Giuseppe
Iannozzi intervista
Mara
Venuto
autrice di
LEGGIMI NEI PENSIERI
1.
Di te si sa poco o niente: chi è Mara Venuto, forse solo lautrice
di Leggimi nei pensieri edito da Cicorivolta edizioni? Racconta
qualche cosa di te.
La premessa è che non amo molto parlare
di me. Infatti, nella vita, essenzialmente ascolto. Ho fatto studi sociali
e mi occupo di counseling: la mia è stata una scelta naturale,
compiuta, tuttavia, dopo un percorso di auto-esplorazione durato qualche
anno. Ho sempre amato ascoltare, le persone mi interessano profondamente,
mi nutro di storie. Solo di recente mi sono avvicinata anche al mondo
dellinformazione, a seguito della mia partecipazione, via webcam,
al format di Maurizio Costanzo Stella, in onda sul satellite
e in streaming: unesperienza voluta, che mi ha messa alla prova
sotto molteplici aspetti, facendomi crescere molto. Nella vita privata
sono una persona serena, vivo un amore molto forte da alcuni anni, ho
una sorella gemella artista e una famiglia presente.
2.
So che ami la letteratura, soprattutto quella giapponese: chi sono i
tuoi autori di riferimento e perché?
Le mie preferenze letterarie seguono un andamento
fasico e, attualmente, mi sento vicina alla narrativa giapponese. Si
tratta di una scoperta recente, tuttavia, posso dire che hanno colpito
molto la mia immaginazione e il mio mondo emotivo, scrittori come Haruki
Murakami, Inoue Yasushi e anche la Banana Yoshimoto dei primi tempi.
Pur essendo autori diversi per epoca, storie, temi cari, hanno in comune
un senso del tragico ineluttabile e i silenzi, muti ma non vuoti, colmati
con solitarie e intense meditazioni. Andando a ritroso, ho amato moltissimo
la letteratura sudamericana: Jorge Amado in particolare -Mar Morto,
ad esempio, è stato una suggestione molto forte nella mia adolescenza-,
ma anche Gabriel Garcia Marquez, Isabel Alliende, Luis Sepulveda. Di
tutti, mi hanno attratta il legame onirico con la realtà e la
passionalità della carne. Nel mezzo, mi sono accostata ad Albert
Camus e a George Simenon che considero senza dubbio fra i più
grandi scrittori del Novecento. Di Simenon ammiro anche la straordinaria
prolificità, senza che mai il lettore possa chiedersi: <<
perchè questaltro romanzo? >>; le creazioni linguistiche
pulite, lineari; le atmosfere nere degli abissi intimi umani. Potrei
elencare tanti altri autori che amo e da cui ho tratto emozioni e stimoli,
ma mi rendo conto di essermi dilungata già troppo...
3.
Leggendo i tuoi racconti, non ho potuto fare a meno di pensare a due
autori, Haruki Murakami e Douglas Coupland, ma anche a molti esponenti
dellavantpop. Questo libro Leggimi nei pensieri
che è un vero brainstorming accoglie fotografie perfette
operate su quindici persone, normali o quasi: ci sono disperati, borderlines,
drogati, massaie, non-amati, sognatori, sconfitti, amanti rifiutati,
schiavi, poeti e persino un frate. Come hai maturato lidea di
dare voce a quindici personaggi diversi eppure fra loro legati da un
comune, sottile ma resistente, fil rouge?
Mi sono piaciute molto le immagini che hai creato
parlando dei miei personaggi, in particolar modo laddove li hai pensati
come non amati, e questo perché in effetti hai colto
il senso principale di Leggimi nei pensieri: le mie istantanee
sulle vite di questi quindici personaggi vogliono essere proprio delle
carezze. Carezze a volti spesso sfigurati da vite sofferte, soffocanti,
ingrate e senza misericordia. Questi racconti sono voce di chi non ha
mai trovato il coraggio di parlare, di chiedere, di chiamare; luce su
esistenze anonime, quali quelle della maggior parte di noi, che nascondono
anche nelle cadute, le tracce della possibilità di risollevarsi.
I miei protagonisti sono, come ha ben scritto il mio editore nella quarta
di copertina, semplicemente persone: vive, autentiche, finalmente senza
maschere, poiché qui, nelle mie pagine, non ne hanno bisogno;
non devono difendersi da nessuno, io li amo tutti e quello che mi auguro
è che, al termine del libro, i lettori provino tenerezza per
loro come per sé stessi. Per tornare poi alla tua domanda, lispirazione
mi è venuta allimprovviso, senza un perché apparente:
ero al cinema, a vedere un fantasy e, come sfilando luno dopo
laltro, mi sono apparsi i miei futuri protagonisti, portando ognuno
con sé la traccia della propria storia. Nel buio, ho preso appunti
sul biglietto e lindomani, mentre studiavo per un esame, ho lasciato
tutto e ho scritto di getto il primo Sandra- . Poi
sono venuti, via via, tutti gli altri. Lordine con cui i racconti
sono presenti nel libro, è quello di scrittura.
