(la
voce dei fan)
Olivia
(ispirata
a "Sally")
Quante
volte sentiamo parlare di sofferenza.
Quante volte l'abbiamo sperimentata su di noi e quante volte l'abbiamo
vista impressa sul volto degli altri.
Parlare della sofferenza sembra facile, per certi versi quasi scontato.
Ascoltare la sofferenza altrui spesso è di conforto.
E' una necessità il non sentirsi soli; diventa un bisogno la
certezza di non essere l'unico a stare male.
Ma perché invece non parlare di riscatto morale, di forza, di
sopravvivenza?
Credo che "Sally" voglia dirci questo ed ogni volta che l'ascolto
penso alla mia amica Olivia.
E'
trascorso un bel po' di tempo da quella sera di metà novembre.
La vedo uscire dall'ospedale con il suo cappotto scuro e la sciarpa
a strisce colorate, che le cinge dolcemente il collo.
Piove.
Cammina incerta, con le mani affondate nelle tasche e lo sguardo fisso
in un punto lontano.
Gli occhi nocciola, leggermente socchiusi, non hanno voglia di vedere
il mondo che le si agita davanti.
Non sente freddo, ne' fame; non sente nulla.
La pioggia confonde le lacrime dei suoi vent'anni, un pianto troppo
a lungo soffocato.
Lui non può, non deve vederla piangere;
Olivia è la sua forza, la sua speranza, la sua medicina, il suo
coraggio.
Sa
che sono lì ad aspettarla; mi cerca, con uno sguardo smarrito,
così tenero ed indifeso.
Mi vede e mi corre incontro.
La accolgo tra le braccia e la stringo intensamente, lasciandomi contagiare
dalla sua sofferenza.
Sembriamo sospese in un limbo; lì, in quello strano posto, il
tempo non ci abita.
"Se avrò un uomo, voglio che sia come mio padre" mi
dice con un sorriso che non le appartiene, un singolare miscuglio di
autoconvinzione, stanchezza e follia.
Ripete la frase all'infinito, come se anche la minima pausa tra una
parola e l'altra potesse rivelarsi come l'ultimo dono: un miracolo.
Ma stasera il miracolo non è arrivato
- "O forse sì?"
-
I lampioni illuminano la città infiacchita dal buio, l'asfalto
luccica, gemendo sotto le ruote delle auto.
Il dolore la prende per mano; io le tendo la mia.
Se n'è andato, quasi in punta di piedi, senza una parola, senza
una carezza, senza un perdono.
Vorrei
tanto, ma non so come fare a consolarla.
Non so perché ma mi viene in mente un pensiero:
"..nonostante il dolore di perdere una parte fondamentale della
propria vita,
la disperazione di ritrovarsi sola,
la certezza che da domani tutto non sarà più come è
sempre stato
beh
forse non è stato tutto perso, innegabilmente
qualcosa si è salvato.
In fondo in fondo anche adorare troppo un padre non è stato poi
così sbagliato."
La
stringo forte (lo senti che ci sono, Oly??). Tra le lacrime, accenna
un sorriso.
Promette bene; a me questo basta
(Cinzia,
di Monza)
Vite
spericolate
(ispirata
a...)
Quante
volte ho pensato
ad una vita spericolata,
sognando di viverla
in posti fantastici,
vivere come volevo
senza obblighi e limiti,
insomma libero.
Forse nella realtà
anche la mia vita
è stata spericolante,
perché pagare il mutuo
e campare la famiglia,
alzarsi presto al mattino
per andare in fabbrica,
e sentire i politici dire
che tutto va bene,
mentre io non arrivo
alla fine del mese,
se non è vita spericolata
è comunque molto agitata.
Però credo che per vivere
sia giusto anche sognare,
una tua vita spericolata
come quelle dei film,
per rendere meno difficile
vivere la vita normale.
(Francesco,
di Scandicci, Firenze)
Vivere
senza paura
(ispirata
a: "Gli spari sopra")
Il
potere ci vuole
allineati e coperti,
guai a chi esce dal gruppo
e manifesta la sua idea,
è considerato un reazionario
che vuole solo fare casino,
e per loro sei pericoloso
perché hanno paura,
anche di una sola
voce di dissenso.
