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Brano
tratto da
"Ronzio"
1
Prima
notte
Non
è possibile, pensò il geometra Lodovico Pignatelli
posando lo sguardo sulla foto di Lodovica Piancastelli, sua compagna alla
Scuola Media Numero Due di Montelanoso, persa di vista trentaquattro anni
prima.
Non è possibile. Lodovica?. Al tempo aveva provato
una sottospecie di innamoramento: nonostante lei fosse secca, occhialuta,
allantica nei modi e nel vestire. Del resto nemmeno lui al tempo,
né ora, era dotato di bellezza. Forse per questa somiglianza di
sventure, forse per altro, se ne era invaghito.
Non è possibile. Ma è lei. Lodovica e Lodovico
allepoca erano due grigi adolescenti, mal propensi a comunicare
tra loro, con i coetanei, con gli adulti. Qualche malandrino si era divertito
a imbrattare i loro diari scolastici prima con due cuori trafitti poi
con pelosi attributi, insinuando una mostruosa relazione tra i due, che
ovviamente non aveva mai avuto corso.
Dopo le medie si era iscritto allIstituto per Geometri. Lei no.
E per trentaquattro anni era uscita dalla sua esistenza.
Fino
a quella mattina, quando alledicola dei giornali Lodovico vide Lodovica
sulla copertina di una pornorivista. Non ebbe dubbi sullidentità.
La riconobbe dal viso allungato, dal naso e da un neo prossimo al sopracciglio
sinistro. Lodovica aveva, come lui, quarantasette anni. In prima analisi
la foto poteva risalire a qualche anno prima. Ma chi poteva dirlo.
Chiedendosi il perché di una trasformazione così radicale,
nel corpo e forse nello stile di vita, Lodovico decise di comprare la
rivista.
Girò intorno alledicola, fingendo di cercare periodici nelle
vetrine. Infine, giunto al punto vendita, si sporse verso Luigi proprietario
del chiosco.
- Ciao - mormorò - Oggi ho una richiesta particolare.
- Ciao. Dimmi.
- Cè una rimpatriata di scuola, e per scherzo devo mettere
un giornaletto porno nella borsa di
- Si accorse, dal provvidenziale
occhiolino delledicolante, di non essere solo.
Accanto a lui il sacerdote Nerio, parroco della vicina Santa Helga, sbirciava
i quotidiani.
Cercò di svicolare senza andarsene.
- Do unocchiata al Teodolite - recitò a voce
alta. Seguì un minuto di silenzio. Infine Don Nerio, che conosceva
di vista e dal quale altrettanto di vista era conosciuto, si girò
ad affrontarlo.
- Buongiorno.
- Buongiorno padre - disse Lodovico facendo lindiano ma preparandosi
alla ramanzina.
- Non vorrei disturbarla.
- Per carità.
- Lei è geometra?
- Geometra Pignatelli - Fece latto di dargli una mano, il prete
ignorò il gesto.
- Se può, avrei bisogno di un consulto - disse il prete - Consulto
- corresse - È una domanda innocente. Se può.
- Prego.
- Vorrei fare lampliamento della sacrestia.
- Teoricamente è possibile.
- Teoricamente. Nella pratica, invece, lo studio tecnico al quale mi sono
rivolto e che per correttezza non nomino mi chiede il dieci per cento
in più del dovuto.
- Come mai? - Don Nerio sbuffò, acquistando più colore in
viso.
- Può immaginarlo.
- I geometri sono mediamente a corto di fantasia.
- Detto brutalmente: le sembra il caso di pretendere la Tassa Fracchiolla
pure da Nostro Signore?
- Potrebbe parlare un po più piano? - disse Lodovico guardandosi
intorno, e chiedendosi se non fosse stato meglio un cazziatone sulla pornografia.
La Tassa Fracchiolla era la tangente che spettava a Ubaldo Fracchiolla,
ingegnere capo del Comune di Montelanoso, per ogni pratica edilizia.
- Glielo chiedo - riprese Nerio con tono più moderato - Perché
suppongo che anche lei paghi quei generi di tasse.
- Converrà che è difficile affrontare la questione sul marciapiede
- mormorò Lodovico.
- Perdoni la sfrontatezza, frutto dellesasperazione. Sono il parroco
di Santa Helga.
- La conosco di vista, come lei conosce me.
- Glielo ricordo perché sappia dove trovarmi, se le venisse voglia
di parlarne, e magari consigliarmi una soluzione al problema. Se esiste.
Mi scuso ancora se lho importunata. La lascio ai suoi giornali -
e accennò con il capo allultimo numero del Teodolite,
prima di allontanarsi con passo acidulo.
Luigi guardò il geometra, sorridendo.
- Dai, ridi - fece il geometra.
- Non rido. Rifletto.
- Torniamo allargomento?
- Se volessi ingrandire il chiosco ci sarebbe quella tassa in più?
- Oltre al suolo pubblico. Vuoi ampliare ledicola?
- Così, per tornare allargomento, potreste sbavare sui giornaletti
nellangolino interno.
- Io non sbavo sui giornali.
- È vero, adesso cè il web. Però ne vendo ancora,
di quelle porcherie.
- Adesso ne venderai unaltra.
- Per la rimpatriata. Che tenerezza.
- Tirami fuori quel giornale.
