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Brani
tratti da "CARO
DANTE (come t'acchiappo lo scrittore)"
0.
INCIPIT
La
scrivo ora, sennò non lo faccio più.
La questione non ti tange, stai pensando.
Non hai tutti i torti.
Ma adesso non ho tempo di star dietro alle tue obiezioni, voglio pensare
ai fatti miei.
Per cui ti racconto la storia.
E tu cerca di stare attento, perché anche dalla follia di qualcun
altro puoi imparare qualcosa.
A proposito, prima che me lo chiedi, è tutto vero.
1.
PRESENTAZIONE
Mi
chiamo Antonella, e di cognome faccio Perilli, e le due cose insieme,
a quanto pare, non portano da nessuna parte. Se mi fossi chiamata Mina
Vagante, avrei avuto un nome più evocativo, e chissà quante
porte mi si aprivano, ma ho imparato ad accontentarmi.
Tra pochi giorni passo dai 46 ai 47, e la cosa proprio non mi scende.
Poi oggi, è una vera giornataccia, e qualsiasi cosa mi si piazza
sullo stomaco.
Sta pure piovendo, e il mio terrazzino ha un aspetto tremendamente autunnale,
anche se lestate ci alita già sul collo.
Non ci sono più le stagioni, è vero, ma non è neppure
lunico danno dellevoluzione. Non cè neanche più
limite alla fantasia.
Se fai il bravo, ti racconto cosa intendo.
Comunque, oltre a chiamarmi come ti ho detto, e ad aver messo 46 croci,
ho fatto un sacco di cose, ma ne ho concluse pochissime.
Io sono lo spreco fatto persona.
Il bello di me, ma anche il mio maggior difetto, è che non perdo
mai lentusiasmo, per cui riesco a fare un sacco di danni, e in tante
direzioni.
Ma torniamo a bomba. Tutto è nato dal mio presunto talento.
Da quando ho 14 anni ho iniziato a scrivere, ma stupidamente non mi sono
mai fermata. Anzi, negli ultimi anni ho rinforzato lidea che avrei
potuto farcela, e mi sono ritagliata un po di spazi per mettermi
alla prova.
Per finire il mio romanzo mancano un paio di paginette, ma la fase di
correzioni e integrazioni dura da quasi un anno. Più lo rileggo
e più trovo da correggere.
Il fatto è, che oltre ad avere un esubero dentusiasmo, ho
anche la sensazione di aver ingoiato una maestrina, che non la smette
mai di sentenziare e bacchettare. Sa tutto lei. Ecco perché il
romanzo non va avanti.
Ti sto già annoiando?
E chi se ne frega!
Taci e leggi, perchéquello che sto per raccontarti a te non è
mai capitato.
Come faccio a saperlo?
Perché in Italia non è che ci sono poi tutti sti scrittori,
men che meno maschi appetibili, e con tanto di pedigree letterari.
Ah, ti ho incuriosito?
Be, allora stai buono e lasciami raccontare, e se voglio fare il
giro del mondo prima di fermarmi sui punti importanti, tu mi stai dietro.
Che lato autoritario, da chi lho preso questo piglio?
Mia mamma si chama Ida, Ituccia per quelli di casa, e non sta tanto bene.
Sono molto dispiaciuta anche perché posso fare poco, visto che
ho portato le mie chiappe al Nord da almeno 4 lustri, mente lei è
rimasta a bagno nellAdriatico.
Cosa centra mia mamma?
Senza scomodare Freud, il mio psicanalista, e tutto ciò che ci
starebbe bene in questo contesto, vorrei tanto fare qualcosa di importante,
che possa riempire dorgoglio lei e la mia famiglia.
Anche se quello che sto per fare, farà drizzare un po di
pelo a mia mamma, e susciterà la riprovazione di Assuntina, e tutto
il clan.
Persone dannatamente per bene.
2.
ADATTAMENTI
Siccome
in questo mio delirio sto tirando dentro unaltra persona, mi riservo
la possibilità di marcare con la x le parole (e i numeri) che possono
consentire lidentificazione dello scrittore, cui ho già accennato.
Dante, si chiama.
E se mi va, sostituisco qualche parola con unaltra di fantasia,
sempre allo scopo suddetto, e che ti ripeto, perché non so quanta
capacità hai di memorizzare le informazioni.
Per esempio, a un certo punto scriverò balena (la foto di una balena)
per intendere qualcosa che ha a che fare con lacqua. Ma ti avvertirò
che ti sto menando il torrone, fosse per me terrei sempre loriginale,
ma te lho detto, lo faccio per difendere la privacy di Dante, che
ha qualcosa da nascondere.
Per cui quando vedi la scritta (torrone), non pensare subito a Natale,
o ai rotolini di ciccia, che sicuramente hai, come tutti. E non tirare
il fiato per appiattire la pancia, è solo unindicazione per
farti capire che la verità non può essere svelata.
