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L'Elenco UNIVERSALE DELLE COSE TRISTI recensione di ARCILETTORE
Questo libro è un autentico capolavoro e non lo diciamo con leggerezza ma assolutamente convinti. La prima cosa che ci ha incuriosito è la biografia dellautore che è nato in Argentina da una coppia italo-francese e ora vive in Belgio. Ma questa è solo una curiosità sulleccentricità dellalbero genealogico. Il vero valore è il libro, che si presenta subito, fin dalle prime pagine, come una storia straordinaria. Italo Gilles Lasalle mescola il ricco realismo fantastico tipico della letteratura sudamericana con Pirandello, Hugo e gli altri grandi della letteratura europea, ottenendo un risultato originalissimo e un fantastico risultato. Intanto lio narrante è la pensione Marceau a Saint Michel, dove si svolgono la maggior parte delle vicende che sono narrate. A vivacizzare la lettura cè poi una folla di personaggi quantomeno originali, a partire dal signor Rupert che sta redigendo lElenco Universale delle cose tristi, cioè di ciò che, accorciando i tempi di realizzazione di ogni attività umana, riduce contemporaneamente la possibilità delle persone di contemplare, pensare e soffermarsi sui rapporti umani. In questa attività il signor Rupert ha finito per tessere una fitta corrispondenza con altri personaggi sparsi per lintera Europa. Accanto a lui cè il professor Pustkin che è impegnato nella ricerca sulle parole vuote. Altro frequentatore della pensione è il Maggiore Blandino che è stato costretto ad abbandonare la vita militare dopo essersi innamorato della moglie del suo superiore. E poi Nadine, una sveglia tredicenne che con il suo sorriso attira lammirazione e laffetto di tutti gli avventori che frequentano la pensione. Tutti questi, e altri ancora, vivono le loro vite e le loro esperienze in un contesto storico a cavallo degli anni 40 del XIX secolo, finendo per essere coinvolti con le diverse sommosse che hanno caratterizzato quel periodo. Ma la ricchezza della scrittura di Italo Gilles Lasalle non può essere raccontata, occorre leggerla (e non perdoneremo chi non lo fa) per comprendere pienamente quanto abbiamo detto allinizio definendo lopera un capolavoro. (www.arcilettore.it)
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