Tre minuti dopo, con la disinvoltura di due scassinatori improvvisati,
Luigi ledicolante e Lodovico estrassero dalla vetrinetta la rivista,
denominata Caldatopa. Scoprirono che da nessuna parte ne era
indicato il prezzo. Figurava come Numero Zero. Luigi non ricordava di
averla mai ordinata. Lodovico insisté per pagare cinque euro forfettari
e si portò a casa il misterioso periodico.
Il
bilocale del geometra riceveva una parvenza di luce dal cortile condominiale,
plastificato di balconi. Il geometra si era ricavata, lontana dalla finestra,
una postazione internet con poltroncina ultramorbida per addolcire il
piacere della navigazione e della frequente masturbazione del navigante.
Internauta onnivoro, era iscritto a 17 chat line, che spaziavano dallintento
di affratellare lumanità al sadomaso soft.
Appena rientrato, si mise al computer senza cenare e con il giornaletto
accanto. Lapertura della posta elettronica lo inondò di nuovi
messaggi:
18-25 settembre - raduno nazionale body art,
Seminario di meditazione parietale,
Firma anche tu contro lestinzione dellotaria,
Myelissa cupid vuole parlare con te,
17 impiccaggioni in iran,
Approfitta dellofferta del mese sexi live cam porn hot,
che fece scorrere nella mente come messaggi quasi subliminali. Constatato
che allinterno del giornale non cerano altre foto di Lodovica
né si parlava di lei, digitò lindirizzo web stampato
in copertina. Vu vu vu punto caldatopa punto it.
La barretta iniziò a scorrere e lentamente avanzare, dando lavviso
che era in corso il download. Poco dopo, Lodovico ebbe la seconda sorpresa
della giornata.
Limmagine della home page si caricava lentamente dallalto,
e aveva già rivelato una punta di campanile a lui nota. Quando
apparvero interi campanile e chiesa, non ebbe più dubbi.
Era Santa Helga, il bunker di Don Nerio. Una scritta inequivocabile recitava:
vuvuvu punto diocesimontelanoso punto it.
Digitò ancora. Vuvuvu punto caldatopa punto it.
vuvuvu punto diocesimontelanoso punto it.
Una disfunzione allapparenza frutto di unaccurata provocazione:
digitando il sito porno, compariva la diocesi di Montelanoso. Il tutto,
nel flusso divertito del suo pensiero, si collegava alla nuova immagine
di Lodovica, allorigine della scoperta.
Digitò sul motore di ricerca.
Lodovica Piancastelli. Zero. Piancastelli Lodovica.
Nemmeno.
Lodovica - porno. Cera qualche foto e video, ma non
dellex compagna delle medie.
Fece una ricerca nominativa su due social network. Nessuna Lodovica Piancastelli.
Cercò se in qualche altro sito o blog cerano riferimenti
alla rivista, ma trovò il nulla.
Allora gli crebbe il desiderio di indagare su di lei. Oppure di rievocare
un passato che fino ad allora aveva considerato tale, senza rimpianti
né nostalgie. Avrebbe proseguito lindomani.
Fece bollire due würstel e li mangiò inzuppandoli nella maionese,
in mancanza di senape. Ci bevve sopra una birra da tre quarti. Mise un
dvd erotico dautore. I protagonisti parlavano di sesso cerebrale
in una metropolitana deserta, per cui dopo venti logorroici minuti si
addormentò.
Per trovarsi catapultato nel suo studio, il mattino successivo, a telefonare
ad un cliente che lavorava presso lufficio anagrafe. Chiese per
favore una ricerca su Lodovica Piancastelli.
- Risulta non più residente.
- Non dice dove è trasferita?
- No. Di solito è indicato. Forse è un trasferimento molto
vecchio. Di almeno ventanni.
A metà pomeriggio, con tanto di computer portatile, si recò
alla chiesa di Santa Helga, dove non era mai entrato in vita sua. Un parallelepipedo
con enormi vetrate azzurre, allinterno del quale regnava la stessa
intensità di luce dellesterno. Varcata la soglia, vide muoversi
la tendina del confessionale e vi si diresse. Si inginocchiò bussando
sul legno.
- Non serve bussare - disse la voce interna.
- Pignatelli. Il geometra delledicola.
- Non laspettavo così presto. In nomine patris
- Mi scusi, padre. A parte che luso del latino mi risulta abbandonato
dai tempi del Concilio, io non pratico e non sono qui per confessarmi
ma per una questione delicata.
- Mi dispiace per lei. Poteva cominciare con i suoi peccati, magari proprio
con quelli edilizi.
- Quella è una cosa a parte. Non so bene come iniziare. Guardo
foto di donne allinterno di giornali e siti pornografici.
- Abbassi la voce. Quindi lei commette atti impuri. Vede che si sta confessando.
- Le devo riportare un fatto strano.
- Abbassi la voce.
- Mi scusi. Però non cè nessuno.
- Tenga comunque il volume basso.
- Ieri, nellaprire un sito di quelli, mi è comparso il sito
della nostra diocesi con limmagine di questa chiesa.
- Mi sta prendendo in giro e non lo trovo di ottimo gusto.
- Giuro che è successo.
- Lei è in vena di scherzare col fuoco divino.
- Ho portato il computer, se vuole. Però avrei bisogno del collegamento.
