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Gli
Universi gravidi
di Giovanna Amoroso Intervista
all’autrice
“Generare
la vita, è il dono più bello per una donna”. 2. Non ho idea se tu, Giovanna Amoroso, sia già mamma o no, ciò nonostante il messaggio, neanche poi troppo nascosto fra le righe, che evidenzi in Universi gravidi, mi pare inequivocabile: non si può rinunciare alla gioia della maternità. Perché hai deciso di raccontare la gioia di portare una nuova vita in grembo? Stiamo attraversando un periodo storico non poco difficile: la vita è tenuta sempre meno da conto, e, ahinoi, non sono pochi i casi di cronaca nera che, in maniera piuttosto asettica, ci dicono di neonati abbandonati nei cassonetti dei rifiuti. Il mio libro è un inno al cambiamento, alla voglia di vivere e di lottare contro la triste routine quotidiana, contro le convenzioni sociali, contro uno squallido futuro pianificato. VIVERE E DONARE LA VITA! Alla faccia della crisi, della depressione e della malvagità che regnano su questa terra. Parola di mamma! Per quanto riguarda l’abbandono dei neonati nella spazzatura… beh, credo che questo sia un argomento a sé, legato soprattutto alla fragile sfera psicologica della donna. La depressione post parto esiste davvero, non è una banale leggenda metropolitana. 3. Sempre più donne rinunciano ad avere un figlio per essere libere, per non avere legami affettivi di alcun tipo. Molte donne in carriera, o business women, alla sola idea di metter al mondo un figlio rispondono con una femminilità non-femminilità a dir poco aggressiva. A tuo avviso, perché oggi molte donne non vogliono dei figli? Puro egoismo. Per diventare madri serve anche un pizzico di vocazione. (Ora le femministe m’insulteranno!) 4. Il femminismo che alcune donne, più o meno mature, oggi propagandano, strillando anche e non poco, cova in sé un seme che potrebbe essere frainteso: si ha l’impressione che siamo forse di fronte a un sentimento di cieca rabbia e non a una giusta rivendicazione dei propri diritti. Nel racconto “La soluzione migliore”, ci troviamo faccia a faccia con una donna in carriera: “I bambini non mi sono mai piaciuti. […] Ero una single convinta”. La protagonista vive legata alla sua carriera lavorativa. Non ha altri interessi. Intrattiene una liaison di solo sesso con un collega più giovane di lei. Poi, un bel giorno, scopre di essere incinta. Decide per l’aborto. Ma poi cambia idea, dopo aver visto coi suoi propri occhi il dramma dell’amica Michela. C’è una morale e c’è anche un insegnamento che tu, Giovanna Amoroso, indichi in maniera netta e precisa in questo racconto. Avresti voglia di approfondire il non poco delicato tema ‘aborto, sì… aborto, no’? “ABORTO NO”, naturalmente. Sono atea e non credo in nulla, ma rispetto profondamente la vita. 5. In “Baby blues” affronti il tema della depressione post partum. Una puerpera, dopo aver dato alla luce sua figlia, rimane vittima di una forte depressione. Com’è possibile affrontare questo particolare tipo di depressione? Con la “primavera”, con l’“amore”? E’ sufficiente? Il cuore grande di una madre riesce a fare miracoli… 6. In “Souvenir londinese” il tema è ancor più delicato: una giovane, dopo un’avventura d’amore e di sesso, scopre d’esser rimasta incinta. I bigotti del paese subito le scagliano contro i loro strali avvelenati dicendola una poca di buono. Mi sembra che rispetto a ieri, non sia molto cambiato il bigottismo che viene riservato alle ragazze madri. Qual è la tua impressione in merito? L’ipocrisia della gente è sempre la stessa. Davanti fanno tutti i “moderni”, ma sotto sotto siamo ancora ai pregiudizi del medioevo. 7. In “Ironia della sorte”, la protagonista non riesce ad avere un figlio dal suo consorte. Si reca a Milano per incontrare il prof. Pelazza. Il rapporto di coppia dei coniugi Esposito è giunto alla frutta già da tempo; lei e lui si ostinano a restare insieme solo perché entrambi desiderano un figlio, un figlio che non arriva. Non sveliamo altri particolari di questo racconto, che è il più lungo di Universi Gravidi. Vorrei che spiegassi la morale, sempreché ce ne sia una, di questo tuo racconto, per certi versi forte, in quanto mette nero su bianco anche un tradimento all’interno della coppia Esposito. Il
vero amore esiste… l’importante è volerlo cercare sul
serio! 8.
Il primo racconto che apre Universi gravidi è “Disoccupata”.
Veronica, una giovane segretaria, da un giorno all’altro, si trova
suo malgrado nella triste condizione di disoccupata. La sua unica speranza
è quella che ha riposto in Valerio, un uomo di sessanta anni.
Ha con lui una relazione non poco burrascosa. Veronica scopre di essere
incinta. Lo dice a Valerio, che però è sposato ed ha un
figlio di venticinque anni. Valerio ha fatto tante promesse a Veronica,
senza però mantenerne una. L’insano ottimismo della gioventù… 9. Giovanna Amoroso, almeno per me, Universi gravidi è un inno alla vita, alla gioia della maternità. Non temi che qualche femminista, forse un po’ troppo accesa, possa sentirsi, per così dire, offesa da tutto l’incondizionato amore che c’è nei tuoi racconti? Come si dice dalle mie parti in Liguria: “E mi me ne batto o belin…” (censura in arrivo!) 10. Quali progetti hai in serbo per il tuo futuro? Un figlio forse? Per quanto concerne la maternità, io ho già dato. Mio figlio ha ormai otto anni ed è la mia più grande gioia e ragione di vita. Lo adoro!Per il resto, al momento mi sto dedicando a un nuovo progetto di sedute di Teatro-danzaterapia con quattro pazienti disabili. Lavoro difficile, ma estremamente gratificante per me. E’ bello regalare anche solo un semplice sorriso a chi ne ha veramente bisogno.
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