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Angeli caduti di Beppe Iannozzi

recensione di Giovanna Amoroso

Giovanna Amoroso

Laureata alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Genova-DAMS. Collaboratrice del quotidiano IL ROMA e del mensile culturale L’ESPRESSO NAPOLETANO. Responsabile e fondatrice del magazine on-line: www.passioneteatro.com

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Il cristo e l’anticristo si fondono in un insieme variegato di anime perse, gli Angeli caduti per l’appunto.
Il dolore, la morte, la paura, la diversità… facce della stessa medaglia.
Storie di ordinaria inquietudine d’animo. A volte follia pura, spesso brutale, altre… apparente normalità.
Trame mai banali, vicende che sembrano vissute con i propri occhi, nella loro cruda narrazione. Linguaggio diretto, aspro, senza inutili fronzoli.
Un senso di mistica liberazione trasuda “Amen” primo brano della raccolta. Una sorta di preghiera recitata di getto (non vi è alcun punto di sospensione in tutte le quattro pagine del racconto) con sana e lucida follia da un senzatetto.
Episodi a tinte forti, come nel racconto “Istantanea”, che si alternano a una dimensione più delicata e intimistica del brano “Vincent il vecchio”, narrato con una lieve punta di dolcezza.
Per poi arrivare al racconto “La morte di Bocca di Rosa”, vero pugno nello stomaco, dove l’umano e il disumano diventano un’orribile cosa sola.
Piacevoli break la citazione di alcuni noti testi musicali. Da Peter Gabriel ai Clash.
Un libro da leggere e rileggere… per comprenderne appieno le molteplici chiavi di lettura. A mio avviso, una realistica fotografia dell’attuale degrado in cui versa l’intera umanità.

 


 

Angeli caduti