- Ho lalta velocità. Andiamo in sacrestia vicino al modem
- Don Nerio uscì dal confessionale come un tozzo insetto dalla
muta.
La sacrestia era piccola, con le pareti occupate da vecchi armadi e credenze
e un tavolo rivestito di fòrmica giallina.
- Ripeta - Lodovico ripeté nei dettagli. Il sacerdote gli fece
aprire il portatile, sedette e constatò. Rimase a fissare Santa
Helga e parlò con un filo di voce.
- Non diffonda questa cosa. Non capisco un link al sito della diocesi
Sarebbe peggio il contrario. Se cliccando il sito della diocesi di Montelanoso
comparisse quella porcheria - Don Nerio rimase mezzo minuto a riflettere
- Come prima mossa presenterò una denuncia contro ignoti per vilipendio
alla religione. Naturalmente senza fare il suo nome. Segreto confessionale.
Lodovico prese coraggio.
- Le chiedo se per qualche giorno posso occuparmene io, senza che lei
vada né dai carabinieri né alla polizia normale o postale.
- La ragione? - chiese Nerio, severo. Lodovico estrasse dalla valigetta
del computer il numero zero di Caldatopa, e glielo fece scorrere sotto
il naso.
- Sulla rivista corrispondente al sito, mi sono imbattuto nella fotografia
di una persona che conoscevo. Vorrei ritrovarla o almeno capire in quali
giri è entrata. Sulla rivista non cè un riferimento.
Lunica strada, per ora, mi sembra risalire al webmaster.
- Via tortuosa - disse Nerio - Tutto è possibile.
- Chi gestisce il sito diocesano?
- La nostra Banca ha un servizio domìni e pagine web. Church
on line. Provi con loro - In silenzio, compilò un foglietto.
Banca Addolorata. Via del Confortorio 77, Dora.
- Non aspetto molto, però - aggiunse - Rischiamo di finire sulla
stampa non solo locale.
- Tre, quattro giorni. Ragionevole? - Nerio, sospirando, glieli concesse.
In cambio Lodovico descrisse il teatro delle pratiche edilizie a Montelanoso,
lobbligatorietà della Tassa Fracchiolla e la scarsa utilità
della denuncia penale: dieci per cento della Tassa a polizia di stato
e, si vociferava, magistrato competente.
Prima di congedarlo, il prete aprì la finestra della sacrestia
e gli mostrò un orto malmesso. Da sotto una pianta di pomodoro
un tigrotto li fissava, prendendo lultimo sole.
- Volevo farlo lì, lampliamento. Una volta cerano le
perpetue e le galline, negli orti delle chiese. Adesso non ho più
nemmeno i chierichetti perché vanno a musica poi a pallavolo.
Stavolta, congedandolo, gli strinse la mano.
Il
giorno dopo Lodovico si svegliò con la ronza in testa, che negli
ultimi tre anni lo aveva risparmiato. Il disturbo era stato studiato da
neurologi, particolarmente il dottor Campodoni, senza formulare una diagnosi
diversa da cause ansiogene. Ma Lodovico coscientemente non
provava ansia.
Il ronzio al suo arrivo era un lontano concerto di cicale. Poteva durare
giorni o minuti. Oscillava di intensità, tra massimi e minimi molto
distanti. Migrava da una zona allaltra, nascendo per esempio in
un orecchio per spostarsi subito al centro della fronte. Non si traduceva
in dolore: esisteva come ronzio, apparentemente di vita propria, infischiandosene
della sua provenienza e dei suoi effetti.
Per più di tre anni lo aveva illuso, rintanandosi chissà
dove. Tuttavia il geometra accolse serenamente il suo ritorno, traducendolo
in un segnale: quel giorno non doveva andare al lavoro ma recarsi a Dora,
presso la Banca Addolorata, a cercare tracce che lo portassero a Lodovica
Piancastelli.
Di
treni per Dora ce nera uno ogni quaranta minuti.
Lodovico possedeva unauto sul genere cafon/trendy, una Sparta rossa
acquistata in un accesso di yuppismo. Scelse il treno per il timore di
parcheggiare a Dora. Correva voce che la Sparta fosse una delle superfici
preferite dai graffitari doresi.
La leggera foschia che annunciava lautunno accentuava la tinta pannacotta
sporca della stazione ferroviaria, e dellintera Montelanoso.
La stazione aveva un solo sportello di biglietteria, collocato in fondo
ad un budello di corridoio. In un angolo languiva una biglietteria automatica,
fuori servizio come da cartello. Per giunta, proprio in quel mattino diversi
pendolari rinnovavano labbonamento. Di conseguenza la fila era lunga.
Lodovico si trovò in una cometa di particelle umane di variegato
umore, vestiario, colore, linguaggio, opinioni, capacità reattiva.
Guardò lorologio. Mancavano venti minuti al treno successivo.
Il ronzio era leggermente aumentato. Ma il vero problema stava dentro
la biglietteria. Il bigliettaio sembrava a disagio con le parlate forestiere.
E almeno metà della fila era straniera neoimmigrata, per cui le
spiegazioni riguardo a biglietti e abbonamenti richiedevano tempo e allungavano
la cometa.
Lodovico, oltre a un ronzio di media intensità nellorecchio
destro, cominciò a sentire nel naso un effluvio di sudore umano
e insieme di mortadella, unito alla pressione di unentità
morbida e calda contro la schiena.