Ecco
allora, perché
gli spari sopra,
non solo di pallottole
ma anche di altri
strumenti coercitivi,
come renderti ridicolo
oppure dire che sei matto,
e che le tue idee
sono solo utopie.
Bisogna
resistere
senza arrenderci,
superando le difficoltà
senza usare la forza,
uscendo dal gregge
ormai spento e acquietato,
sfidando gli spari sopra
facendosi scudo con il rock,
proponendo con la musica
messaggi di pace e d'aiuto
per i deboli e derelitti,
aiutandoli a rialzarsi
e vivere senza la paura
degli spari sopra.
(Francesco,
di Scandicci, Firenze)
Liberi
liberi
(ispirata
a...)
Cos'è la libertà? Qualcosa di oscuro di cui non ci si
capisce molto, e io non ne ho capito un gran che.
Libertà da chi, da che cosa?
Posso essere libero di dire quello che penso?
"Si, ma non troppo", mi risponde la maestra. Posso fare quello
che voglio oggi, che non ho compiti?
"Si", mi dice mia madre "però a patto che tu non
esca di casa".
E allora, che libertà c'è? Mi prendete tutti in giro?
Se parlo con i miei amici e dico quello che penso, si comincia a litigare:
uno vuole avere la meglio. Ora c'è la scuola e i genitori che
mi dicono: "fai i compiti, altrimenti
" A tutti i miei
doveri, mi sento libero, con la voglia di fare
ma che cosa? Se
c'è mia sorella che mi dice:"vai a fare la spesa, che io
ho da studiare".
Mi sento libero di ridere e ridere, e, poi, un tratto, un pensiero brutto
viene a turbare tutta la mia felicità. Forse è perché
ora sono grande, prima ero piccolo e più incosciente, tante responsabilità
non l'avevo.
Chissà
forse il segreto è di sentirsi liberi anche
di pensare alle cose che ci fanno soffrire, o di piangere a dirotto;
la libertà è anche quella di accettare divieti e imposizioni,
di esprimere le proprie ragioni e di sentimenti con rispetto ed educazione
Chissà
(Daniele,
di Roma)
Senso
(ispirata
a...)
Io
trovo che tutto ciò che e' vita ha un senso
l' aria che respiro,
il sole che sorge e che tramonta,
il vento che soffia,
le stelle che brillano nel cielo,
l' arcobaleno dopo la pioggia,
l' acqua che sgorga,
un fiore che sboccia,
un uccello che canta,
un bambino che nasce,
una madre che sorride.
Ma non trovo più un senso se nella vita c'è:
un bambino che soffre,
la fame nel mondo,
un attentato terroristico,
una bomba che scoppia,
il cielo illuminato da una granata,
un soldato che muore,
la guerra che tutto insanguina e distrugge.
Se penso che non c' è un senso, il domani arriverà lo
stesso e cancellerà tutto quello che non ha
senso e ci regalerà una vita migliore fatta solo di ciò
che ha un senso.
(Andrea,
di Roma)
Giocala
(ispirata
a...)
"
Chi se ne frega dell'orgoglio, ne ha rovinati più
lui che il petrolio, ci fosse anche solo una possibilità: GIOCALA,
GIOCALA, GIOCALA!!" La ascolto, la riascolto
e poi torno
ad ascoltarla, e mentre sento le note di Vasco che passano nel mio i-pod,
rifletto su quello che è successo: ho litigato con il mio migliore
amico.
Sono passati mesi da quando è avvenuto: basterebbe che uno di
noi due tirasse su il telefono, senza chiedere scusa, senza dire ma
o perché. Ha ragione Vasco
Lo ascolto ancora e nella testa
mi ripeto "
Chi se ne frega dell'orgoglio, ne ha rovinati
più lui che il petrolio
" E ormai anche io lo so bene
L'ho provato sulla mia pelle: l'orgoglio, non porta nulla di buono,
solo litigi
L'ho capito in fondo al cuore che è un sentimento
da evitare
D'altronde, dirlo a parole è facile, ma mettere da parte l'orgoglio
è molto difficile. Ha ragione Vasco: l'orgoglio rovina le persone,
gli affetti, distrugge le amicizie... Eppure non ci vorrebbe molto per
cacciarlo via dai nostri cuori e dalle nostre vite
Dal mio cuore,
dalla mia vita, dal silenzio e dalla lontananza che mi separano dal
mio migliore amico
ex migliore amico, per colpa del mio, del suo
maledettissimo orgoglio
Basterebbe solo un po' di forza d'animo, un po' di coraggio
"
Ne
ha rovinati più lui che il petrolio
" Vasco, hai ragione
da vendere! Ma stavolta non mi faccio fregare, non mi faccio rovinare
"Ci fosse anche solo una possibilità: GIOCALA GIOCALA GIOCALA!!"
