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Brano tratto da "Tracce
di noi".
LA PUNTEGGIATURA
DEL TEMPO
In fisica si misurano gli intervalli di tempo in giorni, ore, minuti e
secondi. Si usano le seguenti abbreviazioni: "d" (dies) per
giorno, "h" (hora) per ora, "m" per minuti, "s"
per secondi con la conseguente punteggiatura che, per esempio, predilige
l'uso dei due punti per separare l'ora dai minuti.
Per Stefano il tempo scorre lento, con lunghe pause, poche interruzioni
e molto silenzio. Volendo trasferire al tempo le convenzioni dell'interpunzione
ortografica, sicuramente la sua vita segue preferibilmente la pausa dettata
dai punti di sospensione. Molte volte il suo percorso viene sospeso, per
imbarazzo, titubanza, allusività... per indecisione ed apatia.
Vivere in un piccolo paese di provincia lo ha agevolato almeno quanto
lo ha penalizzato. L'essere conosciuto da tutti perché figlio del
panettiere gli ha conferito, fin da piccolo, una precisa identità
che lo ha rassicurato ed alleggerito nei primi anni della sua vita, ma
che poi, come un macigno, lo ha schiacciato. Così, all'età
di quarantanove anni, Stefano è ancora il figlio del panettiere.
Non ha una propria professionalità, non ha moglie, nessun hobby
da dichiarare e tanto tempo da trascorrere al bar con i compagni di una
vita con i quali scambiare le solite frasi di circostanza. Stefano...
Dalila, giovane ragazza della periferia romana, non fa che pensare a come
liberarsi dal cibo che ha ingurgitato con tanta dedizione. Nel mangiare
non ci sono sapori da ricercare, piacere da provare o curiosità
da soddisfare. L'importante è ingoiare quantità enormi di
alimenti, freddi, caldi, freschi, congelati per poi immediatamente liberarsene
con la stessa audacia e costanza. Riempirsi per poi svuotarsi è
questo l'unico pensiero che l'assilla, che l'appaga, seppur momentaneamente.
Il suo segno di "punteggiatura temporale" è il punto
interrogativo. Dalila si pone troppe domande alle quali non trova risposte
adeguate, neanche con il trascorrere del tempo. La sua azione di carico
e scarico continua da anni, rubandole i giorni, i desideri, i sogni, la
vita. La sua ricerca d'amore non si ferma. Quando qualcuno del quartiere
incontra ancor oggi la madre, fa sempre la solita domanda - Dalila?
Ines non teme nulla, sempre risoluta, sicura di sé, ha poche domande
da porre e tante certezze da diffondere. Manager di un'azienda di moda
dall'età di trentadue anni ha fatto del lavoro e della carriera
la sua ragione di vita. Il suo tono di voce impostato ed allo stesso tempo
interessante non dà spazio a replica. Lei alla fine di una frase
ci mette un punto fermo e fa una lunga pausa che nessun interlocutore
osa interrompere. Di lei, del suo privato, non sa nulla nessuno. In tanti
anni le sue espressioni non hanno mai evidenziato un particolare stato
d'animo. Nessun amico o familiare è mai andato in ufficio da lei.
Seppur in azienda è consuetudine festeggiare le ricorrenze personali
con i colleghi, lei non lo ha mai fatto. Naturalmente non presenzia neanche
alle cene prefestive, ha sempre un'emergenza lavorativa da affrontare.
Il suo tempo prevede solo pause imposte da lei.
Ines (punto).
La Franci è così, sempre a mille! Per lei la vita è
una cosa meravigliosa, gli amici sono tutti fantastici, gli avvenimenti
tutti interessanti. A scuola insegna storia dell'arte, entra con il sorriso
ed esce ancor più contenta. Ama la sua materia ed ancor più
i ragazzi. Per lei sono loro la manifestazione più grande di arte.
Tutti originali e carismatici avrebbero sicuramente scolpito la loro vita
facendone, appunto, un'opera d'arte. Il suo tempo è accelerato,
ogni giorno ha cento cose da fare a prescindere. La sua vita deve essere
piena di eventi, il segno di interpunzione che la caratterizza, ovviamente,
il punto esclamativo! Detto anche "punto ammirativo", seppur
prevede una pausa di tempo discretamente lunga, è il re dell'intonazione
che come la Franci sottolinea l'enfasi di un momento e ammira la vita.
Tutti la chiamano così - La Franci!
Sebastiano si era proprio stufato, presenziare nella vita di tutti i suoi
familiari lo ha privato della sua. - Sebastiano accompagna i bambini a
scuola. Dice sua moglie, ogni santa mattina. - Sebastiano porta la mamma
dal terapista. Ribadisce la sorella due pomeriggi a settimana. - Sebastiano
non dimenticare l'appuntamento di papà con il commercialista, lo
sai gradisce la tua compagnia. Ricorda il fratello. - Papà, devo
andare da Luca, sbrigati! Grida il suo primogenito dalla cameretta, mentre
il secondo, dandogli una pacca sulla spalla gli sussurra - Alle 20 al
solito bar, ok? - Amore, mia madre si fida solo di te alla guida, la porti
dal parrucchiere? Grazie. - Suadente gli comunica nel pomeriggio l'adorata
consorte. Il suo tempo era scandito da tanti spostamenti separati da troppe
brevi pause. Come la "virgola" da tutti indiscriminatamente
utilizzata lui viene abusato nella presenza che in realtà testimonia
la sua assenza. Sebastiano, Sebastiano, Sebastiano.
Alessio e Lara, vicini di casa, amici da sempre e fidanzati dal liceo
condividono tutto della loro vita. Come i "due punti" ortografici
sono inseparabili. Insieme provano a comprendere e chiarire il significato
della vita che stanno affrontando e come il simbolo matematico testimoniano
il loro rapporto unico ed indissolubile. I loro dialoghi sono fitti, pieni
di battute e controbattute. Un ritmo incalzante, come quello del loro
cuore, li contraddistingue. L'amore: Alessio e Lara.
Semplice, nelle storie ingabbiate dal tempo gli intervalli della punteggiatura
sono complici di evasione.
(...)
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