- Stai bene a vedere che mi incazzo se perdo il treno - sentì ansimargli
dietro. Luomo era evidentemente grasso, e quella che premeva contro
la schiena di Lodovico era una pancia sudata. Lalito di mortadella
proveniva dalla stessa fonte.
Il nervosismo delluomo era causato da tre famiglie senegalesi in
fila davanti a loro. La più vicina capitanata da una ragazzona
vestita di un lungo bubu, che sgridava in wolof stretto un pargolo frignante
tra le sue braccia, trattenendone altri due con le dita larghe.
- Troia. Impara la lingua - mormorò tra i denti luomo nervoso.
Lodovico si voltò. Il tipo era più grosso di come se lera
immaginato, con la camicia aperta, i capelli corvini intrisi di gel e
gli occhi quasi orientali, socchiusi e infossati nelladipe degli
zigomi. Il viso roseo, perfettamente sbarbato. Naso, bocca, occhi, sopracciglia,
zigomi sporgevano come rilievi appena accennati.
- Cosa cè? - chiese minaccioso a Lodovico.
Pensò che non ne valesse la pena e si girò. Immediatamente
sentì picchiettargli sulla spalla un pezzo di carne che doveva
essere un dito delluomo grasso.
- Dì
Lodovico sentì aumentare il ronzio. Si girò nuovamente.
- Hai bisogno? - chiese laltro.
- No - rispose Lodovico, la cui massa corrispondeva, a occhio, a un quarto
di quella dellinterlocutore.
- Stai attento - gli bofonchiò laltro, mentre gli partiva
lennesimo miasma di mortadella in macerazione. Lui non reagì.
La fila avanzò di mezzo metro. Si sentiva, amplificata dal microfono,
la voce stridula del bigliettaio alle prese con un padre e tre figli cinesi.
- Lidutone - diceva il padre.
- Non ho capito - ribatteva seccato il bigliettaio.
- Riduzione - azzardò Lodovico - Riduzione, si capisce.
- Questi due maroni che si capisce - disse il pericoloso a denti stretti
e con un respiro asmatico.
- Per la riduzione ci vogliono i documenti - Silenzio - I documenti dei
bambini e i permessi di soggiorno. Ha capito?
- Questi due maroni che ha capito - scandì nuovamente il grosso.
- Basta
- mormorò Lodovico.
- Ce lhai con me? - Lui non rispose. Di nuovo laltro gli picchiò
sulla spalla. Lodovico si voltò leggermente.
- Potrebbe smettere di toccarmi?
- Stai attento. Hai capito?
- No, mi dispiace.
- Stai attento - Lodovico ricorse a una nozione di diritto incontrata
casualmente sul web due giorni prima.
- Le ricordo che la minaccia sta sul codice penale. Cinquanta euro di
multa a querela della parte offesa - Laltro tacque, aggravando tuttavia
il respiro asmatico.
Riuscì
a salire sul treno previsto, un minuto prima che partisse. Un vecchio
intercity, con gli scompartimenti da sei posti e le sedie in pelle marrone
triste sbiadito. Ne trovò uno vuoto e si chiuse dentro. Tirò
la tendina, per meglio concentrarsi su quanto dire ai funzionari della
Banca Addolorata.
Passarono a malapena trenta secondi che la porta venne aperta di scatto.
Lui e luomo grosso si guardarono.
Il ronzio, che nel frattempo era calato, tornò al livello precedente
e migrò verso lorecchio sinistro.
Laltro richiuse la porta scorrevole e sedette agli antipodi, senza
guardarlo, in un silenzio pieno del suo respiro da toro infuriato.
Dopo un minuto la porta si riaprì, per fare entrare il giardino
dinfanzia senegalese. La mamma variopinta sgridò i figli
e li fece sedere.
Ora la mistura del suo ronzio, della famigliola e delluomo che odiava
lui e gli altri, non gli consentiva di pensare. Aveva bisogno di pensare
per fare un discorso coerente a quelli del servizio church on line.
Sono qui per segnalare una questione delicata
Ronzio
verso la zona occipitale. Riguarda il sito della Diocesi di Montelanoso.
Ronzio vagamente circolare e voci dei bambini.
Ho avuto segnalazioni circa una disfunzione del sito. No,
non era tecnicamente una disfunzione.
Il pericoloso allargava le narici e strabuzzava gli occhi.
Mi hanno segnalato che da un sito pornografico
.
Si alzò con la valigetta del portatile. Uscì dallo scompartimento
tra lapparente indifferenza degli altri cinque.
Lo
scompartimento accanto era aperto e senza tende tirate. Una donna robusta
leggeva una rivista di informatica. Gli diede unocchiata di striscio.
- Un posto cè, suppongo - disse Lodovico. Lei guardò
sorridendo le poltrone vuote. Lodovico sedette su quella più lontana
da lei, accanto al finestrino. La donna chiuse la porta dello scompartimento.
Aveva capello nero corto, mascella mascolina e zigomo cadente. Occhi forti,
densi di rimmel e mascara e concentrati sulla lettura. Accavallamento
placido delle gambe. Tailleur marrone e calze retate. Anfibi neri. Lodovico
si rivolse al finestrino, dove poteva sbirciare in primo piano alcuni
particolari propri e, in secondo piano, limmagine riflessa della
viaggiatrice.
