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Negli USA le vendite degli e-book stanno crollando. Forse il futuro non è digitale.

Ma come è possibile? Il 2015 doveva essere proprio l'anno chiave, in cui i cittadini americani si sarebbero dovuti dimenticare come si sfoglia un libro. Come si fa, infatti, a comprare ancora il vecchio libro quando la tecnologia ci è venuta incontro con tablet sempre più sofisticati? Il libro cartaceo ha una sua esistenza. È ingombrante. Manifesta la sua presenza in termini sia di peso sia di spazio. Portarlo sempre con sé alle volte è proibitivo. Rimpiangiamo di voler leggere nel tragitto casa-lavoro quando per sollevare la borsa vorremmo essere big Jim. Per non parlare di quando pur di essere intellettualoidi in riva al mare dobbiamo togliere dalla valigia il sesto paio di scarpe. E poi è così scomodo. Per leggerlo e sfogliarlo dobbiamo usare due mani e restare in equilibrio sulla metropolitana nutrendo una malsana invidia per il nostro vicino che con nonchalance regge con una sola mano il suo tablet. A letto non troviamo mai la giusta posizione perché le braccia dopo poco crollano a picco, indifese di fronte alla forza di gravità. Non solo, quasi retrogradi abbiamo ancora bisogno di una luce (sia essa naturale o artificiale) che ci permetta di distinguere le fitte righe, l'illuminazione incorporata è una conquista tecnologica che ignoriamo. Masochisti corriamo pure il grossissimo rischio di essere tagliati dalla carta, ferita che ci fa sentire stoici nel nostro animo di lettori. Siamo, inoltre, così sofisticati da non prendere in considerazione il risparmio che prevede l'acquisto di materiale elettronico e quasi incuranti non rivolgiamo mai un pensiero alla foresta Amazzonica, vittima delle nostre voglie più meschine.
Così, perseveriamo e non vogliamo sentirne. Il libro nella sua essenza di libro è cartaceo. Terrorizzati dall'avvento di "Fahrenheit 451" e dalla scomparsa dei libri (come successo con gli LP), facciamo acquisti in libreria e online o ci rechiamo alla biblioteca vicino a casa, ma non rinunciamo e avvertiamo che non rinunceremo mai al vecchio e sacro volume. E visti i dati forse la stiamo avendo vinta.
Per noi la lettura non è solo far scorrere lo sguardo da una riga all'altra facendoci sfiorare di quando in quando dall'immaginazione, bensì è un processo che prevede una serie di riti ed inizia col perdersi tra gli scaffali di una libreria o di una biblioteca alla ricerca di quella copertina o di quel titolo che catturi la nostra attenzione o che stavamo proprio cercando. C'è chi lo sfoglia, chi attentamente valuta l'impaginazione, chi annusa il profumo delle sue pagine appena stampate, chi lo tratta con cura maniacale, chi lo custodisce gelosamente e non riesce a prestarlo nemmeno a chi raggiunge i suoi stessi livelli di ossessione. Immergendoci nella lettura, muniti di matita viviamo intensamente ogni pagina, scriviamo le nostre note, scarabocchiamo, sottolineiamo. Quel libro diventa nostro, unico in quanto da noi maneggiato e da noi plasmato. Con soddisfazione poi lo posizioniamo sullo scaffale della nostra libreria personale secondo quel criterio misterioso che rende eccezionale la nostra "collezione". Lo osserviamo esistere in compagnia di tutti gli altri. Col tempo, ci capita di riprenderlo in mano, perché non lo abbiamo abbandonato, sostituito o sovrascritto. Lo troviamo ancora lì, dove lo abbiamo lasciato l'ultima volta che abbiamo rivoluzionato gli scaffali in preda ad un nuovo folle principio. Lo riapriamo alla ricerca di quel passaggio, di quella citazione che ci aveva colpito e che ritroviamo perché l'avevamo sottolineata con veemenza. Incuriositi rileggiamo anche gli altri pezzi che ci avevano segnato all'epoca e attraverso questi riviviamo quel periodo, perché la lettura era stata profondamente influenzata da chi allora eravamo e da quello che allora provavamo. Così decidiamo di rileggerlo, con lo sguardo che oggi ci contraddistingue.
Gli analisti stanno cercando le ragioni dietro questo crollo delle vendite, per noi è semplice, lo ammettiamo: il tablet non ci dà tutto questo e noi non possiamo proprio rinunciarvi.

 

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