E stavolta io me la gioco, la mia possibilità, me la gioco e
sono sicuro che vinco: vinco il mio amico, perdo il mio orgoglio
E chi se ne frega dell'orgoglio!
(Niccolò,
di Roma)
L'unica
ragione della mia vita
(ispirata
a "Tu che dormivi piano")
Ti guardo mentre dormi nel mio letto.
So che sei tu,
l' unica ragione della mia vita.
Qui per incoraggiarmi,
aiutarmi e persino stupirmi.
So che mi vuoi bene.
Sei unico per me
Come il sole nel cielo.
So che il mio amore per te è infinito:
ti amerò per sempre.
So che sei importante per me:
sono un piccolo punto nel gigantesco universo.
So che ti amo.
Non andartene
Ti voglio bene.
(Alessia, di Roma)
Buoni
o cattivi
(ispirata
a...)
Ogni
tanto si può spegnere il pensiero,
e non sentirsi in colpa,
di non essere di parte,
e schiavo di idee come di misteri.
All'inizio
non è possibile
abbandonarsi al nulla,
ma basta convincerci che
La
bontà e la cattiveria,
non sono le prime cose
a cui bisogna pensare,
perché prima,
c'è il giusto o sbagliato
da perseguitare.
Ogni
tanto si può spegnere il cervello,
o perlomeno non usare solo quello,
bisogna essere indipendenti,
anche, quando crediamo
di essere tentati.
Chi
divide è solo maledetto
perché senza giudicare,
tutto dovrebbe rimanere,
sotto lo stesso tetto.
(Gabriele, di Roma)
Il
senso della vita
(ispirata
a...)
Tutti noi abbiamo momenti di sofferenza , di spensieratezza e di solitudine
talmente forti che ci fanno chiedere : che senso ha la vita?... Quale
senso ha la bellezza e insieme la crudeltà dello scorrere del
tempo?...
(Daniele, di Roma)
Benvenuto
(ispirata
a "... credi che ci si arrivi mai")
Bimbo,
sei nato quando nessuno più ti aspettava, non sono pentito della
tua nascita, anche se la società in cui dovrai vivere è
senza scrupoli, perché governata da uomini a cui interessa solo
il potere e disposti a tutto per averlo, anche ad uccidere. Tu non dovrai
fare grandi cose, ma dovrai cercare di dare il meglio di te stesso nelle
piccole azioni quotidiane che compirai. Io non ho fatto cose eccezionali
se non quella di averti messo al mondo.
(Giorgia,
di Roma)
Lui
se ne frega...
(ispirata
a "Vita spericolata")
lui
se ne frega di tutto e come le grandi star vorrebbe vivere,
senza pensare a quello che deve fare
perchè vuole avere una vita non programmata, poco impegnata.
lui vorrebbe solo divertirsi e per questo non dormire mai,
vorrebbe che non fosse mai
tardi...
(Matteo,
di Roma)
Ciò
che fai
(ispirata
a "Gli angeli")
Ciò
che fai
non si può spiegare,
perfino tu sei sorpreso
dalle azioni da te compiute,
ma è troppo tardi
indietro non puoi più tornare.
Quante volte
si cambia idea
e si vuol buttar via i ricordi
che al cuore fanno male.
L'oscurità della notte
ti avvolge in una morsa mortale
e in quel momento,
ci sei solo tu.
Nessuno che ti conforta
e ti indichi la via
per ricominciare
una nuova vita.
La tua anima
è sporca
di speranze deluse,
di neri pensieri
che nessuno mai saprà.
(Daniela, di Roma)
Quale
senso
(ispirata
a...)
Ha veramente "senso" dare un senso a
tutto ciò che facciamo,che viviamo o che siamo costretti a subire
nostro malgrado?
