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Note
di commento
E' sempre
difficile entrare nel "mondo" delle persone. Aprirne le tende,
carpirne i piccoli segreti e le ombre, svelarne le difficoltà,
le remore, anche le gioie per pudore non si vorrebbero vedere
Queste poesie di Giorgia Monti così svelano tanti aspetti della
vita, della sua e della nostra: cose, momenti, situazioni che creano un
mondo. E' tipico del femminile raccontare raccontandosi e in questi versi
Giorgia ci mostra un campionario di umanità e di situazioni che
vorremmo non leggere più, né che accadessero più.
L'ironia rasenta l'amarezza e la delusione, il non tacere dell'autrice
è quasi un grido che si alza permettendo la sua rinascita. Il titolo
racchiude in sé tutta la tematica del libro. E come giocolieri
traballiamo tra religione, costituzione, mondo minato. Ma quando impareremo
ad essere liberi? E quando la paura sarà sconfitta? La paura di
tutto è la paura del vivere in senso pieno e responsabile. Poesie
asciutte, linguaggio diretto, domande efficacemente crude, spesso senza
risposte.
Una poesia scritta per riflettere, per scuoterci. Poi arriva la morbidezza
e un po' di tregua come in "Vacanze" e "Vedi?" sempre
introspettive ma leggermente più rappacificate con questo mondo.
La speranza è nel nuovo mattino con l'aroma del caffè.
Auguro a Giorgia di proseguire perché scovando le zone buie cresciamo
tutti in questo nostro mondo che vorremmo molto diverso. "Se non
siamo gigli siam pur sempre figli, vittime di questo mondo
"
cantava De André ed è vero. Certo non siamo perfetti e mai
lo saremo ma cambiare, migliorare, lottare per il cambiamento questo si
può e si deve fare, e Giorgia ce lo ha illustrato molto bene regalandoci
con coraggio e sincerità questi versi.
Nota di Gabriella
Gianfelici, poeta e critica letteraria.
Una
delle bellezze di questo libro sta nella capacità e generosità
di Giorgia Monti di narrare storie, che possono essere un episodio veloce
(un incontro inaspettato) o un tempo prolungato. In questa ricchezza di
scene e immagini vi sono molti 'tagli' che ci tengono vigili durante la
lettura, come se Giorgia ci stesse pizzicando per trasmetterci in parte
le sue ferite passate e presenti: Ti presto due centesimi/perché
tu vada a comprarti/il tuo primo pezzo di stoffa./Sopra puoi ricamarci
una rosa/con la mia pelle morta./ (da: La tua testa) Sono le ferite
di una donna che, giustamente, le mostra anche con orgoglio dopo la sofferenza
subita ma vinta: L'idea di me come una corona sopra un'altra testa./Mi
sa che hai sbagliato un conto o due, amico./Non ci sto dentro alla tua
scacchiera lucida./ (da: La tua testa)
Giorgia riesce con versi ben mirati a dare le sensazioni che ognuno di
noi ha provato nelle relazioni o verso il proprio destino: rabbia, sconforto,
disgusto, ma anche orgoglio nel rialzarsi e ironia nel rivedere gli errori
commessi e subiti. La tua bocca /che non si apriva e somigliava/più
a un muro e al filo spinato. /Voglio farmi odiare/con il motivo. (da:
Il motivo). Ci rivediamo tutti nelle sue parole, così precise
e mirate nella rabbia verso il mondo. E se vi ci mandassi Tutti? /Tutti,
uno a uno, /passo dopo passo, /scalino dopo scalino, /sulla torre dell'orologio
da polso /della prima comunione. (da: Quello che volevo)
E' una donna che soffre e lotta, si piega ma non cede, si perde e poi
si ritrova. Tiro sassi a due finestre aperte/di casa mia. /Sembrano vie
di fuga/ mentre ci entro dentro. (da: Quello che volevo)
La figura maschile è ben presente nelle sue poesie, spesso come
origine delle ferite, e causa del lento processo di rimarginazione. Ti
ho visto/eri gobbo e goffo /ripiegato su una speranza che non hai. / (da:
Il primo uomo).
