità e tanta
sicurezza.
Già, il suo corpo le si era rivoltato contro, una cellula impazzita
aveva preso il sopravvento e aveva generato un tumore maligno, progressivo,
aggressivo, infiltrante, che seppure scoperto in tempi brevissimi, aveva
già coinvolto il seno destro e i linfonodi del cavo ascellare omolaterale.
Lo chiamava Gervaso, per esorcizzare il suo male, dargli unaltra
identità, perché non accettava che fosse parte del suo essere.
Gervaso era per lei un invasore, un parassita che si nutriva del suo corpo
e prosciugava le sue energie.
Dal giorno della diagnosi tutto era cambiato, il presente e il futuro
erano stati risucchiati in un buco nero.
Ciò che era stato fatto, era fatto, e tutti i progetti in corso
o futuri erano improvvisamente sospesi a un tempo da determinare, o definitivamente
cancellati.
Lei era forte e decisa non soltanto a sopravvivere, ma avrebbe lottato
con indomabile energia e avrebbe vinto.
Ne era certa.
Era a circa metà di un percorso che sarebbe durato almeno un anno
e mezzo, quindi sapeva di doversi armare di pazienza, molta pazienza,
e forza danimo.
Laura, una scrittrice di libri per bambini, era una giovane donna moderna
e indipendente, senza guinzaglio, sempre in viaggio per il mondo alla
ricerca di nuove ispirazioni e nuove emozioni.
Si trovava ora bloccata a mezzaria, imprigionata in unistantanea.
Il lato positivo della malattia era il fatto di potersi godere un po
la casa nativa a Mauritius e la sua famiglia.
Non aveva smesso di lavorare, poiché scrivere laiutava anzi
a evadere da una realtà anche molto dolorosa e frustrante, difficile
da digerire.
Dedicarsi a qualcosa di creativo, che riesca bene oppure no, aiuta a staccare
la spina e ossigenare mente e anima.
Ci si rifugia con un senso di gratitudine per qualche ora in un mondo
alternativo, dal quale si fa ritorno con rinnovate energie e voglia di
vivere.
Spesso è anche una valvola di sfogo, perché in quella realtà
fittizia può accadere qualsiasi cosa ed è possibile liberare
in sicurezza rabbia e frustrazioni e metabolizzare stati danimo
mostruosamente complessi e devastanti.
Fu per questo motivo che Laura abbandonò i racconti per bambini
e decise di scrivere il suo primo romanzo giallo.
La
scrittrice amava la sua casa, semplice e accogliente, che si articolava
su due piani con mansarda; allesterno completamente in legno dipinto
di bianco, come la staccionata, che racchiudeva un bel giardino curato
e rigoglioso.
La cassetta della posta rossa.
Le persiane azzurre.
La veranda col dondolo.
La loro micina, Bijoux, una ex randagina bianca, dal pelo non corto, non
lungo, soffice e candido, con grandi macchie grigio-nero-beige tigrate,
un musino da adorabile birbetta, nasino e cuscinetti rosa, sempre morbidi
e lindi.
Le rose di sua madre, Babita Purayampallil, cinquantasei anni, di origine
indiana, che si trasferì sullIsola di Mauritius insieme alla
sorella Geetha quando era poco più che ventenne.
Erano ormai entrambe vedove da qualche anno.
Ne era contenta Geetha, che detestava il marito violento.
Infinitamente triste, ma ormai rassegnata Babita, che amava ancora il
suo uomo, Lyam Connery, un ingegnere scozzese, dal fisico asciutto, tonico,
rosso di capelli e pieno di lentiggini.
Un marito quasi perfetto e un padre amorevole e giusto.
Era morto in un incidente stradale, durante una discussione animata con
la gemella di Laura, Sophie, mentre lui era al volante.
Laura non aveva notizie della sorella gemella da diversi mesi, e del tempo
sarebbe ancora trascorso prima di poterla informare della malattia.
Intanto sperava che non fosse toccata la stessa sorte anche a lei.
Talvolta, nelle giornate buone, sedeva sulla spiaggia e scrutava lorizzonte,
dove mare e cielo si fondono, e le sembrava di essere in contatto con
Sophie, che il vento le portasse i pensieri della sorella e portasse via
i suoi fino a chissà dove
magari verso unaltra spiaggia,
dove Sophie sedeva con i piedi nella sabbia, provando le stesse sensazioni.