Ciascuno di noi crede,o forse spera,che dando un senso alla quotidianità
questa sia più piacevole e sopportabile
ma così
facendo non facciamo altro che entrare nel vortice soffocante dell'ansia
e dell'inquietudine che finiscono col farci sentire esattamente al contrario
di come vorremmo essere, ovvero ..."insensati",sconsiderati.
Ha colto nel segno il cantautore Vasco Rossi quando dice che "molte
storie,molte condizioni e la vita stessa",a volte non hanno un
senso,è vano cercare di trovarlo a tutti i costi perché
"domani arriverà lo stesso"quindi godiamoci le piccole
cose di cui è fatto il presente!
(Federica,
di Roma)
Una
vita spericolata
(ispirata
a...)
Tutti noi vogliamo una vita spericolata annoiati dalle solite abitudini
e per una volta sognare stufati di vedere un mondo che va a rotoli con
guerre nelle quali sono investite quantità enormi di denaro che
invece dovrebbe dare una speranza di vita ad altre persone. Chi non
vorrebbe una vita piena di bei momenti e di guai come nei film americani
nei quali ci sono vicende complicate con suspance e senza quelle
azioni quotidiane che diventano monotone e noiose e comunque èbello
sognare una vita spericolata ma purtroppo dopo ci accorgiamo che esiste
solamente nei film con gli inseguimenti ecc.
Però sognare non ha mai fatto male a nessuno e quindi noi continueremo
a sognare mondi più giusti in vite spericolate e tutto quello
che si può sognare come una vita esagerata o una in cui tutti
si danno per gli altri senza discriminazioni e violenze...
(Fabio,
di Roma)
Non
l'hai mica capito
(ispirata
a...)
VALE LA PENA PERDERSI
PER UNA DONNA
CHE NON TI COMPRENDE?
VALE
LA PENA PERDERSI
PER UNA DONNA
CHE NON TI SEGUE,
CHE NON TI APPROVA,
CHE NON TI STIMA?
E'
COME CHIEDERMI
VALE LA PENA AMARTI?
E' COME CHIEDERTI
VALE LA PENA AMARMI?
(Mattia,
di Roma)
Vivere
(ispirata
a...)
Vivere.
Vivere è emozionarsi, divertirsi.
Vivere è cogliere l'attimo,
essere felici per poco,
esser felici di vivere.
Vivere dà un senso a tutto,
dà un senso alla tristezza, al dolore,
dà un senso alla gioia,
dà un senso all'amore.
Tutto,
anche il più piccolo dei piaceri
o dei dispiaceri,
trovano un senso
nel vivere.
Soffrire e gioire
per continuare a vivere.
Peccare,
esser santi;
cercare solo il proprio benessere,
oppure donar se stessi agli altri,
tutto ad un unico scopo:
dare il proprio senso
alla vita.
Vivere.
Vivere considerandosi fortunati,
fortunati di poter ammirare il mondo,
di poter costruire sé e la propria vita
emozione dopo emozione,
errore su errore,
con sconfitte e successi a susseguirsi,
vivere.
Vivere per provare,
vivere per sfondare.
Vivere per amare ed essere amati,
vivere per piangere e poi ridere,
per cadere e poi rialzarsi.
Vivere
Vivere per far parte della storia,
vivere per dar un senso alla vita,
vivere per poter urlare al mondo
che si è vivi!!!
(Caterina
, di Roma)
Mai
più come prima
(ispirato
a "Ti prendo e ti porto via")
Era un giorno normale, uguale a tanti altri per
Valentina. Si era alzata e ora stava facendo colazione con pane e burro,
come al solito. Una volta finito, si andò a vestire, poi la sua
amica venne a chiamarla e scese per andare a scuola.
Arrivata a scuola, incontrò i suoi amici; tra loro c'era il nuovo
arrivato: Carlo. Valentina, non conoscendolo, si avvicinò e gli
disse: "Ciao, io sono Valentina: tu devi essere il nuovo arrivato.
Se vuoi fare il giro della scuola, ti accompagno io." Il ragazzo,
intimidito, disse: "Grazie, mi farebbe molto piacere." Così,
durante la ricreazione, lo portò in giro per la scuola.
Carlo trovò Valentina così bella che se ne innamorò.
Passarono anni e nel frattempo divennero ottimi amici.
