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“Una colonna sonora attenta a cogliere e a trascrivere la condizione
contemporanea, condizione che all’aggettivo ‘umana’ non
può non applicare, gogna permanente, un prefisso: dis-umana, sub-umana,
trans-umana, con buona dose di probabilità non oltre-umana. Non
è facile dare misura e stile alla rabbia per l’indegnità
- la privazione di dignità - inflitta e auto-inflitta quotidianamente.
Questo obiettivo è raggiunto da Francesca Del Moro con Gli obbedienti,
raccolta compatta, rimata e ritmata ad arte e con tutti i sentimenti.
Con tutti i sentimenti, sì, perché c’è la sera,
e la sera chi rimbocca le coperte innaffia mestamente le speranze, addossandosi
colpe, nella speranza testarda di toglierle ai figli. Alla luce della
sera di una giornata a ciclo continuo, iniziata nell’alba dal sapore
metallico di una stazione per pendolari, proseguita a testa china nell’open
space o con il viso fugacemente sottratto al grigio e rivolto al sole
in una pausa quasi rubata, alla luce di questa sera, dunque, si delinea
chiaro e insopprimibile l’intento della parola, gesto meditato, rivolta,
testimonianza, strappo, critica, memoria”.
(Dalla
postfazione di Anna Maria Curci)
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Nota
di Maristella Diotaiuti. Francesca Del Moro
sceglie di agire e lo fa da poeta, lo fa con la poesia, con la parola
brandita come un’arma, restituendo così alla poesia, e al
poeta, uno dei suoi ruoli fondamentali... leggi
su poetarumsilva
Quali
sono i migliori libri sul lavoro, i saggi e le narrazioni che possono
aiutarci a comprendere i rapidi cambiamenti
che stanno investendo la società e il nostro modo di vivere? A
questa domanda, tra le altre, hanno risposto i relatori di Nobìlita,
il primo Festival di cultura del lavoro italiano, tenutosi all’Opificio
Golinelli di Bologna il 23 e il 24 marzo 2018...
leggi
l'articolo di Simone Casavecchia su
www.sololibri.net
“Una
colonna sonora attenta a cogliere e a trascrivere la condizione contemporanea,
condizione che all’aggettivo ‘umana’
non può non applicare, gogna permanente, un prefisso: dis-umana,
sub-umana, trans-umana, con buona dose di probabilità non oltre-umana...
leggi
la recensione di
Silvia
Rosa su http://poesia.argonline.it
Francesca
Del Moro, Les obéissants, Cicorivolta éditions:
Paru en langue italienne sous le sigle de collection Liberté,
égalité, diversité (c'est déjà
plus qu'un programme), voilà un livre de poésie qui nous
submerge d'interrogations sur le monde, sur le pourquoi de vivre, sur
la fragilité et le mutisme des masses, sur le néant, sur
l'inutilité de l'espoir en quoi et en qui que ce soit, divinités
incluses. A la limite, sur la poésie elle-même, ou l'inutilité
du cri, ou, justement, son utilité, mais pour les seuls initiés
que nous sommes...leggi
la recensione da parte del poeta italo-belga Francis Tessa
sul
sito di AREAW Association Royale des Ecrivains et Artistes de Wallonie
Con
un abile haiku l’autrice lancia una provocazione rivolta anche a
se stessa, e che io ho inteso anche rivolta
a tutti noi che in un modo o nell'altro andiamo conversando - non sempre
in modo equilibrato - attorno a questo argomento: l'arte... leggi
la recensione di
Luigi
Paraboschi su www.poliscritture.it
“La
vita esatta. / La corsa della cavia / dentro la gabbia”. Già
da questi primi versi, Gli obbedienti di Francesca Del Moro si presenta
come una proposta coraggiosa sia per la tematica in sé che
per la scelta di scriverne in poesia. Il mondo del lavoro, inteso come
luogo del non esistere, dell’annullamento e dell’alienazione,
è stato argomento di narrativa, o di studi socioeconomici, ma più
raramente di poesia. Come a escludere, considerandolo impoetico, un ambito
invece così fondamentale, se non...
leggi
la recensione di
Luigi
Cannillo per lamacchinasognante.com
L'universo
lavorativo ai giorni nostri. Un coacervo di
angosce, privazioni, ricatti, paure cui sottostà il corpo e la
mente di chi lavora, senza trovare sostegno alcuno. Un universo in cui
è lampante, prima di ogni altra cosa, la perdita di orizzonte da
parte del lavoratore. Una perdita cui ne segue un'altra, quella della
dignità dentro e fuori gli uffici e le fabbriche. Perdita ben stigmatizzata
da Francesca Del Moro lungo tutto Gli obbedienti, sua ultima raccolta
in ordine di tempo.Ma prima di ogni cosa, dietro i novantacinque testi
che compongono questa frastagliata narrazione in versi, quasi una dantesca
discesa agli inferi, è possibile… leggi
la recensione di Sergio Rotino
per
versanteripido.it
Istanze
di realismo in Francesca Del Moro: Gli obbedienti.Leggendo
Gli obbedienti, ultima raccolta di Francesca Del Moro, mi sono tornati
in mente Giovanni Giudici ed Elio Pagliarani: mi è tornato in mente
il loro avere messo in poesia quegli anni in cui del boom economico già
si vedevano gli effetti negativi, e non più solo l’esaltazione
di una propaganda eccessivamente euforica... leggi
la recensione di Fabio Michieli
per
poetarumsilva.com
Questa
raccolta di Francesca Del Moro mi ha fatto tornare in mente
i versi di Sergio Corazzini in Desolazione
del povero poeta sentimentale: "Le mie tristezze sono povere tristezze
comuni./ Le mie gioie furono semplici,/ semplici così, che se io
dovessi confessarle a te arrossirei"...
