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Francesca Boari Piovono sassi dal cielo Laura
Boldrini loda i sassi di Francesca Boari __________________ Dopo la menzione donore premio Val di Magra Roberto Micheloni e linserimento tra i finalisti del Premio Nabokov, per,lultimo libro di Francesca Boari arriva un riconoscimento magari poco letterario ma del tutto inaspettato. E forse ancora più importante. Il riconoscimento è arrivato attraverso la forma di una busta rettangolare che lautrice di Piovono sassi dal cielo ha trovato nella buchetta delle poste. Mittente: Presidenza della Camera dei Deputati. A complimentarsi con la scrittrice ferrarese per la sua ultima opera è Laura Boldrini. La traumatica esperienza di vita della protagonista da Lei narrata scrive la presidente di Montecitorio -, colta nel lasso di tempo di poche giornate, mi ha profondamente impressionato. A colpire soprattutto la sensibilità della Boldrini è il dramma di chi deve gestire una situazione senza via duscita, qual é quella di un marito alcolista giunto allultimo stadio di una cirrosi epatica, e non trova aiuto e conforto nelle strutture che dovrebbero per prima cosa prevenire poi curare al meglio, e comunque essere al fianco dei familiari che, da soli, non possono reggere allo stress e alla disperazione. Secondo la Boldrini una società può definirsi davvero civile solo quando è in grado di garantire a tutti i cittadini adeguate cure cliniche e psicologiche, e il Suo romanzo getta un sasso, vorrei dire un macigno, nello stagno della Sanità, vissuta spesso dai pazienti e dai loro familiari come fredda, distaccata, mal organizzata, oppressa dai vincoli burocratici e dal timore delle azioni legali in conseguenza di malpractice medica. La presidente coglie lo spunto di Piovono sassi dal cielo per esternare un auspicio affinché le denunce sociali che provengono dal mondo delle associazioni, politiche o di consumatori, del giornalismo, della cultura, come nel caso del Suo romanzo, scuotano le coscienze di chi può intervenire e, sia pur lentamente ma costantemente, producano benefici effetti. La Boldrini infatti è consapevole del fatto che il caso affrontato nel romanzo non è affatto isolato, e richiama alla mente quelli che quotidianamente sono vissuti da mogli, mariti, figli e genitori di malati terminali, di pazienti in attesa di trapianto, di persone afflitte da grave depressione, solo per citare qualche esempio. Si tratta di soggetti indifesi, deboli, nonostante la grande forza di volontà che spesso dimostrano, ma che ancor più spesso si scontra con linadeguatezza delle strutture che dovrebbero farsi carico dei loro problemi. Un premio civile quello che la Boldrini affida a Francesca Boari, che a ottobre le aveva inviato il suo libro come testimonianza di una violenza psicologica, un femminicidio della ragione (come si espresse lautrice in una intervista a Estense.com). E soprattutto un riconoscimento che mi fa molto effetto ammette oggi -, non credevo in un riscontro tanto sentito. Credo che questo libro, o almeno lo spero, possa gettare una piccola luce su casi simili, dove la persona è abbandonata a se stessa, in unItalia che non sa tutelare le famiglie, e in particolare le donne.
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