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"L’attuale
ultima raccolta, “Come roccia del mio futuro” ci appare, già
nella essenziale premessa, dettata da un mondo interiore ormai sostanzialmente
pacificato e proiettato verso gli anni che verranno...
Sono parole che riflettono una maturità dolorosamente conseguita,
in un momento nodale del suo percorso biografico".
(Giuliano
Adorni)
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Lasciami di te
Quando i rumori si ritirano
ed ombre di colori galleggiano,
tra macchie evanescenti,
nel sole di latte,
lasciami di te un’ultima parola,
che sia assurda illusione
di ridisegnare le arterie sbiadite
del tempo appena trascorso insieme.
Quando ti allontani
ed io mi siedo ad aspettare,
davanti alla tua porta,
lasciami di te una rassicurante promessa,
che soffochi la nostalgia,
che risuoni come respiro piumato della pioggia.
Quando tornerai
nello stupore di sguardi d’aurora,
da cui nulla può svanire,
lasciami di te la visione di un volto,
scorto nella realtà o forse in sogno;
lasciami di te l’inconfondibile profumo,
che al mio petto penetri da porte chiuse,
discreto come orma di passi dell’estate.
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Brani
tratti da
"Come roccia del mio futuro"
Come
nevicata notturna
Anche la neve ti somiglia:
lucida, trasparente, improvvisa
nel suo chiarore limpido,
quasi luce tra ritagli di buio,
giacenti come fuliggine di morti camini.
Bianca è la strada,
nel vento che giunge
sulla terra che tace,
aprendo il passo ad antiche parole
tornate a soffrire nel silenzio.
Questa neve ti somiglia,
mentre, nei tuoi occhi spolverati
di zaffiro e smeraldo,
scorgo indicibili riflessi,
rapimenti di tenerezza al mio cuore,
dove i respiri più segreti
a te soltanto si aprono senza veli.
è dolce ritrovarti
quando mi sveglio al mattino,
al tepore degli ultimi sogni,
e l’aurora penetra solenne
dentro la stanza vuota.
Il pensiero di te basta a vestire ogni cosa…
come
nevicata notturna
sottovoce ha cantato
lungo gli argini nella nebbia d’inverno,
tale sei tu: candido sorriso,
sussurrato nel lento spirare della notte
circonfusa d’inviolati misteri.
Sempre
vieni dal mare
22 maggio 2011
Questo giorno è tuo,
cullato nel mio cuore,
ondeggiante nel mio respiro.
Era vento di primavera
quello che sparse per l’aria risa d’argento,
quando s’aprirono gli occhi tuoi per la prima volta,
danzando al ritmo della nuova luce.
Oggi, tutto racchiudi nello sguardo;
di salmastro e di sabbia
hai le vene e il fiato:
prolungamento di parola
che non ti può possedere, né fermare.
Nel tuo collo, cinto d’una collana di corallo,
alitano i profumi del mare lontano,
dove sbocciano i sogni
e si perdono le vane speranze.
Sempre vieni dal mare:
ne hai la voce e la poesia;
il flebile bisbiglio del crepuscolo,
che si muta in canto sulle acque chiare,
spruzzate di colori.
Cerco d’afferrare tanta bellezza,
ma sfugge, il corpo lasciando nelle mie mani.
Di te riempio le braccia,
ma lo spirito solo riesce a sfiorarti
e quando giungerà il momento di salutarti,
in me resterai senza nome,
permettendo che io ti trattenga, chiamandoti
come nube solennemente discesa
a cingerti il polso, per non avere mai paura
di perderti mentre t’allontani.
(...)
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Sara
Cordone è nata a La Spezia e si
è laureata con lode in Materie Letterarie.
Dal 1991, insegna nell’Istituto Comprensivo di Erbusco, in provincia
di Brescia.
È autrice di saggi e di articoli che trattano di argomenti filosofici
e letterari, sui quali partecipa a convegni e conferenze.
Le sue liriche sono state premiate in molti Concorsi letterari. Tra le
sue raccolte poetiche, ricordiamo “Ascoltando le tacite stelle”,
“Dall’aurora al crepuscolo... e poi?”, “...
E inseguo la tua voce”.
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