4. Ti pongo ora una domanda difficile, ma per quanto ti è possibile,
ti sarei assai grato se rispondessi.
Dunque, questi sono nel dettaglio i personaggi inseriti in Leggimi
nei pensieri:
-
Sandra, una mamma giovane che desidererebbe non esserlo mai stata.
- Fra Giorgio, un frate semplice che vive nella pace.
- Franco, poeta finito in strada.
- Djionis, adolescente albanese nella sua nuova patria.
- Santiago, violinista estatico ribattezzato ad una nuova fede.
- Tati, un lungo, doloroso silenzio con il suo fratello gemello.
- Ramòn, furbetto del quartierino in fuga nel circo.
- Arianna, diciottenne già grande, pronta a iniziare lontano
una nuova vita.
- Matilde, una donna ormai anziana che ha avuto il suo riscatto.
- Piero, studente fuori corso coca-dipendente.
- Tommaso, adolescente impazzito per lhip-hop.
- Raina, badante bulgara senza più illusioni.
- Carlotta, una bambina con un segreto.
- Eugenio, un maturo omosessuale, nato senza coraggio.
- Nina, la fine della vita con un amore nel cuore.
Le fotografie che hai fatto di loro, spesse volte in poco più
dun paio di pagine, a mio avviso, sono perfette: con grande sintesi,
non scevra di umanità però, hai saputo ritrarre lesistenza
intera di ben quindici persone. Ti chiedo: le persone di cui hai parlato
le hai in qualche modo conosciute o sono solamente il frutto della tua
fantasia? In ogni caso, complimenti, perché hai del talento e
non poco. Quello che hai fatto è unimpresa che risulterebbe
ardua al più navigato degli scrittori
In solo quattro, dei racconti contenuti in Leggimi nei pensieri,
esistono delle tracce di realtà. Parlo di tracce, perché
in nessuno di essi vi è più che un accenno ad un episodio
di vita, in qualche modo vissuta da me o altri. Leticità
della mia scrittura prevede che io crei, senza trasformarmi in predatrice
di esistenze altrui. Per scelta morale, in virtù del fatto che
nella vita mi occupo di raccogliere storie, mi sono imposta di non utilizzare
mai quanto ascolto per nessuna delle mie opere, proprio al fine di evitare
che venga ad essere inficiato il vincolo di fiducia con i miei utenti.
Dunque, no, non posso dire che Leggimi nei pensieri sia
altro che un lavoro di fantasia. Scrivere i miei racconti è stato
come vivere unesperienza teatrale; mi sono calata completamente,
anche se per poche pagine, nelle vicende umane ed intime dei miei personaggi,
sfruttando una mia dote innata che è lempatia. Nella vita
di ogni giorno, spesso, da uno sguardo, mi capita di sentire profondamente
la pena, come la gioia, la rabbia o linnocenza di chi incrocio,
anche fuggevolmente. Leggimi nei pensieri nasce da ciò
che la mia affamata immaginazione disegna su quelle brevi contaminazioni
emotive e, in generale, dallamore per le persone.
5. Se dovessi imprigionare il tuo lavoro in una categoria, quale sceglieresti?
quella della fiction, ad esempio?
Sebbene uno scrittore dovrebbe essere il più
profondo conoscitore della propria opera, al punto da non incontrare
difficoltà nelle definizioni, in realtà, per me, non è
semplice inquadrare Leggimi nei pensieri in un genere codificato.
Non lho scritto pensando a nessuna categoria letteraria, ma ho
sempre saputo con certezza che si trattava di racconti e non di un romanzo,
o un saggio, o una raccolta di poesia! Scherzi a parte (non sono particolarmente
dotata di vis comica!), so bene che il genere fiction o, anche, più
precisamente, docu-fiction, è molto di moda oggi per identificare
opere rappresentative di spaccati di realtà, capaci di raccontare
in modo convincente la contemporaneità, leggendone gli aneliti
inespressi e le esigenze ineluse, denunciando storture e aberrazioni,
tuttavia, non credo sia mio il compito di incasellare la mia opera in
questo o altri generi letterari. Io ho solo scritto; il mio fine era
di dar voce alluomo comune, rendendolo meno impotente, offrendogli
dignità attraverso la parola e il racconto di sé.