E tornavano vividi i ricordi dellanno precedente al Cairo, dove
aveva visto Sophie lultima volta in carcere, dietro quel vetro troppo
spesso, senza poterla abbracciare.
Il Cairo, dove Robert aveva tradito tutti, pagando con la vita i suoi
egoismi.
Eppure il pensiero di lui la turbava ancora e nonostante tutto.
Ripensava alla sua scelta di non accettare quellinvito insolente
quanto inaspettato a raggiungerlo al Cairo, per una vacanza di puro piacere
carnale in barba alla moglie, Sabrina.
Aveva preso quella decisione per amor proprio, ma soprattutto perché
lui ormai era sposato con la sua storica rivale, e Laura considerava limpegno
matrimoniale una cosa seria, un impegno da rispettare.
Robert naturalmente no.
Come al solito non sembrava riuscire a decidersi.
Lui in realtà le desiderava entrambe e sapeva che Laura sarebbe
stata troppo intelligente e idealista per accettare che lui frequentasse
anche Sabrina.
Mentre per Sabrina era un gioco avvincente sapere che lui aveva altre
donne, trovando divertente combinarne di tutti i colori e farsi scenate
di gelosia a vicenda, e soprattutto studiare sotterfugi e scappatelle,
che fossero però a un certo punto scoperti dal partner ufficiale!
Altrimenti non ci sarebbe stato gusto
Si leggevano di nascosto gli sms a vicenda sui cellulari, organizzavano
pedinamenti, chiedevano agli amici di assecondarli nei loro giochi, aiutandoli
negli inseguimenti, informandoli sugli spostamenti o addirittura inscenando
tentazioni, trappole studiate apposta per valutare la reazione del partner!
Una cosa assurda per Laura.
Da qui la posizione di Sabrina come fidanzata ufficiale prima e di moglie
in seguito
Laura non era mai riuscita a comprenderli, anzi li aveva sempre biasimati,
perché non voleva prendere parte a questo trastullo.
In più di unoccasione aveva chiesto loro di non cercarla
più, di lasciarla in pace.
Ma poi Robert in qualche modo riusciva a riavvicinarla, qualche volta
le aveva raccontato di aver chiuso definitivamente con Sabrina, ma puntuale
questa spuntava dal nulla protestando per il tradimento subìto.
In una decina danni Robert e Laura avevano collezionato una serie
di ricordi bellissimi, da favola, e altrettanti ricordi drammatici e strazianti,
se non grotteschi.
Una volta Sabrina ebbe anche il coraggio di investire Robert con lauto
durante una scenata di gelosia, rompendogli una gamba, ma al pronto soccorso
già ne ridevano e si baciavano con trasporto davanti agli occhi
increduli di Laura e dei soccorritori.
In quel momento alla TV Sade cantava Is it a crime, una
delle canzoni con cui Laura si era tante volte macerata pensando a Sabrina
e Robert
This
may come as some surprise but I miss you.
I could see through all of your lies but still I miss you.
He takes her love but it doesnt feel like mine.
He takes her kiss.
Her kisses are not wine, are not mine.
He takes, but surely she cant give what Im feeling now.
She takes but surely she doesnt know how.
Is
it a crime that I still want you and I want you to want me too?
Abbassando le palpebre riusciva a vedere gli occhi di Roby, quella ciocca
di capelli chiari, che gli cadeva sulla fronte e poteva ancora sentire
sulle sue labbra quelle di lui, il suo respiro caldo e leggero, i loro
corpi fremere.
Si alzò, andò allo specchio, e guardandosi negli occhi si
confidò imbarazzata, eppure con aria di sfida e di rabbia:
E sono ancora convinta,
qui lo dico e qui lo nego,
che sarebbe stata la cosa più giusta per la mia vita
me lo dice la pancia
e lei ha sempre ragione.
La
quasi perfezione,
la gioia,
lestasi
Mi
domando se sia stato giusto
farsi violenza e costringersi,
in attesa che non fosse più così sbagliato in unaltra
vita
di qua o di là.
Quando
si scombinano le carte a giochi fatti,
ogni scelta risulta sbagliata in qualche maniera.
Una parte di noi
viene sepolta viva
Mi
domando infine
se sia poi così sbagliato scegliere di fare la cosa più
giusta
e rispettare gli impegni presi,
a
discapito di ciò che urla il cuore,
ignorando ciò che le viscere ci chiedono di fare
Insomma:
come comportarsi
quando il destino beffardo scombina le carte
a giochi fatti?
