«Il titolo della raccolta è quella domanda-non domanda
alla quale di solito rispondiamo con un evasivo tutto bene; ma non sempre
ci sentiamo veramente rappresentati da questa risposta. E se anche accompagniamo
con un sorriso il nostro tutto bene, troppe volte nascondiamo
abilmente (anche a noi stessi) delusioni, dubbi, risentimenti e paure.
Tra
le righe di questa raccolta sono presenti, quindi, molte domande, qualche
risposta e alcune strategie di sopravvivenza, scambiate con un tu
che a volte è vicino, altre lontanissimo, a volte tangibile e
altre immaginario.
Ho provato a creare un percorso senza troppe barriere (anche per questo
ho preferito non chiudere le poesie con il punto fisso né cominciarle
con una maiuscola), una sorta di dialogo continuo e schietto tra chi
domanda e chi potrebbe rispondere, tra chi scrive e chi leggerà.»
(Dalla
Nota introduttiva di Irene Marchi)