Si sentì una botta nello scompartimento accanto, e una voce da
contralto senegalese che cantava il rimprovero ai bambini.
Girò lo sguardo sulle mani di lei. In linea con la corporatura:
larghe, forti, con lunghia tagliata corta e senza smalto. Appena
constatata lassenza di anelli, il suono di cicale ripartì
violentemente verso lorecchio destro.
- Qualcosa non va? - chiese lei.
- Mal di testa - Si alzò - Esco un attimo. Lascio la borsa.
- Certo. Ha bisogno di aiuto?
- Grazie, credo che basti un po di movimento - Mentre le passava
accanto per uscire, lei scavallò le gambe. Lodovico si diresse
al bagno. Doveva chiamare il neurologo. Una volta in bagno estrasse dal
taschino interno della giacca un enorme cellulare.
- Pronto.
- Dottor Campodoni? Pignatelli.
- Pignatelli. È molto che non la sento.
- Due anni.
- Buon segno. Come va?
- Va che è tornato. Molto insistente.
- Le è capitato qualcosa di particolare?
Lodovico non fece in tempo a rispondere. La porticina del bagno, che non
aveva bloccato, si aprì con violenza, scaraventandogli naso e resto
del corpo contro lo specchio.
Contemporaneamente una mano simile a una morsa cominciò a stringergli
il retro del collo e il trapezio, e gli tenne la faccia schiacciata contro
il vetro per un tempo indefinito.
Sentì due respiri che si fondevano. Il suo e quello dellaggressore.
Poi questo tempo finì. La morsa si allentò, scomparve.
Lodovico riprese a respirare. Vide il cellulare dentro il lavandino. Una
goccia di sangue cadde sul display. Come un sole deforme, sparse minuscoli
raggi.
Quaranta
minuti dopo Costanza Lasagni, la donna dello scompartimento, lo aiutava
a tamponarsi una narice nel bagno femminile della stazione di Dora.
- Il naso le fa male?
- Sì, ma non è rotto. Credo.
- Ha dei segni dietro il collo.
- Tutti si chiederanno chi mi ha strozzato.
Il telefono suonò. Il dottor Campodoni voleva spiegazioni sulla
telefonata interrotta.
- Possiamo uscire dal bagno? - chiese Costanza - È pieno di mie
simili che ci guardano - Proseguirono nellatrio affollato. Il dottore
gli consigliò di recarsi da lui in caso di persistenza del ronzio.
Terminata la conversazione, Costanza lo guardò.
- Magari la accompagno al suo appuntamento. Così, per stare tranquilli.
I
portici di Via del Confortorio erano in quel momento deserti, e nessuno
usciva dalla porta a vetri della Banca Addolorata.
- Vuole fare denuncia? - chiese Costanza.
- A dire il vero non lho visto in faccia.
- Io lho visto in corridoio dopo che lei è uscito.
- Il respiro e il fiato di mortadella erano inconfondibili.
- Provi a togliere il tampone - Lodovico lo fece - Tiri su col naso. Mi
sembra che non sanguini più.
- Il colletto è pulito?
- Miracolosamente. A questo punto la lascerei.
- Ha da lavorare?
- Ancora no, per unora e mezza. Poi ho un cliente.
- Cliente?
- Vendo software. E lei, se non sono
- Piccolo geometra. A Montelanoso.
- E ha il conto qui?
- Non esattamente. È una lunga questione - Lodovico propose a Costanza
Lasagni di accompagnarlo allinterno, se voleva ascoltare una storia
curiosa.
Nellatrio della Banca Addolorata cera aria condizionata, profumo
di lavanda, unaiuola con stelle alpine e una fontanella, il tutto
sotto una cupola di plexiglass. Davanti a loro, un grande sportello informazioni
conteneva un preticello tutto occhiali, simile a un dittero.
- Cerchiamo lufficio che si occupa dei siti.
- Tei siti? Wep? - disse laltro con cadenza austroungarica.
- La banca fa i siti per le diocesi.
- Ah, il procetto church on line.
- Giusto. Quello.
- Ti là - disse il preticello indicando, come un robottino, un
punto indefinito.
Una targa, raffigurante due campanili con un globo terrestre al centro,
identificava lufficio Church on line. Lodovico bussò.
Riconosceva, dietro la porta, lAve Maria di Schubert.
- Avanti - disse una voce tremula.
Li accolse, seduta al tavolo, una suora minuta e dagli occhi azzurri.
Dalla scrivania emergeva, come un iceberg, un enorme computer a forma
di uovo. Il resto dellufficio consisteva in una grande libreria
di ferro bianco e un piedistallo con computer portatile e sgabello alto.
Gli occhi della suora erano contornati da un cespuglio di rughe. Sembrava
una bambina dentro un corpo decrepito.
- Sono abituata - disse - A ricevere segretari di vescovi. Voi non ne
avete laria.
- Infatti - disse Lodovico - Siamo venuti a segnalare
una disfunzione
- Il ronzio, che nel frattempo si era attenuato, tornò - Mi scusi
- Lodovico occupò una delle due seggiole bianche davanti alla scrivania.
Costanza lo raggiunse sullaltra.
- Tutto bene? - sussurrò.
