collana poetál
 
 

titolo: "Sono Angelica e sfilo col vento"
autore Alessandro Russo -
Prefazione di Maria Zanolli
collana poetál
ISBN 978-88-99021-33-7
© 2014 - € 10,00 - pp. 80
In copertina, “Spighe di grano”, immagine originale di Stefano Sergiampietri (StenTwo) - ©Cicorivolta Edizioni.


“C'è qualcosa di provocante e misterioso nella scrittura di Alessandro Russo. Qualcosa che non arriva subito, a una prima lettura, ma che si coglie leggendo più volte le sue poesie, sfilando le parole, una ad una, facendosi penetrare dal verso..."

(continua)



 

 
 
 
 
 


(segue)

“Ci sono le donne e le loro vite: Eva, Ramona, Angelica, Lola, Maria, Aradia, a cui l'autore dedica parole d'amore, con gli accordi della gioia e del dolore. Ci sono le fughe, i tormenti e i tornanti, le prospettive perdute, ma anche i sorrisi del corpo e dell'anima, i venti di meraviglia, e le voci riflesse di persone e pensieri vicini e lontani. C'è il mare, che a volte salva, a volte ferisce, con le sue onde a cui si affida la sorte...”

(Dalla Prefazione di Maria Zanolli)

 
 

 

 
Alessandro Russo legge "Sai di luna"
tratta da "Sono Angelica e sfilo col vento".
 
 
 
 
Bruno Noris, accanto a Ylenia Bagato, legge "Le curve degli occhi", poesia tratta da "Sono Angelica e sfilo col vento".
 

 

Poesie tratte da "Sono Angelica e sfilo col vento".

 

SAI DI LUNA

porti ancora i sorrisi
che mi sanno curare,
e ti fanno girare
prima e dopo, attorno a ricordi
che non posso toccare,
sotto e dentro i ricordi
che non riesco a pensare tutti,
mentre scivolano
dietro le mie mani, aperte
e smaniose di tenere altri sorrisi,
almeno i nuovi sorrisi
di tutto il tuo corpo, che mi graffiano
come un’insonnia benigna
e si aprono uno sull’altro
fino a scoppiare
di profumi, come di notte
alle feste paesane,
negli slanci che riempiono
i fuochi d’artificio,
i più belli a lacrimare
lingue di promesse a colori
verso un cielo
che si accende di gioia

 

ARADIA (figlia di Diana e Lucifero)

Nascesti all’alba da incesto divino
tu ara d’inferno radice d’inganno
Truccasti i lumi che andavano e vanno
ma anche il tuo filo fu dato al destino

Tua madre poi disse: - Aradia va’ in tondo
fletti il mio nome nel caso del vizio
Guida la mano del ladro novizio
e offri il coltello a chi raschia sul mondo

Così sui monti giurasti alla luna
prendendo impegni di rovi e sciagure
Su ali di corvo soffiasti fatture
tele di ragno in cui l’onta s’aduna

Arrivarono a frotte uomini e donne
con scimmie a perdere o in groppa alle vacche
C’erano servi, raminghi e baldracche
a ungere agnelli fra altari e colonne

Mai fu riunita siffatta congrega
nemmeno dove tuo padre troneggia
Perdute virtù lui ancora vagheggia
vendetta giurò a chi offrendo ti frega

Quando ti vide sfidare la croce
trovò nei tuoi occhi il suo orgoglio celeste:
- Ammirate lassù voi che cadeste
è il mio seme che alligna empio e feroce

Quelle parole a sigillo di gloria
crebbero in eco negli antri dolenti
e come nubi dai ventri incombenti
misero in ombra la voce censoria

Tu lì nel mezzo pascevi gli armenti
sciogliendo il nodo e stringendolo a nuovo:
- Sul bene sta il mondo come sta un uovo
non resta in piedi per quanto vi tenti

L’altro principio che avvolge ogni cosa
porge l’appiglio a chi scivola in basso
Come gli anelli che serra il marasso
sarà il male che fu e non avrà posa

Subito il verbo si aprì per salire
planando qua e là nell’ozio dei venti
Tirando a sorte fra i comandamenti
cinse i divieti e iniziò ad infierire

Ma ogni equilibrio ha una sola misura
e non ha dubbi né fa compromessi:
l’avido afflato crollò negli eccessi
prostrando il tuo ego e la sua dittatura

Dalla ferita grondava l’abbaglio
quando il veleno imbrattò l’infezione:
ancora un bacio punì l’ambizione
di chi legò gli ultimi al suo guinzaglio

Giunse il tramonto brandendo catene
che strepitavano ad ogni tuo passo
Arse una luce e ti ornò nel trapasso
consegnando il delirio alle camene


(...)

 

 

 

 

Alessandro Russo, originario di Napoli, vive e lavora a Brescia.
Questo è il suo primo libro.