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Simone
Manservisi di
Gordiano Lupi Simone
Manservisi racconta la storia di un uomo colpito da una rara malattia,
il Morbo di Giacomo Kellerman, che prima di andare all'altro mondo decide
di confessare un omicidio commesso alcuni anni prima insieme a un gruppo
di amici. Quando il protagonista muore, scompare pure lo scrittore che
verga di getto tutta la prima parte in un apparente stato di sfogo affabulatorio,
pure se non è così, le pagine sembrano molto meditate.
La seconda parte del libro è composta (per finzione) dalla sorella
dello scrittore che cerca di capire se il romanzo La Grande Inculata
racconta una storia vera o è solo frutto della fantasia dell'autore.
Non svelo il finale per non rovinare il gusto di una lettura rapida
e appassionante che il libro merita, pure se non è certo un capolavoro,
ma solo un racconto sincero scritto da un giovane che pare avere molte
cose da dire. Sono convinto che Simone Manservisi prima o poi troverà
lo stile migliore per esprimere quello che ha dentro, anche perché
ha fatto un sacco di buone letture. Consiglio di andare a leggere pagina
94 - 96 del romanzo, dove l'autore cita una serie di aforismi letterari
composti da Simenon, Auster, Hesse, Alberoni (purtroppo!), Bradbury,
Miller, Wilde e molti altri. Ma si possono consultare anche le pagine
39 - 40 dove Manservisi elenca alcuni libri che predilige come Il
pasto nudo, Il vecchio e il mare, Memorie dal sottosuolo, Il tropico
del cancro, Seta (purtroppo!), Gente di Dublino, La coscienza di Zeno
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