collana poetál
 
 

 

 

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titolo: "Nel moto apparente"
autore Rita Galbucci -
Prefazione di Francesca Del Moro
collana poetál
ISBN 978-88-97424-65-9
© 2013 - € 10,00 - pp. 80 -
In copertina, “Attesa”, di Sonia MariaLuce Possentini.



Rita Galbucci affresca un grande spazio desolato al centro del quale si trova una donna. Chiamata in causa di volta in volta con i pronomi “io” e “tu”, essa è al tempo stesso l’autrice e la lettrice… Fuori dal tempo e da qualsiasi coordinata geografica, la protagonista della raccolta si fa emblematica di quella che è da sempre la condizione femminile, sancita da una natura leopardianamente indifferente e matrigna, interessata solo al proprio perpetuarsi...

 

 

 
 
 

... L’ambiente viene dipinto perlopiù come arido e ostile all’essere umano: il cielo versa un ghigno, la terra è fredda e seccata, il fiore spampanato, il deserto si è mangiato i prati, il suolo è duro, il buio e il silenzio sono pressoché onnipresenti. Ma, in questo scenario desolato, la donna è chiamata a compiere il proprio ruolo vivificante, come esprime con chiarezza questa poesia, che vale la pena citare per intero: “Sono ferme le montagne / che si erano mosse. / Aspre le pareti di nuovo / tendono il collo in su /a un’aureola di nubi. / Una semina di ghiaia / e mi sono distratta / a cercare topazi / in mezzo ai sassi. / Ho chinato il capo / perdendo azzurro / dal mio cielo / e la terra con quello ha germogliato.”

(Dalla Prefazione di
Francesca Del Moro)

 

leggi la recensione di Luigi Paraboschi su versante ripido

leggi il commento di Antonino Caponnetto dal blog poesiaperta

 

 

Poesie tratte da "Nel moto apparente".

 

Nel moto apparente
resta ancorato
all’unica azione
lo scivolo stretto
lo sguscio alla luce
che vita si compie
e si spacca.

È così sottile e debole il filo
che sono funambola
o mi chiudo in valigia.

Tolgo di quanto più posso
il peso di me spalanco gli occhi
vorrei vedere.

Mi scaraventa però lo schiaffo
potente dell’ingovernabile e
benché pronta piango.

Trasfigurata cade in un solo
gesto la mia tenacia al pari
di ogni altra forma.

Tutto mischiato sullo stesso
selciato al suo limitare
si compie il finale.

Non essere più come
ogni cosa che specchia in sé
un rovescio di eterno.


Mi snaturo nella caccia
che non arriva a sfamare
e non ti sono più madre.

Godi la mia stanchezza
nella resa del corpo
riaffiora l’ascolto.

Attaccati ancora alle
mie mammelle vuote
che mi riviene il canto
che mi riempio gli occhi
della tua sagoma
e riodoro i tuoi albori.

L’eco dei miei tacchi passando
si porta questi piedi innamorati
che ti tengono forte sopra di me
o sotto di me ginocchia pancia
seduti, in piedi
al buio o allo specchio.

Lo hai sentito il rumore dei miei tacchi?
Era ieri mentre passavo
lo ha sentito il tuo vicino
che si è affacciato
e ha desiderato.

Ma ho svoltato
l’angolo in fretta
e mi sono tolta le scarpe.

 

(...)

 

 

 
 
 

Rita Galbucci è nata a Bologna nel 1961 e a Bologna lavora e scrive.
È cofondatrice del gruppo di lettura ad alta voce LeggiAmo, vòlto alla diffusione della parola poetica. Ha pubblicato in un’antologia e in blog di poesia. Suoi componimenti sono pubblicati all’interno di vari numeri della pagina Poemata della rivista Illustrati. È membro del Gruppo 77, composto da poeti che a Bologna scrivono, si confrontano e organizzano eventi letterari. Questa è la sua prima raccolta di poesie.