Ogni tanto, dovrò inserire qualche commento, tipo quando sento
odore di bruciato e vedo fumo in giro. Segno che il tuo neurone è
decisamente affaticato.
E qualche altra volta scriverò Omissis, non perché è
una parola difficile, e mi fa tanto sentire scrittrice impegnata, ma perché
dovrò dare unannacquata alla verità.
Ultima cosa.
Intanto smettila di sbuffare, sono sicura che è meglio chiarire
più che posso la tessitura di questo scritto, sennò col
fischio che ci capisci qualcosa.
E non mi interrompere.
Dicevo, ultima cosa.
Per ogni giornata di questo dettagliato report, utilizzerò una
pennellata di colore, anziché limitarmi a declinare i giorni.
Te lho detto fuori piove, e tutto questo grigio mi sta facendo invecchiare,
finisce che compio i 47 prima del week end, e cazzo, non voglio assolutamente
che succeda.
Prima di quella data devo aver svoltato.
Per cui zitto e leggi, se tu leggi, io ho ottenuto il mio successo.
E
adesso ascoltami bene, se ti senti forte in materia letteraria, prova
a risolvere il rebus.
Da parte mia ti garantisco che è tutto vero, e che ci sono segni
indelebili sul computer e sul telefonino.
A meno che la Signora Sfiga non mi mandi in corto la tecnologia di cui
dispongo.
Se dopo aver letto tutta la storia, ancora non hai capito chi è
Dante, leggiti almeno diversi 3 autori italiani ogni mese, prima o poi
lo beccherai, se invece ti sembra di avere capito, fammi un piacere, tieniti
il segreto.
Ti porto i ringraziamenti di Dante, per la tua discrezione.
3.
PERCHE VOGLIO RACCONTARE
Non
ci girerò troppo intorno.
Perché mi è successo di innamorarmi, e di essere ricambiata,
virtualmente parlando.
E questa è fantascienza dellamore.
Perché la corrispondenza tra me e lo scrittore è di alta
qualità intellettuale (parole di Dante), e puoi imparare qualcosa.
Perché ho respirato sentimento in questa città di sesso
e droga. Di storie che non arrivano al giorno dopo, e di pompini allatto
della presentazione.
Perché sono sentimentale?
Che domanda del cazzo, perché mi chiamo Antonella Perilli, e i
difetti mi stanno attaccati addosso come le zecche a un cane rognoso.
Ma non ho vuotato tutto il sacco.
Per cui se vuoi saltare a pagine più interessanti, non riesco ad
impedirtelo, ma se sei uno che va lento, e se ti interessa capir meglio
la questione, ti confiderò qualche segreto.
Ti voglio raccontare questa storia perché è ancora lì,
come un pasto indigesto allimbocco dello stomaco, e penso che scrivendola
potrei riuscire a spingerla nellintestino ed evacuarla.
Cho la bocca da schifo, tanto è amara.
Essere un innamorato disilluso mi colloca in una posizione di m., oltre
che fare di me una portatrice di malattia rara.
Come si diceva prima, con tanto di storie che iniziano con una slinguata
mentre ci si sta ancora dicendo il nome, pensare di innamorarsi è
quantomeno obsoleto.
E anche patologico, più un filino ottocentesco, lo è scambiarsi
amore senza essersi mai guardati negli occhi.
Ma è possibile.
Io ci sono riuscita, e se non fosse capitato anche a Dante, un insospettabile,
questa storia non proverei neanche a scriverla.
E così mi sono preparata il terreno per introdurre lultimo
punto di questo lungo elenco di giustificazioni.
Siccome ho una maledetta paura di fare sul serio con il mio romanzo, faccio
quello che le persone comuni sempre più frequentemente fanno con
la tivù: partecipano ai reality o a trasmissioni farlocche per
diventare personaggio.
Tutto pur di apparire, di far circolare il proprio nome.
Anchio, mi vendo per la pagnotta.
Sì, ti sto raccontando questa storia sperando di farla fruttare.
Per cui chiedo scusa a Dante, che preservo dal pettegolezzo selvaggio,
e da processi morali ben più gravi, occultando parti di verità,
ma vado fino in fondo.
In sostanza, spero che quanto sto per spifferare, faccia di me una scrittrice,
e per quanto ciò significhi entrare nel mondo letterario dal buco
della serratura delluscita di sicurezza, farò finta di non
accorgermene, e tiro dritto.
Chiaramente faccio anche gli scongiuri, per tenere lontana la sfiga. E
te, Dante.
Che se solo immaginassi quello che sto facendo mi daresti una tale saccagnata
che mi scordo persino il mio nome.
Che ancora non conosci per intero.
Piacere. Antonella Perilli.
E niente slinguate.
(...)
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