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Il
gatto e il topo
Inverno
2010
Il Cairo (Egitto)
Da
quando Robert Trawell era stato ucciso, LUI non aveva smesso di cercare
le pietre preziose e il denaro, che erano stati fatti sparire.
A nulla era servito corrompere e minacciare poliziotti e camerieri dello
Swiss Inn Resort al Cairo, dove Trawell alloggiava quando venne ucciso.
Nessuna traccia.
Prima viene ammazzato Peter, il nostro tramite con Trawel, poi
qualcuno uccide Trawel. Nella suite dove alloggiava nessuna traccia delle
pietre, né del denaro
O almeno così sosteneva quellispettore
maledetto
Tarek! Neanche ad ammazzarlo come un cane ha parlato!
ringhiava LUI A casa sua non abbiamo trovato niente! Sua
moglie e i suoi figli vivono nella miseria peggio di prima
Insomma!
DOVE SI TROVA LA MIA ROBA?
Tuonò guardando negli occhi a uno ad uno i suoi tirapiedi.
Siete degli incompetenti! Voi dovete incutere il terrore tra chi
era vicino a Trawel e cavargli di bocca DOVE SI TROVA LA MIA ROBA! È
una questione di rispetto! Dove andremo a finire se la gente non ha più
paura di noi?
Sospirò lentamente gonfiando il petto e asciugandosi il sudore
con un fazzoletto di seta pregiatissima.
Tu Mansur, terrai docchio il direttore del resort Ralph Reisen,
sbavava dietro a quella Sophie Connery e chissà che non abbia recuperato
lui ciò che mi appartiene dalla cassaforte del resort? Tu Kafele,
sorveglierai la barman napoletana Fiorella Maglia, era collega e molto
amica di Sophie, che le abbia affidato pietre e denaro? Anche loro due
potevano essere daccordo
Tu Badu, mi renderai conto di ogni
passo di Miguel Corazon, receptionist allo Swiss Inn Resort, che ha avuto
una relazione con Sophie poco prima dellarrivo di Trawel, magari
quei due erano daccordo fin dallinizio per spennare il pollo
e spartirsi il bottino! Tu Kato, terrai sotto stretta sorveglianza il
cuoco francese, Lorent Patel, perché so che era amico di Tarek,
il nostro investigatore della polizia. Non mi stupirei se Tarek avesse
in mente di sparire abbandonando moglie e figli nella miseria, e può
darsi che avesse trovato nel cuoco un complice allinterno del resort
per recuperare la roba dalla suite di Trawel. E tu Amir invece prendi
il primo volo per Zurigo! Ti ho scritto lindirizzo qui, vedi? Cerca
la moglie di Trawel, quella Sabrina, ma usa i guanti di velluto con lei,
sei fuori dalla mia portata e se farai cazzate, non potrò intervenire,
mi hai capito?
Bevve un lungo sorso di vino rosso rubino e fece schioccare la lingua
con soddisfazione.
Ho fatto preparare una scheda per ciascuno di voi. Avrete informazioni
e una fotografia. Dovete memorizzare tutto e bruciare i fascicoli entro
stasera. Annoterete orari, luoghi, incontri
tutto sul vostro smartphone
e ogni sera minvierete un rapporto via e-mail. Chiamatemi SOLTANTO
se sta succedendo qualcosa dimportante. NON prendete decisioni di
testa vostra. SE riuscite ad introdurvi nelle loro abitazioni per frugare,
fatelo, ma siate professionali, capito?
Poi si portò proprio di fronte a Kato per guardarlo dritto negli
occhi severo:
Kato
sospirò socchiudendo le palpebre
pensi di riuscire a non ammazzare nessuno questa volta? È un cuoco
francese, vive con un barboncino
santo cielo, non sarà necessario
essere aggressivo, non credi?
Certo capo. Naturalmente
Kato era un tipo nervoso e poco sveglio, ma era il figlio di SUA sorella
e doveva affidargli qualche incarico, dandogli loccasione di dimostrare
le sue capacità. Ma puntualmente Kato perdeva il controllo della
situazione e ammazzava tutti.
SUA sorella avrebbe voluto che Kato prendesse in mano gli affari di famiglia
un giorno, ma LUI nutriva forti dubbi a riguardo.
Le dinamiche familiari si ripropongono un po dappertutto!
LUI avrebbe preferito passare lo scettro a Badu: forte, affidabile, intelligente,
sensibile e spietato alloccorrenza. Non laveva mai deluso.
Mai dato problemi.
(...)
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