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Vera
Martin: pseudonimo.
Carattere fortissimo, fin da bambina: è sempre stata e spesso lo
è ancora una vera "Gianburrasca".
Ovunque ha camminato, ha lasciato segni e memoria.
Uno dei suoi doni: qualcosa che ricorda San Francesco e il lupo.
Molte persone che incontra per lavoro e non, cadono letteralmente in soggezione
fiduciosa (spontaneamente, senza che lei attui volontariamente alcuna
pratica) e le aprono cuore e anima.
Due casi emblematici (per tutti i numerosi e continui) di persone del
tutto sconosciute: racconto della propria vita (intima e personale) sullautobus
(tragitto 10 minuti); altro racconto-confessione sul treno (tragitto 20
minuti).
Allieva di una nota maestra di canto, stava per essere lanciata come novella
Patty Pravo.
Il rivolo della sua vita ha preso, per destino, unaltra direzione.
Ora, lenergia incontenibile che è in lei sta sgretolando
e aprendo le mura delle proprie occupazioni (lavoro, madre di tre figli,
donna di casa) e prorompe, come la lava dal vulcano, in forma di fiume
di scrittura.
Pur dedicandovi poca parte della giornata, in cinque mesi ha ultimato
cinque manoscritti di generi vari, scrivendoli in contemporanea.
Non è che linizio: i segni promettono un giacimento
di cui non si vede il fondo.
Guidare, convogliare, ripartire questo fiume impetuoso, per quanto possibile,
è il compito che ho assunto volentieri io: un lupo ammansito che
ora è al suo fianco.
Il corso di tale fiume, allinizio violento, vorticoso, ribelle,
informe, può dare repulsione, può incutere timore e terrore,
ma anche fascino e attrazione, poi, più largo, può travolgere
e inondare ma, alla fine, ritiratosi, lascia il fertile limo, sempre prodigo
di buoni raccolti, come il grande Nilo.
Se anche ha portato tronchi e detriti, tra di essi nasceranno teneri fiori.
Credo valga la pena di lasciarlo fluire ed inondare.
Orazio
Martini.
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Su
mia madre, Vera Martin
Ho
sempre avuto un rapporto conflittuale con mia madre. Grande amore, grande
complicità, grande feeling, risate, grande amicizia, ma anche enormi
scontri, rivalità, litigi, pianti e risentimenti.
Capitò una notte, quando ero all'estero per motivi di studio da
parecchi mesi, che mentre mi stavo addormentando nel mio letto, all' improvviso
mi balenò un' immagine nella mente, dentro i miei occhi chiusi.
Era mia madre. Era vestita di bianco e come sospesa su di uno sfondo nero,
lei sola illuminata da una luce chiara, di cui lei stessa era la fonte.
Aveva la carnagione pallida e le gote rosa, e quei suoi occhi espressivi,
ridenti e sinceri, le labbra socchiuse in un sorriso appena accennato,
ed un'aura di gioia e serenità.
Sembrava proprio un angelo.
Solo allora, solo in quel momento, come in un' improvvisa rivelazione,
dopo 26 anni di vita, capivo in un istante tutta l' essenza di mia madre,
ciò che mai avevo visto durante la lunga convivenza.
Aprii gli occhi e sorrisi dolcemente, mentre una lacrima mi scendeva piano
piano lungo il viso. Mia madre, una sorta di bambina mai cresciuta, un
essere candido, innocente, tenero, indifeso, sensibile, spesso ingenuo;
una creatura che nonostante il suo trascorso di vita intensa non lungi
dalla sofferenza e dal sudiciume della società, ha mantenuto la
sua purezza, la sua genuinità, la sua spontaneità, ha conservato
intatte dentro di sé quelle doti proprie di un fanciullo, limpido
ed incontaminato, terso come un cielo azzurro, semplice e bello come un
fiore di campo appena sbocciato, con quel suo buon odore.
Dopo tutti i contrasti, l'astio, i disaccordi, finalmente tutto era chiaro,
e in un istante realizzavo ciò che lei veramente era ed è:una
sorgente inesauribile di acqua fresca, pura e cristallina che nonostante
attraversi terra, fango, rocce, paludi e deserti, giunge incontaminata
e preziosa a placare la sete, a dare sollievo, ad infondere vita a chiunque
a lei si avvicini.
Mia
madre
Una su Mille !
Alice
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