i quaderni di Cico
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ordinalo senza spese di spedizione
*La traduttrice Emanuela Capobianco, nata nel cuore della Sicilia nel 1990, consegue la laurea in Lingue e letterature moderne dellOriente e dellOccidente presso lUniversità degli Studi di Palermo. Durante gli ultimi anni universitari si lancia in una nuova avventura, linsegnamento, senza mai abbandonare la sua vera passione, la traduzione.Terminati gli studi, si trasferisce a Milano dove attualmente insegna. ________________
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Tutto ciò che vi resta narra la storia di un fratello e una sorella, Hamid e Maryam, e del loro forte legame compromesso dagli eventi che li porteranno a percorrere cammini separati ma sempre paralleli. Il romanzo si sviluppa in ventiquattrore intrecciando le vite dei due protagonisti: Hamid ha deciso di intraprendere la via del deserto per arrivare in Giordania, allontanandosi dalla sorella Maryam e da suo marito Zakaria, un uomo abietto, traditore del proprio popolo. In aggiunta ai tre protagonisti, il Deserto e il Tempo subiscono un processo di personificazione, prendendo così vita e diventando personaggi essi stessi, indispensabili allo sviluppo del romanzo. Parlando a turno e intersecandosi talvolta, le tre voci narranti, Hamid, Maryam e il Deserto, tessono una fitta tela narrativa, condividendo e interpretando luno la coscienza dellaltro, fondendo assieme spazi e tempi. Nellatto finale del romanzo, Hamid e Maryam arriveranno a una consapevolezza, identitaria e politica, pienamente condivisa dallautore.
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di Ghassan Kanafani vedi anche: Ponte
per l'eternità,
Il
Cappello e il Profeta, L'Altra
cosa (Chi
ha ucciso Layla al-Hayk?),
Uomini
e fucili e L'Innamorato. |
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Ho già letto due volte questo libro di cui sto per raccontare. Confermo che è una nuova chicca, come giustamente me lha presentata il suo editore Cicorivolta, del quale lesperienza mi ha insegnato a fidarmi... leggi l'articolo di Claudio Della Pietà su Senzaudio.it Michele Mari, Bassi Andreasi e Kanafani: la letteratura come ossessione... leggi l'articolo di Lorenzo Mazzoni su il Fatto Quotidiano.it |
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Nota dellAutore Un chiarimento Come
risulterà ovvio dal principio, i cinque personaggi di questo
romanzo, Hamid, Maryam, Zakaria, Tempo e il Deserto, non si muovono
lungo linee parallele o conflittuali. In questo lavoro troviamo invece
una serie di righe disconnesse che occasionalmente confluiscono e sembrano
formare soltanto due fili e niente più. Questo processo di fusione
coinvolge anche gli elementi di tempo e luogo, in modo tale che sembra
non esserci una chiara distinzione tra luoghi e tempi che sono lontani
gli uni dagli altri, o addirittura tra luoghi e tempi in un singolo
momento.Del resto, lintrinseca difficoltà di creare la
strada di ognuno, attraverso un mondo così mescolato, è
riconosciuta. Ed è certamente inevitabile se il romanzo si racconta,
per come ho pienamente inteso farlo, in un unico getto. Per questi motivi
ho adottato la proposta secondo la quale i punti di disgiunzione, miscelazione
e transizione, che generalmente arrivano senza preliminari, dovessero
essere chiaramente designati. Ciò è stato realizzato cambiando
il carattere al momento più opportuno. Ghassan Kanafani |
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L'8
luglio del 1972, con un ordigno esplosivo, veniva assassinato, a Beirut,
lo scrittore e intellettuale palestinese Ghassan Kanafani. Accompagnato
dalla nipote sedicenne Lamis, in quel giorno di caldo umido e particolarmente
insostenibile, salì sull'auto parcheggiata proprio davanti a casa.
Girò la chiave, e non appena mise in moto saltarono in aria. L'opinione più diffusa nel mondo arabo dice che si trattò di una vendetta del Mossad contro un attentato terroristico in Israele, attribuito al "Fronte Popolare di Liberazione della Palestina" di cui Ghassan Kanafani era portavoce. Nato nel 1936 ad Acri (in arabo: 'Akka), citta' costiera della regione palestinese, da una famiglia della borghesia araba, (il padre era uno stimato avvocato), nel 1948, in seguito alla costituzione dello stato d'Israele, Kanafani subì le stesse vicissitudini di migliaia di connazionali: l'espulsione e l'esilio. Dapprima si rifugiò con la famiglia nel Libano del sud, dunque in Siria, dove nel 1955, pur coltivando incessantemente gli studi di letteratura e la passione per la pittura e il disegno, lavorò come insegnante nella scuola elementare di un campo profughi dell'UNRWA (United Nations Relief and Works Agency), l'ente dell'ONU per l'assistenza ai rifugiati palestinesi. Fu in questo periodo che seguendo i corsi all'Università di Damasco entrò in contatto con George Habash, leader del Movimento Nazionalista Arabo, fautore degli ideali socialisti e successivamente fondatore del Movimento Popolare di Liberazione palestinese. Nel '56, il ventenne Ghassan Kanafani si trasferì nel Kuwait per insegnare disegno. Nel 1960, già noto per il suo impegno di artista e intellettuale, convinto dallo stesso George Habash, rientrò a Beirut, dove cominciò una brillante carriera giornalistica e politica che culminò, nel 1969, con la direzione di al-Hadaf (L'Obiettivo), l'organo ufficiale del FPLP che diresse fino all'ultimo dei suoi giorni. |
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Ghassan
Kanafani Nella
vasta produzione letteraria di Kanafani ricordiamo anche le tre opere
teatrali:
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