Un giorno, però, tutto cambiò.
Valentina arrivò a scuola con una notizia sconvolgente: a suo
padre era stato offerto un nuovo lavoro e, quindi, lei si sarebbe dovuta
trasferire in un'altra città.
Carlo allora si rese conto che, se Valentina si fosse trasferita, l'avrebbe
persa per sempre .Il giorno successivo, infatti, Carlo rivelò
a Valentina che lui la amava.
Valentina rimase scioccata, anche perché ella non nutriva gli
stessi sentimenti .
Così quella stessa sera se né stava lì,affacciata
sul davanzale e pensava a quanto Carlo le aveva detto. Ad un certo punto,
però, sentì la sua voce che la chiamava:
"Valentina,Valentina,scendi,sono io,Carlo".Valentina si sporse
un pò, lo vide sotto la sua finestra. Scese,ma Carlo la afferrò
per un braccio e la portò con forza in macchina. I genitori di
Valentina rimasero allibiti e chiamarono subito la polizia. Intanto
Carlo aveva nascosto Valentina in un appartamento, preso in affitto
tempo prima. Ogni giorno andava a trovarla, dicendole che l'aveva rapita
perché l'amava e non voleva perderla.
Valentina non poteva capire ciò che provava Carlo del quale lei
poi non si era mai innamorata.
Un giorno si aprì la porta, ma non era Carlo:era il suo migliore
amico:Roberto.
Egli disse a Valentina che aveva scoperto dove Carlo la teneva, seguendolo.
Valentina fu felice che fosse venuto qualcuno a salvarla.
Cosi i due scapparono e Valentina,appena arrivata a casa raccontò
tutto ai genitori e di come Roberto l'aveva salvata.
(Alessia, di Roma)
La
fine di un amore
(ispirata
ad Albachiara)
Il
tuo respiro,
la tua dolce bocca,
tante, troppe promesse
e poi più niente.
Ora è tutto finito,
tutto è scomparso:
non c'è più
il tuo modo di amarmi,
il tuo sguardo
che apprezza la mia semplicità,
la mia chiarezza,
la mia sincerità,
il mio sorriso puro,
i miei grandi occhi,
la mia timidezza.
Non c'è più niente:
è tutto finito.
(Elisa,
di Roma)
Mix
(ispirata
a diverse canzoni)
canzoni
di vita che ci aiutano a "vivere e sperare di star meglio",
perché tutto ciò è così "stupendo da
far venire il vomito" e perciò "dimentichiamoci questa
città" e voliamo via "liberi, liberi, però liberi
da che cosa?" e magari chissà fino a raggiungere "gli
angeli" proprio là dove "non arrivano gli ordini a
insegnarti la strada buona..."
(Ada,
San Giorgio Jonico, Taranto)
Standing
ovation
(ispirata
a...)
Standing ovation
Per chi?
Per me
Perché?
Perché così mi va!
Perché, non si può?
Poiché nessuno me la fa
io mi faccio una
standing ovation tutta
personale.
(Alda,
Genova)
Parliamoci
chiaro
(breve
digressione ispirata in generale a tutto Vasco e forse anche a: "...
Guardami in faccia quando mi parli, se sei sincera...")
Personalmente,
ho avuto tre brevi contatti con lui. Quando mi ha fatto sentire, accompagnandosi
con la chitarra, una canzone appena composta. Poi quando l'ho rivisto
alcuni anni dopo in un locale pubblico, fra tanta gente, e mi è
venuto incontro per salutarmi, lui già famoso e io nessuno. E
infine in un'altra occasione analoga. Così, lì ho capito
lo spessore umano, il cuore, di Vasco. Perché della bravura e
dell'intelligenza sapevo già.
(Villiam,
di Modena)
Un
senso a questa condizione...
(ispirata
a: ...)
Sono
come un giardino d'inverno,
scalpito sotto la coltre.
Sono come amaranta di sera
che si chiude in preghiera.
Posso esser farfalla
che sa vivere un giorno
lamentando lo strazio
del tuo non credere.
Desolazione desolazione
fedele compagna,
raccoglierò le vesti
saluterò il fringuello
e lascerò che vane parole
diano un senso a questa
dipartita.
Un senso a questa
condizione.
(Tiziana,
di Gambolò - Pavia)
L'Esito
(breve
dialogo ispirato a: "La nostra relazione...")