Ma è anche una figura misteriosa e affascinante come in Assiettate,
di cui non abbiamo bisogno di sapere dati anagrafici o altri elementi
ordinari (età, lavoro, altezza, occhi
) perché Giorgia,
con poche parole e all'apparenza insignificanti, ci dà tutta l'immagine
curiosa di questo uomo: Quando l'ho visto aveva i pantaloni bianchi/e
una fame gialla./ E' un incontro che rimane ricco di mistero, forse
perché, a differenza di altre presenze maschili del libro, questo
la fa sentire in modo positivo: E io, su un piede solo, seminai viole
e tulipani.
Non vi sono solo tagli di dolore, bensì anche di vita che sgorga
da aperture nel corpo e nell'anima e che dà forte consapevolezza
all'autrice. Cammino bene da sola/e voglio che tu sappia/che la luce
di questa mattina/è tutta roba mia. / (da: Senza titolo 1)
Immancabile nella sua poetica è l'ironia rivolta a ciò che
la circonda e che, a dimostrazione di gran intelligenza, mira anche all'autrice
stessa. E dalle mie labbra piovvero/farfalle e aerei che si spararono
in ogni direzione/visto che non ne avevano nessuna/da est a west/attraverso
il tropico degli accidenti/oltre il triangolo delle mie mutande. (Da:
Da est a west)
L'amarezza dà spazio alla consapevolezza e ad una visione meno
rabbiosa, pur se disincantata. L'autrice dopo le sofferenze ha acquistato
più forza e saggezza: Ho solo capito che resta/sempre la sete/e
una bottiglia ancora da aprire. (da: La sete)
Nota di Serena Piccoli,
poeta, drammaturga, scrittrice
Che potenza
nei versi di Giorgia! Sono forti, freschi, originali. L'elemento più
felice di sicuro sono i FINALI (e non è poco!).
Nella forma è l'uso di rime, ripetizioni, metafore ardite, giochi
linguistici, ogni genere di parola: da quelle acculturate alle parolacce
attuali
al dialetto napoletano.
In genere le poesie sono molto lunghe, con una particolare disposizione
tipografica sulla pagina, con rientranze, che formano quasi un disegno.
E' come se Giorgia avesse bisogno di lunghezza per potere esprimere ciò
che pensa su un certo argomento e sembra che mai possa bastarle questo
pensare
: sorta di "Poesia narrativa".
Il tono è fra il realistico/quotidiano e l'immaginifico/surreale/
grottesco, sia nei pensieri sia nelle parole.
I TEMI ricorrenti: fiori- colori (bianco, nero, rosso, rosa) - teoria
dell'attimo - bere - alcol - fumo - amore - sesso - musica - (ci sono
parole delle canzoni) - cibo - sale - scarpe - piedi - danza - festa -
porte - finestre - vento - pioggia - luna - mare - campagna/città
- asfalto - treno - viaggio - paure. Protagonista è il corpo; a
volte, addirittura vivisezionato fin nelle viscere, quasi da genere horror
Queste caratteristiche (fisicità, quotidianità, fantasia,
eccetera) sono tipiche della scrittura al femminile e questo per me è
un complimento!
Spesso c'è IRONIA: "
ma io sono astigmatica". Tutti
e 5 i sensi sono presenti, in particolare il gusto e così i 4 elementi.
Una cosa che mi ha colpito favorevolmente
è che alcuni elementi
di ispirazione sono uguali ai miei, nonostante la grossa differenza d'età!
Giorgia ha una voce personale, unica, individuale. C'è ancora da
lavorare, ma promette bene. Ad esempio, c'è probabilmente da levare
alcune prolissità, da tagliare, sintetizzare, al fine di rendere
tale voce ancor più tagliente ed incisiva. Forse in alcune poesie
sono troppe immagini di genere diverso, che causano un po' di ridondanza
(anch'io ho questo problema). Alcune poesie, però, sono brevi,
scarne, diverse. Mi hanno ricordato il "poeta/giocoliere" di
Palazzeschi.
Evidente la ribellione contro il genere maschile e contro una società
perbenista e ipocrita. Una vera figlia del '68!
Nota di Serenella
Gatti Linares, poeta e scrittrice
La
poetica di Giorgia si regge su un fluire incessante di parole che si rinnovano
continuamente e che incalzano e che precipitano e che si ingrossano e
poi si frantumano come le gocce di una cascata fumante che spesso fa sentire
il suo rombo assordante che rende attoniti
muti e sordi
di
fronte al mistero della vita, della sua carnalità, della sua pulsione
erotica
Nota
di Carla Grementieri, poeta, scrittrice, fotografa
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