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ilmiospazio
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titolo:
"Il
pastore" Le
pecore riposano |
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Brano tratto da "Il pastore" (...) Ieri
un corteo di operai che inalberavono cartelli di protesta scritti a mano,
ha attraversato in silenzio le strade cittadine. Si trattava di un corteo
di lavoratori tessili che protestavano contro il licenziamento di una
parte di loro da parte di un padrone senza volto. Infatti la proprietà
dellazienda appartiene allo Stato e la controparte degli operai
diventa, in questo caso, direttamente il governo. Che ci sarebbe stata
questa manifestazione la cittadinanza lo aveva appreso dai manifesti appesi
ai muri e dai volantini dei sindacati. Due sere prima, nel locale dove
solitamente ci incontriamo, si è fatto tardi, al punto che il gestore
del locale si è visto costretto a ricordarci che ora si era fatta.
Eravamo presi da una discussione che vedeva contrapposti due partiti.
Cera quello che sosteneva che gli studenti non devono estraniarsi
dalle lotte e dai conflitti sociali, e quindi proponeva di partecipare
al corteo che avrebbero tenuto gli operai, distribuendo, nelloccasione,
un volantino appositamente redatto. Laltro partito aveva la stessa
identica posizione, la divergenza stava tutta nella valutazione se fosse
anche giusto proclamare uno sciopero degli studenti. I contrari sostenevano
che con lo sciopero non sarebbero stati credibili, tutti avrebbero pensato
che gli studenti, cosa che fanno purtroppo spesso, anche in questo caso
avessero profittato della circostanza solo per marinare la scuola. Quelli
che al volantino volevano accoppiare anche lo sciopero rispondevano che
se ci si lascia condizionare dal parere dei benpensanti tanto vale decidere
che gli studenti devono stare solo sui libri declinando ogni impegno civile
e solidale. Alla fine si è trovato laccordo sulla mediazione
proposta da unoperaia tessile, che non centra proprio niente
con quelli costretti allo sciopero perché lei dipende da unazienda
privata. Si è deciso dunque di evitare la proclamazione di uno
sciopero ma di predisporre un volantino di solidarietà la cui redazione,
come al solito, è stata affidata ad Enrico. Ma si è deciso
anche che il giorno dello sciopero una delegazione di studenti, composta
da un rappresentate per ogni classe, si assentasse da scuola per andare
alla manifestazione e chiedesse di prendere la parola nella piazza dove
il corteo si sarebbe sciolto. Non
sono stato io quello che ha preso la parola a Piazza Portanova, a conclusione
della manifestazione degli operai, non ne sarei stato capace. Non mi mancherebbero
le cose da dire ma il coraggio di dirle. Non è la stessa cosa esprimere
la propria opinione nel corso di una discussione fra amici e proclamarla
ai quattro venti con un microfono in mano. Ma ho fatto parte della delegazione
degli studenti e i dirigenti sindacali ci hanno accolto molto calorosamente
invitandoci a salire sul palco. Non siamo saliti tutti, una parte di noi
ha preferito rimanere nella folla ed io fra questi. (...)c
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Giuseppe
Colasante è nato a Roccadaspide (Salerno) nel 1944. Questo è il suo quarto romanzo. |
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