Avrei
voluto
Parlare di me
Non solo
E concretizzare di più
Certo sarebbe stato facile concretizzare
un esito.
Generalizzare non va mai bene.
E il tempo, dove lo metti il tempo?
Il tempo, IL TEMPO, è solo una giustificazione per non
aver concretizzato.
Le cose stanno da una parte e tu, E NOI, dall'altra
Vorrei in tanti momenti si amalgamassero per arrivare a quel qualcosa
a tratti vicino e a tratti lontano
Solo i bambini sono vicini e lontani, e solo i cani sanno qual è
il tempo di un padrone, ma tu?, ma io?
L'amore e i sentimenti sono vicini e lontani, ma io e tu, una
volta eravamo IO E TU, e oggi vale solo il mio io più di ogni
altra cosa.
Nessun fiore ha un fiore all'occhiello e nessun uomo ha una donna all'occhiello
Io non sono né fiore né occhiello, sei tu forse
che non rispetti le tue asole
Via, non farmi ridere!
Mi viene il vomito!
Certo è facile
due dita in gola e
Riesco solo a immaginarti con una corda al collo
Mi credi tanto stupido da buttarti via?
Non mi butti via, ti sei buttato via
Già, come se solo io lo avessi voluto
(Cristina,
di Torrita, Siena)
Così
(ispirata
a: "Tofee")
Vorrei
che mi dimostrassi
il tuo amore così
con meno parole e più immagini
anche solo con il tono della voce
nel pronunciare il nome
con cui mi ha battezzato
il tuo cuore.
Vorrei che ci amassimo
così
nei piccoli gesti del quotidiano,
tra un caffè ed un asciugamano.
Vorrei così
essere la tua Toffee
per vivere l'amore
così... com'è
senza troppi perché!
(Ludovica,
di S. Martino di Venezze - Rovigo )
Una
splendida giornata
(ispirata
a: "Cosa importa se è finita, ciò che conta è
che sia stata...")
Il
perizoma alare di una rondine
mi attraversò lo sguardo
rivolto al cielo azzurro, perso,
fiore di primavera
fronte-retro
ignudo.
(GianVasco,
di Perugia)
RICO
(lo scosàl è un grembiule)
(ispirato
a: "Siamo solo Noi")
La
madre stava là, sulla terrazza. Indossava uno scosàl.
Estivo. E leggeva un giornàl. Aspettava che Rico arrivasse. Rico
arrivava ogni sera. alla solita diversìta ora. C'era stato un
tempo in cui Rico arrivava la sera carico di cose non buone. Sua madre
stava sulla terrazza e sapeva. Quello che Rico era. Un ragazzo buono,
ma idiota, senza fortuna. C'era stato anche un tempo in cui Rico aveva
rischiato un futuro migliore: che un tale rischio per uno così,
equivale a disgrazia vera. Poi Rico la sera arrivava più tardi.
E suo padre e sua madre aspettavano insieme. Suo padre indossava una
canottiera. la catenina d'oro. Portarono Rico nella capitàl.
Partirono di lì a poco tempo, una mattina scura. Lasciarono Rico
nella comunità. Ci tornarono spesso nei mesi a seguire. La Domenica
mattina presto. Per tutto quasi un anno. Fin che Rico tornò insieme
a loro una sera che faceva notte. E cominciò a lavorare una settimana
dopo intorno a casa. Giornate intere a raschiare ringhiere di cinta.
Sua madre a fumare, sulla terrazza. E Rico mandava la radiòla
a tutto vulvùm. E suo zio mosquito che arriva la sera dal mercato
della capitàl. Ma non era più Rico. No, Rico non era più
lui. Strisciava come acciocchito. Frenato nel cervello. Diceva discorsi
del tipo, figurati, alla mia età, adesso, trovare un lavoro diverso,
che mi lasci del tempo per fare quello che voglio, andare a sciare.
I suoi erano sempre più, sempre meno: tutto era tornato peggio
di prima. E Rico non era più Rico. Divenne ben presto più
scemo. Tornò fuori la sera e anche la notte. Suo padre ciaco
e sua madre con lo scosàl, ammutoliti ad aspettare. La luce rossa
accesa in cucinino. Suo padre no, col giornàl. E Rico tornava
di nuovo a casa farcito. Di cose non buone. Musiche alte. Portiere sbattute.