6. Sei dellopinione che siano necessari i generi letterari? A
tuo avviso è conveniente o no operare un distinguo fra la cultura
alta (di Dante Alighieri e Alessandro Manzoni, ad esempio) e quella
invece più popolare (di Emilio Salgari e Collodi, giusto per
citare due nomi molto conosciuti)? Motiva le risposte, per cortesia.
E mia opinione che i generi letterari esistano,
sebbene più ibridi e sicuramente meno imprigionati dai canoni
del passato, tuttavia, credo anche che, oggi, contino forse più
per i lettori che non per gli scrittori, molti dei quali vi aderiscono
di impulso al momento dellispirazione. Tuttora, infatti, lidentificazione
del genere, penso sia un importante orientamento, al momento della scelta
di un libro. Quanto poi alla distinzione fra generi di seria A e generi
di serie B, istintivamente non mi piace. Ognuno di essi ha la propria
dignità e gode dei favori di un pubblico di lettori, inoltre,
spesso, vi è una trasversalità: chi ha letto, o studiato,
Manzoni -che io, ad esempio, amo molto- o Dante, non è detto
che non apprezzi anche Salgari o Collodi! Personalmente non sono per
un unico genere, amo leggere e scrivere cose diverse: auliche o popolari
o di intrattenimento, a seconda degli stati d animo e dei momenti
di vita.
7. Recentemente alcuni scrittori hanno costituito una sorta di manifesto,
quello della New Italian Epic (vedi collettivo Wu Ming). Le idee avanzate
dai Wu Ming, almeno sino ad ora, hanno convinto ben poche persone: più
che altro la tesi esposta dal collettivo ha suscitato un po di
ilarità nellambiente critico, e nullaltro. Soltanto
i promotori della New Italian Epic sembrerebbe che ci credano in maniera
piuttosto ostinata. A molti questo manifesto è sembrato un modo
furbesco di autoincensarsi e dichiarare così che il postmoderno
è morto per dar spazio al neo-epico. La domanda è di quelle
cattive, ti avverto, ma lavrai già capito da te: tu credi
nel neo-epico, e se sì, perché? Ed ancora: ritieni che
la tua scrittura possa entrare a far parte della New Italian Epic?
Questa è una domanda difficile... Presuppone
una profonda conoscenza del fenomeno, tale da aver maturato un punto
di vista preciso, anche se personale, attraverso cui interpretarne portata
e sviluppi. Di fatto, non posso dire di aver raggiunto, rispetto al
Neo-Epico Italiano, un livello di approfondimento tale che mi permetta
di prendere una netta posizione; inoltre, non trovo appropriate rigide
definizioni per gli esordienti. Posso solo dire che, leggendo il manifesto
dei Wu Ming, vi ho trovato enucleati diversi tratti distintivi comuni
a Leggimi nei pensieri. Per citarne alcuni: lidea
di fondo che la letteratura debba avere una funzione maieutica e il
potere di unire, creando legami, pure nella profonda distanza; la commossa
partecipazione alle vicende umane dei miei protagonisti e, di conseguenza,
lassenza di qualsiasi distacco o freddezza nello sguardo; la presenza
di numerosi personaggi rappresentativi di diversi spaccati di umanità;
lo spostamento costante dei punti di vista, il più delle volte
inconsueti; la compresenza di complessità e popolarità,
soprattutto a livello stilistico e del linguaggio; la narrazione di
temi seri resi, tuttavia, in modo non serioso; lattenzione a suscitare
nel lettore il sentimento che tutto possa accadere e che la fine sia
ancora da scrivere, nonostante premesse amare; lamore per il discorso
diretto ai fini di un efficace role-play, che faciliti nel lettore limmedesimazione
e lempatia nei confronti di realtà altre da sé;
libridazione dei generi, e qui, penso in particolare, alla letteratura
e al teatro. A tal proposito, mi piace definire Leggimi nei pensieri
una raccolta di racconti/monologhi, in quanto si tratta di testi che
si prestano bene alla rappresentazione, uscendo così da un unico
genere per approdare ad un altro. Infine, se non ho avuto lambizione
di produrre unallegoria del presente, di certo, il fine insito
nella mia opera, è di aiutare tutti coloro che la leggeranno,
ad uscire anche solo per il tempo della lettura, da sé stessi
per incontrare punti di vista magari sconosciuti o molto distanti dalla
propria esperienza di vita, aprendosi allincontro, ad una maggiore
comprensione dellaltro, abbattendo i muri del rigetto prodotto,
spesso, dalla non conoscenza.
8. A chi è indirizzato Leggimi nei pensieri? Mi spiego
meglio: a tuo avviso cè una potenziale fascia di lettori
che potrebbe meglio recepire il contenuto del tuo libro?