Come evocati dal sussurro, risuonarono alcuni passi pesanti.
Da una porta laterale entrò luomo grasso del treno, senza
dire nulla e senza guardare né loro né la suora. Posò
sul tavolo un fascio di buste. Uscì e richiuse la porta.
- Vi conoscete? - chiese la suora a Lodovico, notando il suo leggero tremore.
Lui rispose sbottonandosi il collo della camicia e mostrandole i segni.
- È stato sul treno - disse Costanza. Laltra sospirò.
- Matteo
È stato ammesso al lavoro esterno. Rientra nella
categoria dei socialmente utili.
- E in quella delle mine vaganti - disse Lodovico.
- Come potete immaginare, ha un passato problematico.
- Anche il presente non scherza.
- Perché lha aggredita?
- Non gli piacevo - La suora sospirò.
- Dovrei segnalare il fatto al magistrato
Daltra parte vi
chiedo di essere indulgenti. Non era mai successo, da quando è
con noi - Prese un campanellino dal cassetto, lo suonò. Pochi secondi
dopo, Matteo rientrò nellufficio. Guardava timoroso la suora,
evitando ancora di posare gli occhi sugli altri due.
- Matteo, credo che tu e il signor
- Geometra Pignatelli.
- Credo che tu debba ringraziare il geometra Pignatelli. Non è
vero? - Laltro non reagì - Non è vero? - scandì
la monaca. Matteo accennò un sì impaurito, fissandosi i
piedi - Il geometra Pignatelli non ti fa tornare in carcere. Va bene?
- Completamente in balìa di quellesserino, Matteo annuì
- Dagli la mano - Laggressore si avvicinò, gli occhi sempre
piantati sul pavimento. Porse la mano. A Lodovico non rimase che stringerla.
Si era trasformata in una mozzarella.
- Poi parliamo - mormorò la suora, mentre Matteo usciva senza avere
alzato lo sguardo.
Seguì qualche secondo di Schubert.
- Sono Suor Greta - disse assorta.
- Pignatelli.
- Lasagni.
- Non sta bene, geometra?
- Una specie di cefalea.
- Mi dispiace. Veniamo a noi.
- Qualcuno ha deviato il sito della diocesi di Montelanoso - La suora
socchiuse gli occhi - Il sito della diocesi compare digitando un altro
indirizzo.
- Lei è un fedele?
- No. Sono un peccatore - Costanza si mise a ridere. Suor Greta la guardò,
incuriosita.
- Non è mio marito né fidanzato - precisò Costanza
- Lho soccorso sul treno poco fa.
- Volevo collegarmi a un sito pornografico.
- Credo che labbiamo capito entrambe - disse Suor Greta - Ha lindirizzo
di quel sito?
- Scrivilo su un bigliettino - disse Costanza - Lo batto io - Lodovico
scrisse caldatopa punto it su un foglietto, Costanza si mise al portatile,
Suor Greta si alzò e le andò dietro.
- È vero. Diocesi di Montelanoso. Con un orrore di chiesa - disse
Costanza.
- Sono daccordo sulla chiesa - disse Suor Greta - Ad ogni modo questo
è un hacker.
- Non cè linverso - disse Costanza - Digitando il sito
della diocesi è tutto regolare.
- Poteva segnalarlo alla diocesi - disse la suora, assorta - Perché
si è preso la briga di venire fin qui?
- Sto cercando una persona. Chiedo scusa - Pignatelli estrasse dalla valigetta
il numero di Caldatopa - Questo è il giornale che dovrebbe corrispondere
al sito. E questa è Lodovica, una compagna di scuola media. Non
la vedevo da trentanni e mi sono stupito di trovarla qui.
- Lodovica e Lodovico? - chiese Costanza.
- Pignatelli e Piancastelli.
- Stai scherzando?
- No. Ho la sensazione che abbia dei problemi e vorrei rintracciarla.
Visto che dai motori di ricerca non ottengo risultati, e allanagrafe
di Montelanoso non risulta più, ho pensato di risalire al giornale.
Ma sulla rivista non cè niente e il sito come vedete è
inaccessibile
Sono venuto qui sperando che ne sapeste qualcosa.
- Purtroppo no. Però le sono debitrice.
- Per Matteo?
- Già. Cercheremo di risalire allhacker. Ma è quasi
impossibile - Rimase a riflettere - Potrebbe essere un fedele, chiamiamolo
così, che vuole rovinare la giornata a chi guarda i siti porno.
E lei pensa di potere rintracciare la sua amica partendo da qui?
- Vado per tentativi.
- Faremo quel poco che possiamo, geometra - concluse Suor Greta - Grazie
ancora.
Fuori
dalla banca, Lodovico fece per congedarsi. Costanza gli confessò
di essere incuriosita, soprattutto per quellimpeto di carità
dopo trentanni.
- Ad ogni modo non sono affari miei, che dici? - concluse - Immagino che
tu debba riprendere il treno - aggiunse stringendogli formalmente la mano.
Ma la stretta di mano durò più del previsto, diventando
sempre meno formale.
- Senti Pignatelli. A dire il vero, lavorando nellinformatica, potrei
conoscere qualcuno. Forse non ti serve ma
- Fammelo incontrare.
- Credo sia libero nel pomeriggio, se devi tornare ci accordiamo per unaltro
giorno.
- Posso rimanere.
