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Angeli caduti di Beppe Iannozzi recensione di Giovanni Agnoloni ________ Angeli caduti è un’opera multiforme. Una raccolta di racconti diversi per impronta e genere, ma tutti con in comune il tema straniante della Caduta, della deviazione da un percorso preordinato e prevedibile. Quella di Giuseppe Iannozzi è una sedimentazione (o una proliferazione) entropica che giustappone e shakera spunti di vita quotidiana che sanno di (e invitano a) un quieto raccoglimento laico, esplorazioni di territori weird e intuizioni (cyber)punk imbevute di profondità storica. Non
amo dare troppi dettagli delle opere che leggo, perché alla fine
la trama è l’ultima cosa a contare. Questo è un libro
fatto di sensazioni. È un coagulo di sangui diversi, un rinterzo
di stili, generi e situazioni pertinenti ad ambiti artistici i più
vari (anche pittorici e musicali). In questo senso, è un esempio
di multimedialità pur nella “staticità” tradizionale
del medium cartaceo. È di avanguardia pur senza esserselo prefisso. Premendo, dentro di sé, un segreto e personalissimo tasto “INVIO”.
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