Come
lo stesso sottotitolo preannuncia ai lettori, la mia raccolta ha per
protagonisti donne, uomini, ragazzi, anziani e persino una bambina.
Non credo, dunque, sia individuabile un unico target di pubblico; io
stessa non ho scritto Leggimi nei pensieri pensando ad una
fascia potenziale di fruitori. Ho immaginato delle storie che attraversassero
le generazioni e questi nostri anni e che, in fede a quanto detto prima,
permettessero l incontro in un non-luogo, quello creato dalla
scrittura, fra persone anche molto diverse per età, ambienti
di vita e di provenienza, vicende personali, condizioni esistenziali,
stili di pensiero, motivazioni e ricordi.
9.
In un modo o nellaltro, i tuoi personaggi sono tutti dei borderlines,
o degli avanzi della società adoprando un po di cinismo:
qual è la morale del tuo lavoro?
Non li considero come avanzi della società, per me
sono semplici esseri umani, come tanti, oggi, mai privi, anche quando
commettono errori e feriscono altri o sè stessi, della dignità
che appartiene a qualunque persona, indipendentemente dalle condizioni
di vita, passate o attuali. La definizione di avanzi mostra
un punto di vista che non è il mio: esprime lidea di persone
divenute scarti, rifiuti. E spesso, questa, lottica di chi
vede negli emarginati gente che si è fatta da parte, rimanendo
indietro mentre il mondo è andato avanti. Quanto poi ai borderlines,
sono una categoria che mi è particolarmente cara, schiavi e carnefici
damore, vittime di sé stessi, ed è possibile, in
effetti, che qualcuno dei miei protagonisti lo sia effettivamente, anche
da un punto di vista clinico! In fondo, però, ciò che
conta è che i personaggi che popolano la raccolta, nella buona
e nella cattiva sorte, non siano mai impotenti fili d'erba in balia
dei venti: qui, luomo comune è eroico nel suo vivere, lottare
e nel voler essere felice. I protagonisti di Leggimi nei pensieri",
non smettono mai di essere i consapevoli artefici della loro fortuna,
come della loro sconfitta, e accettano sé stessi esattamente
per quello che sono. Questa, di fondo può essere la moraledel
libro.
10. Questa è una domanda rubata a Marzullo: Fatti una domanda
e datti una risposta!
Mi porrò una domanda il più possibile aperta, che abbia
un respiro ampio, poiché quelle che continuamente si affacciano
alla mia mente sono troppo fuggevoli, segnano il momento presente, seguono
il corso dei miei pensieri e degli stati danimo. Così vada
per una domanda esistenziale: <<Mara, dove stai andando? Quo vadis,
baby?>> La risposta è: <<Vado nella direzione che
sento, giorno dopo giorno; nuovi sentieri mi si aprono davanti allimprovviso
e io li seguo, perchè qualcosa mi muove. Imboccata la strada,
la percorro fino in fondo con tenacia e convinzione. Ho sempre creduto
molto in tutto quello che ho fatto. E so che, presto o tardi, il mio
quadro sarà completo.>>
11.
I tuoi progetti per il futuro?
Sono tanti. E in continua evoluzione. La vita
mi sorprende continuamente. Nell immediato futuro, porterò
avanti tutte le iniziative possibili affinché Leggimi nei
pensieri sia conosciuto e letto; in autunno inizierò la
mia collaborazione con unemittente televisiva locale, ai fini
delliscrizione allAlbo dei Giornalisti Pubblicisti. Nel
mentre, continuerò ad aggiornare il mio blog, a cui tengo molto,
e a scrivere. Sto lavorando alla sceneggiatura di una graphic novel
e al mio primo romanzo, ma ho molti altri progetti, anche di scrittura
per il teatro. Non sono mai stanca e mi appassiono continuamente a nuove
cose, che diventano poi tappe per il mio futuro. Ho molta fede nella
vita e nei frutti dell impegno.
12.
Grazie Mara, sei stata molto gentile e disponibile. Ti auguro tutto
il successo che meriti: Leggimi nei pensieri è lavoro
di chi ha veramente talento non un libretto usa e getta - ed
è quindi giusto che venga accolto e letto dal maggior numero
possibile di persone.
Grazie a te, Giuseppe, per le tue domande stimolanti,
ricche di contenuto e di spunti di riflessione. E grazie per lapprezzamento
che hai mostrato rispetto al mio libro. La tua è stata la prima
critica professionale che ho ricevuto e questa intervista mi ha portata
a vedere la mia opera sotto molteplici nuovi aspetti, finora trascurati.
Grazie ancora per lattenzione che mi hai riservato.