Alla solita diversìta ora.
(Patty
& Rio, di Milano)
Genni
era
(ispirato
a: "Jenny è pazza...")
Conosceva
bene tutti i suoi risvegli. Credeva di conoscere tutte le mattine e
tutte quante le volte in cui si era svegliata in vita sua. Senza più
novità. Il controllo assoluto dei sogni e dei risvegli. Un variegare,
certo, ma sempre sotto controllo. Eppure quella mattina Genni aprì
gli occhi con in bocca un sapore amaro che non conosceva. Diverso e
irragionevole come tutto quello che non si conosce. La sua vita in un
baleno le passò davanti, da un estremo lontanissimo la vide partire,
attraversare i tempi, gli anni, come un frullo di ali, fino qui, fino
a ieri. Paurosamente in questo istante. Forse già da tutta la
notte stava viaggiando nel sonno. "Eccola. Ecco, è passata.
È fuggita via." Sentì lo stomaco vuotarsi, perdere
peso e salire in su, sopra di lei, verso l'alto, con tutto il suo corpo,
vuoto e leggero, fino a fermarsi contro il soffitto, vicino al lampadario.
Genni provò a pensare di svegliarsi, scegliere un risveglio qualsiasi,
uno di tutti i giorni, fra i non molti uguali che aveva posseduto. Provò
in tutti i modi, dimenandosi, disarcionandosi, per cercare di uscire
dal quel sogno di cattivo gusto; portarsi fuori da lì, nella
certezza, nella abituale normalità di ogni giorno. Ripromettendosi
di fare attenzione, la prossima volta. Addormentarsi piano. Non più
così profondo. Ma il fatto che fosse già irrimediabilmente
sveglia la scosse dal lampadario come un vento di paura, facendole perdere
il contatto col vuoto, la leggerezza, la sospensione contro il soffitto.
Genni capì che l'attitudine della memoria la stava abbandonando.
La metà dell'esistere. Il lato comodo e sicuro. E con essa ogni
suo ricordo di vita passata; certezze e riferimenti di pensiero. Nessuno
conosceva più e nessun luogo. In nessun volto, nessuna voce avrebbe
riconosciuto se stessa. Ripiombò pesante sul letto. Assorbì
le mani nel lenzuolo e la testa. Guardò il lampadario vacillare.
Dunque l'identità, l'appartenenza a un corpo, la coscienza di
esistere, abbandonò. Genni è pazza, avrebbero pensato
altri uomini dai volti improvvisamente sconosciuti. Genni ha bisogno
solo di dormire. Ma Genni provò un senso nuovo, infantile, di
libertà e di gioia; come di chi scappa via da un gioco troppo
noioso. Come di chi scappa e non torna più.
(Chiara,
di Vercelli)
Ultimo
domicilio conosciuto
(ispirata
a: ...)
dopo l'annuncio dello speaker lasciare un ritornello
musicale vuoto, poi ripetere 3 volte:
(parlato - ironico - canticchiato)
il
ponte radio non c'è
e Punto Radio
dov'è!?
tutti mi chiedon perché
sono già al terzo caffè!
l'ultima ripetizione cambia il finale:
tutti mi chiedon
FOT-TI-TIIIII!!!
(coro)
non
ci dormirò
e tu resta con me
qualcosa farò
per crederciii
non dirmi di no
lasciarmi così
non è questo il momento dai
per dividerciii
(coro)
e
il tempo scorre, anche dentro alle favole
troppe volte ho smesso sai
di rincorrertiii
però stavolta ti chiedo: resta con meee
questo spazio è troppo vuoto
dai riempilo anche teee!
(Arcale,
di Pistoia)
Perché...
(ispirata
a: "Gabry")
Perché
nella vita si deve sempre aspettare ogni volta di soffrire un po' per
capire cosa non puoi perderti e non puoi aspettare di fare...
(Monica,
di Bari)
continuate
ad inviarci il vostro materiale: pensieri, riflessioni, slogan, pezzi
di diario, qualsiasi cosa.
ne faremo un libro dedicato a Vasco dai suoi sterminati
fans
(i
testi appartengono ai relativi autori, perciò tutti i diritti
sono riservati )