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i quaderni di Cico
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titolo:
"UNA
GIORNATA A SAMARCANDA" |
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Escluso
dallinfinito (...) Nel
confondersi di un gesto cortese
Rompiamo
i calici del Purgatorio
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"Sto lavorando a un pò di serate con Alessandro Ettore Cimò, la cui vena poetica mi sconvolge ogni giorno e a volte ho come l'impressione che certi poeti francesi vivano ancora". Valerio
Achille Semenzin |
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Quella
di Cimò è poesia di protesta; non è neppure insofferenza
o semplice reazione. Per nulla scevra alla filosofia, spinta e alimentata
dalla necessità di comunicazione, si ispira a una concreta e stimolante
volontà - e dunque voglia - di adeguamento tra arte, pensiero e
società moderna. Le parole di Cimò seguono linee gestuali
dallandamento costruttivo e preciso. Parlano il linguaggio delle
arti classiche e di quelle recenti, conferendo al segno tutta lefficacia
trainante del monito che in lungo e in largo percorre la Ricerca.
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Alessandro Ettore Cimò, classe 1985, nasce, cresce e vive in provincia di Milano. Oltre la laurea in filosofia ritiene di non avere nulla di particolare da dire su se stesso. Tuttavia, sul proprio modo di intendere la poesia, afferma convinto: Il gesto più sovversivo e significante che si possa oggi compiere è quello di fermarsi e osservare silenziosamente il mondo che frenetico ci circonda. Solo entrando nel vortice del caos si può estrarre una possibile poesia del presente. Ciò non è un mero sfizio estetico, ma consiste nel prendere una differente posizione rispetto allinesistenza quotidiana e al vuoto che ci assedia. Quanto è in conflitto con i modelli diffusi risulta difficile a dirsi e in tale contesto la poesia rappresenta uno sforzo continuo di riconquista, una lotta senza quartiere per farci comprendere e per comprenderci. Dunque, un primo passo verso il nostro divenire. | ||||||||||||