leggi l'esplosiva recensione di Caterina Davinio su poetarumsilva.com
La
nuova silloge poetica di Francesca Del Moro, Gli obbedienti, si struttura
attorno a due intenti ossimorici: in primo
luogo, nel coniugare metri e forme tradizionali ad una materia del tutto
contemporanea; e, in secondo luogo, nel mettere in rapporto il sentimento
della commozione interiore (scaturigine per lo più camuffata di
questi testi) con l’oggettività ed il disincanto della rappresentazione...
leggi la sottile recensione di Franca Alaimo su
il
giardino dei poeti.wordpress.com
Ho
sempre provato vicinanza per quegli autori che nei loro versi trattano
il trascorrere della vita quotidiana narrandone l’aspetto malinconico,
a volte drammatico. Quegli autori che, per intendersi, trattano il mal
du vivre... qui
la nota di lettura
integrale di Enea Roversi su
tragicoalverman.wordpress.com
Potrebbe
essere questo il senso più importante che la poesia detiene oggi,
quello di indicare wittgensteinianamente la direzione da
seguire per “raccapezzarci nel mondo”.Il realismo poetico di
Francesca del Moro: nota critica di Sonia Caporossi... leggi
la politematica recensione di Sonia Caporossi su
criticaimpura.wordpress.com
Incapaci
di ragionare le cose in misura globale, polverizzati
tra pratiche quotidiane e corsa all'inutile, abbiamo omesso una reazione
di difesa al graduale processo di sottrazione del valore umano. Aspettavamo
forse una minaccia improvvisa per difenderci?... leggi
la sviscerante recensione di Emilia Barbato su
letteraturanecessaria.wordpress.com
L’autoespropriazione dell’umano attraverso gradi sempre più
densi di finzioni. La carne da macello o da cannone che siamo diventati.
Il grande merito di Francesca, aver chiamato civile col suo nome: sociale...
leggi
l'appassionata recensione di Alessandro Assiri su wordsocialforum.com
leggi
l'ottima recensione di Christian Tito su perigeon.wordpress.com
Gli
obbedienti di Francesca
Del Moro, anche
su giardinodeipoeti.wordpress.com
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Francesca
Del Moro è scrittrice, traduttrice, editor, performer e organizzatrice
di eventi legati alla poesia. È nata a Livorno nel 1971 e vive
a Bologna. È laureata in lingue e dottore di ricerca in Scienza
della Traduzione. Ha pubblicato le raccolte di poesia Fuori Tempo
(Giraldi, 2005), Non a sua immagine (Giraldi, 2007), Quella
che resta (Giraldi, 2008), Gabbiani
Ipotetici (Cicorivolta, 2013), Le
conseguenze della musica (Cicorivolta, 2014), Gli
obbedienti (Cicorivolta, 2016). Nel 2014 LaRecherche.it in collaborazione
con la rubrica Poesia Condivisa nel portale Poesia 2.0 le ha dedicato
l’e-book antologico Interni, notte. Ha curato e tradotto
numerosi volumi di saggistica e narrativa ed è autrice di una
traduzione isometrica delle Fleurs du Mal di Baudelaire, pubblicata
da Le Cáriti nel 2010. Ha contribuito come poeta, traduttrice
e performer ai cataloghi, alle opere di videoarte e alle performance
di presentazione delle mostre collettive di arte contemporanea Scorporo
(2011), Into the Darkness (2012) e Look at Me! (2013),
tutte curate da A. M. Soldini. Propone performance di musica e poesia
insieme alle Memorie dal SottoSuono, con cui ha inciso due brani inclusi
nelle compilation Leitmotiv 13 (2013) e Leitmotiv 14 (2014),
prodotte da Fuzz Studio, e ha partecipato alla realizzazione del primo
album omonimo, uscito nel marzo del 2016. Nel 2013 ha pubblicato la
biografia della rock band Placebo La rosa e la corda. Placebo 20
Years, edita da Sound and Vision. Dal 2007 organizza eventi in collaborazione
con varie realtà bolognesi e fa parte del comitato organizzativo
del festival multidisciplinare Bologna in Lettere. Cura la rubrica “Poemata.
Versi Contemporanei” per la rivista ILLUSTRATI edita da
Logos.
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