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Brano
tratto da
"NARCONOSTRA"
Premessa
Questo scritto è motivato dallesperienza personale, ma soprattutto
dallesigenza di aggiungere un contributo al dibattito sulle forme,
consistenza e minaccia che la criminalità, in tutti i suoi aspetti,
ha assunto nel mondo contemporaneo della seconda globalizzazione.
Questepoca è fortemente caratterizzata dai movimenti di flussi
inarrestabili di beni e servizi, alle volte imprevedibili ed ingovernabili
con gli strumenti consolidati, in cui attori come le organizzazioni non
governative o le lobbies economiche, religiose e politiche hanno assunto
un ruolo di assoluto rilievo. Tale evoluzione sta modificando anche la
criminalità comune ed organizzata generando nuove forme di devianza
e tipologia come quella transnazionale che si aggiunge a quella internazionale
ed etnica.
La criminalità organizzata può essere contrastata agevolmente
ed efficacemente con adeguati mezzi investigativi e politiche sociali
(ad esempio in tema di contraffazione e tutela del diritto di proprietà).
Tuttavia, da questi processi di adattamento resta fuori, ferma nella sua
monolitica essenza, lassociazione di tipo mafioso poiché
per sua profonda natura non può mutare ed evolversi; ma adattarsi
sì. Questo è uno dei suoi punti di maggiore forza, restando
sempre quella che il legislatore ha perfettamente cristallizzato nellarticolo
416 bis del codice penale italiano definendola:
di tipo mafioso1
quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione
del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà
che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o
indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche,
di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare
profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine
di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare
voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali
.
Questa mia convinzione contrasta in parte con le teorie sulla grande criminalità
del ventunesimo secolo, che si vuole liquida e scollegata da un territorio
poiché di esso non ha più bisogno in ragione della facilità
di spostamento per raggiungere nuovi mercati. Al contrario, le organizzazioni
criminali di tipo mafioso nel mondo contemporaneo avranno sempre la necessità
di un contesto di riferimento, di un territorio proprio da cui non prescindere
e su cui contare. Le grandi organizzazioni di tipo mafioso che operano
a livello mondiale non hanno mai abbandonato il luogo di origine ma hanno
eventualmente aggiunto nuovi territori in cui hanno riproposto esattamente
il modello mafioso che le caratterizza. Le triadi cinesi operano allestero
come organizzazioni mafiose solamente nellambito della propria area
etnica, in cui ripropongono i modelli culturali e criminali che sono loro
propri e così i locali di Ndrangheta in Lombardia, in Piemonte
o in Australia si comportano allo stesso modo. Tuttavia, è anche
vero che in alcuni casi come quello delle consorterie nigeriane, ad esempio,
lassociazione criminale assume le caratteristiche di mafiosità
operando allestero, prescindendo da un territorio fisico ma, facendo
comunque valere la forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo
nellambito della propria comunità.
Oggi, ad essere liquidi sono i flussi economici e informativi, e questo
rappresenta certo un ulteriore vantaggio per la grande criminalità
di tipo mafioso, poiché le consente di agire con tempi rapidissimi
creando un gap spesso incolmabile nei confronti di chi istituzionalmente
è preposto al contrasto. Lunico modo per colmare questo divario
è comprendere il modello criminale mafioso intervenendo per tempo
ed evitando che esso pervada irreparabilmente un determinato territorio:
prevenire è sempre meglio che reprimere. Lorganizzazione
di tipo mafioso è tale se ha la possibilità e capacità
di esercitare in un dato territorio la funzione fondamentale di sicurezza,
tipica e propria di uno Stato sovrano, ed è da questo esercizio
che deriva la forza intimidatrice su cui si fonda il potere mafioso.
Quando si parla di mafia, più o meno inconsapevolmente la si associa
alla Sicilia, scotto che questa meravigliosa terra deve pagare per essere
stata purtroppo lalveo del fenomeno per ragioni che gli storici
hanno ampiamente discusso ed individuato. Oggi, tuttavia, parlare di mafia
vuol dire parlare di molte altre aree del nostro pianeta, come il Messico,
appunto, di cui parla questo scritto. Quelle che definiamo oramai meccanicamente
mafia russa, cinese, turca, giapponese, italiana e armena sono solo i
fenomeni più longevi di criminalità di tipo mafioso, a cui
se ne stanno aggiungendo di nuovi come, uno per tutti, quello kosovaro.
La mafia di oggi non ha più una patria, essendo divenuta un modello
che qui si vuole comparare con gli attuali modi operandi dei cartelli
messicani allo scopo di individuarne la valenza criminale, spingendosi
anche oltre e arrivando a ipotizzarne gli sviluppi futuri.
Le parole dello scrittore messicano Carlos Fuentes, scomparso di recente,
sembrano essere il giusto viatico nellintraprendere questo viaggio
nel mondo della grande criminalità messicana, che oggi sta mettendo
a durissima prova le potenzialità di sviluppo economico creando
un ambiente ostile a qualsiasi forma dinvestimento a medio e lungo
termine. In queste poche righe Fuentes descrive mirabilmente il rapporto
che ha legato, perlomeno negli ultimi due secoli, gli emigranti messicani
al sogno americano e che oggi spinge i narcotrafficanti a ricercare la
ricchezza e lostentazione che ne consegue. Tuttavia, essere il calco
di qualcosa che è altro non è certamente nella natura
di questo popolo che oggi, forse tardivamente, forse ancora lentamente
ma con crescente coscienza collettiva, inizia ad alzare la propria voce
contro coloro che ne minacciano lo sviluppo ed il tranquillo vivere sociale.
ti sentirai soddisfatto di importi a loro; confessalo:
ti sei imposto perché ti accettassero come un loro pari; poche
volte ti sei sentito più felice, perché da quando hai cominciato
a essere quello che sei, da quando hai imparato ad apprezzare il contatto
delle buone stoffe, il gusto dei buoni liquori, lodore dei buoni
profumi, tutto ciò che negli ultimi anni è stato il tuo
piacere unico e solo, da allora hai mirato lassù, al nord, e da
allora hai vissuto con la nostalgia dellerrore geografico che non
ti ha permesso di farne parte in tutto e per tutto: ne ammiri lefficienza,
le comodità, ligiene, il potere, la volontà e ti guardi
intorno e ti sembrano intollerabili lincompetenza, la miseria, la
sporcizia, labulia, la nudità di questo povero paese che
non ha nulla; e ti addolora ancora di più sapere che per quanto
ti sforzi non puoi essere come loro, puoi essere solo un calco, qualcosa
di approssimativo, perché dopo tutto, di: la tua visione
delle cose, nei tuoi peggiori o migliori momenti, è stata mai così
semplicistica come la loro? Mai.
(...)
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