- Come ti ho detto adesso ho un cliente. Facciamo così: passiamo
da casa mia, tu sali e mi aspetti.
- Ti fidi?
- Vado a sensazioni. Intanto chiamo questo amico. Forse può darti
qualche dritta, forse no.
Solo a questo punto Lodovico e Costanza staccarono le mani e gli occhi.
Mezzora
dopo Lodovico camminava come un detenuto in cinquanta metri quadri di
mansarda, incastonati nel centro medievale di Dora, accompagnato da un
ronzio soffice nelle orecchie e unerezione in atto.
Da ogni angolo si affacciavano immagini erotiche in bianco e nero, soprattutto
fotografie con borchie maschere e catene, in volume oppure appese alle
pareti. Pensò che farlo entrare lì, e soprattutto lasciarlo
solo in un piccolo eden del feticismo, era unevidente provocazione.
Resistere si disse.
Costanza rientrò allora preventivata, e annusò intorno.
- Faccio uninsalata. Non ho altro, sono a dieta.
- Ti aiuto.
- Stai comodo. Mangiamo veloce e andiamo. Ah, complimenti.
- Per cosa?
- Non sento odore di seme maschile. Hai resistito.
Lodovico sedette a tavola con una sensazione di forte calore in viso.
- Allora, è una perversione? - chiese Costanza.
- Perversione?
- Cercare la tua amica dopo trentanni perché hai scoperto
che forse fa la puttana.
- Non lo so. Alle medie ne ero innamorato.
- Alle medie non è amore.
- Era quasi più bruttina di me - Dimprovviso, londa
del ronzio che aumentava portò parole. Le articolava la sua stessa
voce, ma in un altro spazio e tempo.
Ho
pensato a lei per unora. Invece di fare matematica. Poi mi sono
sbottonato i pantaloni. Non potevo alzarmi e chiudere a chiave. Altrimenti
la prof e la vecchia sentivano. La prof è mia mamma, è anche
la nostra prof di francese. La vecchia è mia nonna, sua mamma,
abita di sotto. Stanno sempre lì a parlare del geometra, mio babbo.
Devo stare attento. Ogni tanto aprono la porta senza chiedere permesso.
A scuola si dice che Lodovica è brutta e sembra vecchia. Lo so
che Katia per esempio è bella, ma io non ci posso nemmeno pensare
a Katia. Non è per me. Lodovica mi piace perché è
adatta a me. Se glielo chiedo forse ci sta.
Ho sentito il coso duro mentre pensavo a Lodovica. Ho dovuto metterlo
fuori dai bottoni. Se entravano mi scoprivano, perché hanno messo
la scrivania che appena entri vedi cosa sto facendo.
-
Hai sentito?
- No, scusa. Hai detto?
- Che quel mio amico ci aspetta.
- Il tuo amico. Sì. Lesperto
- Il pirata.
- Insisto a chiedere se ti fidi.
- Mi fido perché ho verificato.
- Cosa?
- Ho amici nella pirateria informatica. Sicuramente qualcuno in certe
sfere lo sa, e tu potresti essere uno spione. Uscita dalla banca ho verificato
che sei effettivamente geometra, scapolo, senza dipendenti, guardi siti
progressisti moderati oltre che porno. Nellultimo mese non hai chiamato
la polizia postale, né la Banca Addolorata. Sei pulito, credo.
Usciamo, così ti sporchi.
A
piedi raggiunsero la zona straniera del centro storico. Spacci di saponi,
riso, birre senza etichetta, assorbenti e pannolini, fotocamere usa e
getta. Tutti aperti, alcuni incustoditi.
Entrarono in una bottega deserta, identica alle altre.
- Il pirata sta qui?
- È zona franca. Da un anno la polizia non varca il confine - Dietro
uno scaffale colmo di sacchi di riso, si apriva una porta che conduceva
allo scantinato. Nella penombra, tra ennesimi sacchi di riso, si sentiva
il ronzio dei monitor.
Il pirata sembrava un impiegatino da racconto satirico. Maglioncino liso,
occhiali spessi, pelle ingiallita, riporto e alitosi.
- Moreno Romagnoli - disse sbirciando Lodovico - Siedi - Lodovico si trovò
faccia a faccia con lui, davanti a vecchi computer a torre scoperchiati.
- Pignatelli, mettiamolo subito in chiaro - Il pirata si tolse gli occhiali.
Si strinse il naso tra due dita piccole e annerite - Un giorno potrebbero
farti delle domande. Nel qual caso, questo è lo spaccio alimentari
di Selim Tlichi. Se ne parlerai in altri termini, fornirò le prove
che hai acquistato materiale pedopornografico e ti farai tre mesi di isolamento.
I normali detenuti ti cagheranno e pisceranno davanti alla cella. Questa
è tua - Gli allungò la sua carta di credito.
- Come avete fatto?
- Sono borseggiatrice dentro - disse Costanza.
- Ti ho clonato la carta, a garanzia - disse Moreno - Naturalmente, se
ne farò uso improprio, tu rivelerai lesistenza di questo
luogo. La garanzia è reciproca.
- Chiedo scusa. Perché tanto impegno su di me?
- Domanda legittima. Ci interessa lhacker della diocesi. Un concorrente
che potrebbe diventare alleato. Oltre tutto, se lo troviamo, forse potremo
risalire al tuo giornaletto e alla tua omonima.
