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Simone Manservisi
"La Grande Inculata"

Cicorivolta Edizioni - pag. 130 - euro 7,00

di Gordiano Lupi
(www.infol.it/lupi/)

Simone Manservisi racconta la storia di un uomo colpito da una rara malattia, il Morbo di Giacomo Kellerman, che prima di andare all'altro mondo decide di confessare un omicidio commesso alcuni anni prima insieme a un gruppo di amici. Quando il protagonista muore, scompare pure lo scrittore che verga di getto tutta la prima parte in un apparente stato di sfogo affabulatorio, pure se non è così, le pagine sembrano molto meditate. La seconda parte del libro è composta (per finzione) dalla sorella dello scrittore che cerca di capire se il romanzo La Grande Inculata racconta una storia vera o è solo frutto della fantasia dell'autore. Non svelo il finale per non rovinare il gusto di una lettura rapida e appassionante che il libro merita, pure se non è certo un capolavoro, ma solo un racconto sincero scritto da un giovane che pare avere molte cose da dire. Sono convinto che Simone Manservisi prima o poi troverà lo stile migliore per esprimere quello che ha dentro, anche perché ha fatto un sacco di buone letture. Consiglio di andare a leggere pagina 94 - 96 del romanzo, dove l'autore cita una serie di aforismi letterari composti da Simenon, Auster, Hesse, Alberoni (purtroppo!), Bradbury, Miller, Wilde e molti altri. Ma si possono consultare anche le pagine 39 - 40 dove Manservisi elenca alcuni libri che predilige come Il pasto nudo, Il vecchio e il mare, Memorie dal sottosuolo, Il tropico del cancro, Seta (purtroppo!), Gente di Dublino, La coscienza di Zeno…
Un pregio del romanzo è che si legge in mezz'ora, massimo quarantacinque minuti se vi soffermate sulle frasi da comune lettore e non come un recensore indaffarato. A me piace leggere i libri di cui parlo, se non li leggo mi sento in colpa a scriverne, pure se questa buona regola non è molto seguita. I recensori importanti parlano bene dei libri consigliati dai grandi editori, seguono le veline dei potenti e di solito omettono di citare libri come La grande inculata, che invece non è né migliore né peggiore di tanti altri. Manservisi racconta le sue peripezie di scrittore rifiutato dagli editori, scrive lettere di insulti a Babbo Natale, parla con amici sobillatori, racconta i suoi strani hobbyes, illustra il mese che preferisce, parla di donne come ogni ragazzo della sua età, riempie il libro di disegni come fanno gli studenti sul diario scolastico e confeziona una storia surreale, una sorta di metaforico apologo che si spaccia per romanzo noir. Manservisi viaggia con la fantasia verso il paese di Utopia, che forse è il paese dove esiste la giustizia, dove un autore sconosciuto può avere le stesse opportunità di Baricco e non corre il rischio di vedersi rifiutare per l'ennesima volta il romanzo che ha scritto. Magari pubblica un libro e trova un recensore che lo legge e dopo ne parla.
Hai visto mai?