Lodovico sentiva il bisogno di fare ordine.
- Chi siete?
- Moreno Romagnoli, graffitaro della prima ora. Molti anni fa ho dato
un calcio nelle palle a mio padre, e non in senso figurato. Per diventare
poi un Incursore Mediatico Rivoluzionario, collezionando 72 capi di imputazione
senza arrivare al processo. Domani prenderò per il culo la Pindaro
Telefoni. Sostituirò una nuova offerta agli abbonati con una mia
forbita comunicazione.
- Costanza Lasagni. Meno furba di lui. Ho preferito lo scontro diretto
dopo Piazza dei Ferraioli - Tornarono le parole interne.
Oggi
è scoppiata una bomba a Dora, Piazza dei Ferraioli. Il geometra
non ha detto niente. La prof non ha detto niente. A scuola non hanno detto
niente.
Mi ronza la testa e il dottore anche lultima volta non ha detto
niente.
Oggi sono andato allincontro in parrocchia e anche lì nessuno
ha detto niente della bomba.
Nemmeno la vecchia ha detto niente.
-
Mi sono salvata perché stavo venti metri dietro ai miei amici -
continuò Costanza - Ho vissuto per trovare il mandante. Mi sono
iscritta a Quarto Stato. Sognavo di impugnare la pistola ma non ne ho
mai vista una. Quando ci hanno presi, avrei potuto parlare e uscire presto.
Ma il patto di fedeltà me lo impediva. Così, due anni di
militanza misconosciuta poi tre di galera. Ho finito di scontare ai servizi
sociali, dove si cominciava a usare il computer. E qui ho conosciuto un
buffone - concluse guardando Moreno.
Ascoltando
i due incursori mediatici rivoluzionari, Lodovico sentì migrare
il ronzio dietro losso parietale, e cambiare natura. Come se le
onde di un oceano, le foglie mosse dal vento, un sacco di riso vuotato
in terra e un calabrone si fossero dati appuntamento allombra del
suo cervello. Poi il ronzio gli parlò.
Stai
bene? Sto bene ma adesso devo andare. Lo so. Domani hai una minitassa
da pagare. Fracchiolla mi ha dato lultimatum. Stai qui. Perché?
Per cercare Lodovica. E se lei non ne ha bisogno? Che centra lei,
sei tu che ne hai bisogno. Perché ne avrei bisogno? Lo sai tu.
Fai il misterioso? No. Io sono solo un ronzio. Non so nulla dei perché.
Il ronzio è ignorante. Vuoi dire che esegue? Sì. Gli ordini
di chi? I tuoi. Fai il difficile. Come ti senti adesso? Bene. Non mi dai
fastidio. Però dove sei? Non ti vedo. Mi vedrai. Quando? Domani,
dopodomani, non so. Appena avrò tempo. Ciao. Aspetta
Pignatelli?
- disse Moreno - Tutto bene?
- Abbiamo una proposta - disse Costanza.
- Credo che, lavorandoci, posso risalire al tipo. Come ti ho detto, questo
aiuterebbe noi e te. Ci stai a fare uno scambio?
- Avremmo bisogno di un incursore insospettabile. Per domani.
- Dovresti andare al Caffè Zanardelli e startene lì con
un microfono e una telecamera nascosta.
- È illegale? - chiese Lodovico.
- Come tutto quello che facciamo. Comunque ti travestiresti. Microfono
e telecamera sarebbero irriconoscibili. Ti diamo unora per pensarci.
- Non serve unora - disse Lodovico - Lo faccio.
Stretta di mano. Quella di Moreno era fredda e molle.
Costanza
e Lodovico uscirono per le vie di Dora.
- Grazie - disse Costanza.
- Prego.
- Vai in stazione e torni domani?
- Oppure?
- Ti fermi, così domattina sei già qui.
- Ce lhai il posto?
- Se te lo chiedo è naturale che ce lho.
Il
posto non era un letto in più. Non era nemmeno il divano.
Dopo cena Costanza lo fece stendere sul suo talamo da una piazza e mezza.
Lo sbottonò e gli strinse il sesso con una mano.
- Morbido - disse - Impaurito?
- No.
- Stupito?
- Non so.
- Un accumulo di cose?
- Non sono molto regolare, in materia.
- Materia?
- Più ne parliamo e peggio è.
- Tranquillo. Stiamo qui stesi.
Costanza
rimediò sussurrando un paio di microracconti sadomaso, che lo eccitarono
quanto bastava alla penetrazione.
- Senti una cosa - disse Lodovico.
- Rilassa.
- No, guarda che tra un po
- Ci sei già?
- Scusa. Trattengo.
- No, va bene così. Lascialo andare.
- Fuori?
- Direi.
Appena Lodovico cominciò a eiaculare sul lenzuolo, oltre la finestra
si sentì una sirena in avvicinamento. Costanza si irrigidì.
- È lambulanza? - chiese Lodovico.
- Mi chiedo in che mondo vivi per non distinguere lambulanza dallautorità.
Rimasero in silenzio ad aspettare che la sirena si allontanasse. Poi Costanza
ricominciò a respirare.
- Non mi posso abituare - disse. Lodovico si mise a pulire la macchia
con un fazzoletto di carta.
(...)
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